SOLO LA DESTRA PUÒ AMARE

SOLO LA DESTRA PUÒ AMARE
Lettura boomer
A quale schieramento appartiene l'amore?

“Solo la destra può odiare”

Nick Land, L’Illuminismo Oscuro

“Morire per la Patria, per l’idea! […] No, è una scappatoia! Anche al fronte uccidi […] morire è niente: non esiste. Nessuno riesce a immaginare la propria morte. È uccidere il punto! Varcare quel confine! Quello sì è un atto concreto della tua volontà, perché lì vivi, in quella di un altro, la tua”.

Dalla lettera di un giovane volontario della Repubblica Sociale Italiana

citato in E. Hobsbawm, Il Secolo Breve, Cap. 4

“L’amore è la cosa meno fascista che esista, ma è la cosa più politica”

Edoardo Prati

Da un punto di vista sociopolitico è difficile non dare ragione a Land nella sua analisi della Cattedrale, la sinistra liberal, secondo cui ogni comportamento scorretto è assolutamente fuori dall’orizzonte di azione delle “anime belle”, ma ricade interamente sugli “ignoranti”, gli avversari politici.

La sinistra contemporanea, secondo Land, è bloccata in una spirale di iper-moralismo, di auto-negazione, di pacificazione forzata. Il liberalismo progressista ha reso il conflitto illegale, ha sterilizzato la volontà di potenza, ha trasformato l’odio in una malattia psichiatrica da correggere.

Nick Land afferma che la Destra, invece, sa odiare perché accetta il reale:

  • Accetta che il mondo è gerarchico.
  • Accetta che esistono vincitori e vinti.
  • Accetta che non tutto può essere incluso, salvato, armonizzato.

In particolare Land porta come esempio i crimini d’odio. L’odio. Un sentimento forte, netto, che ha la caratteristica di essere asimmetrico, sbilanciato da una parte. E questo, in un sistema che si basa sull’equilibrio, in cui ogni cosa deve essere “politicamente corretta”, in cui bisogna cercare di essere moderati ed evitare le polarizzazioni, non può essere accettato.

Land non aveva ancora visto il wokismo di destra, è vero, ma sicuramente conosceva bene quella tradizione che crede che i puri e i colti esistano solo a Sinistra, mentre la Destra sarebbe composta unicamente da ignoranti e fedifraghi.

Land ha visto la morte dell’odio di classe, perché la sinistra liberal è diventata la classe dominante, e solo a chi è stato escluso è rimasto un sentimento così primordiale che tutti, almeno una volta, abbiamo provato per qualcuno o qualcosa.

La sinistra ha dimenticato come si odia.

A parte qualche irriducibile, specie tra le frange più estreme della sinistra radicale (un settore che numericamente si approssima allo zero, ma ancora piuttosto rumoroso), la sinistra ha smesso di odiare come faceva ai bei vecchi tempi:

“Ahhh hai gli occhiali? Sei un parassita borghese e meriti di morire”

Si è persa tra i distinguo, le categorizzazioni e le distribuzioni scientifiche delle quantità di privilegio. Un odio scientifico, ideale, razionalizzato e per questo poco sincero e in certa misura ipocrita, dato che, per una via o per l’altra, alla fine assolve da qualsiasi colpa chi si erge a giudice in questa specie di “tribunale dell’odio”.

Nell’ipocrisia c’è la differenza sostanziale tra l’odio finto, costruito, e quello reale, tra chi è onesto e sincero e chi teme di riconoscere cosa prova veramente.

La sinistra ha paura.

Si è resa inoffensiva.

La destra è ancora in grado di odiare le persone. La sinistra no.

Ma questo discorso non vale forse anche per l’amore?

Che la Destra abbia una tradizione di grandi amatori è noto, basta guardare un qualsiasi episodio di M o ripensare al presidente Berlusconi e alle sue festicciole. Ma ci si può spingere oltre. Si può pensare ai poeti, i cantori privilegiati dell’amore: Dante, già descritto come “il fondatore del pensiero di destra italiano”, Ezra Pound o d’Annunzio. L’amore è il tema più trattato nei componimenti di autori di questa parte politica (di solito verso la classica triade Dio, Patria e Figa). Ma quello che bisogna stabilire è se questo amore abbia le stesse caratteristiche che Land attribuisce all’odio.

Perché, se così fosse, allora dovremmo dirlo a gran voce:

OGGI, SOLO LA DESTRA PUÒ AMARE.

Il romanticismo è amore per i vinti e le cause perse, ma è anche energia vitale: entrambe cose sconosciute per i lib.

“Dov’è amore? Nella testa o dentro al cuore?”

William Shakespeare, Il Mercante di Venezia, Atto I, Scena II

L’amore è rigorosamente verticale, totalizzante.

Non si può certo definire “amore” il surrogato che puoi comprare al mercato o, peggio, che il mercato vuole venderti. L’amore è sacro e i suoi simulacri pret-à-porter non possono rimpiazzarlo.

E siccome “niente assomiglia alla morte come l’amore” (come ricorda Aragon, vecchio scrittore comunista, espunto non a caso dal pantheon dei memorabili da chi in vita lo aveva letto), siccome l’amore è conflitto, in questa società anestetizzata non può trovare spazio.

Chi invita alla moderazione, a non polarizzare le opinioni, chi cerca di non sbilanciarsi o non vuole correre rischi, allora non può amare.

L’amore è rischio. È dedizione. È non perdere di vista ciò che si ama e, qualora si perdesse, continuare a inseguirlo. L’amore è politico, dice bene Prati, perché nel momento in cui siamo tutti repressi, ingabbiati, diretti da altri, nessuno crede più a niente.

Allora anche amare diventa un atto politico. Rivoluzionario.

“Mi dici di sì, che ami. —Bene: ma ami come un avaro ama il suo oro, come una madre ama suo figlio, come un ambizioso ama gli onori o un povero sensuale il suo piacere?

—No? —Allora non ami”

Amare è dare tutto.

Non c’è spazio per i piccolo-borghesi, è gettare il cuore oltre l’ostacolo e ricordare che è proprio questo il senso della nostra esistenza.

Perché inseguire il miraggio di una vita comoda, di un benessere illusorio e perituro, quando la vera felicità è nel cuore innamorato?

La comodità è l'oppio dei popoli.

L'amore è la scintilla che incendia l'anima.

Un cuore che arde. Che se ne frega del resto. Perché non è importante. Perché c’è solo lui e l’oggetto del suo amore, tutto il resto è oblio. E nient’altro può soddisfare questo desiderio.

L’unico amore che resta al progressismo è lo stesso che ha Ivan, uno dei protagonisti dei Fratelli Karamazov. In un dialogo con il fratello Alioscia, arriva a dire:

«Io amo l’umanità, ma mi meraviglio di me stesso: quanto più amo l’umanità in generale, tanto meno amo gli uomini in particolare, ossia separatamente, come individui. Nei miei sogni» [...] «sono giunto spesso fino a concepire passioni ardenti per servire l’umanità e magari sarei salito sulla croce per gli uomini, se fosse stato necessario; eppure non sono capace di vivere con nessuno in una stanza per due giorni di fila, e questo lo so per esperienza.»

L’amore “umanitario” in realtà è amore per il niente, specie se si è incapaci di amare il prossimo. Un poliamore elevato al cubo: se già questo rientra in una categoria sentimentale che definiremmo quantomeno discutibile, conserva almeno il “pregio” di riferirsi al reale.

Il passo che invece si compie a questo punto è ulteriore: “l’amore” è tale solo se è rivolto verso un generico “diverso”, a ciò che è “lontano”, a tutto ciò che non è prossimo e concreto.

Un sentimento comodo, perché non richiede i sacrifici dell’amore vero, che si vive giorno per giorno, fatto anche di brutture, errori e cattiverie proprio perché reale.

Chiunque non riesca a rinunciarvi diventa, volente o nolente, DI DESTRA.

Chiunque non ami l’umanità, ma ami gli uomini, è di destra, esattamente come chiunque si proclami “né di destra, né di sinistra”, in realtà è di destra.

Insomma, con questa visione castrata dell’amore ci hanno reso tutti dei Kamerati, a nostro malgrado.

“Certi uomini non cercano qualcosa di logico come i soldi, non si possono comprare né dominare, non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo vedere il mondo bruciare”

-Joker

“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!”

Lc 12, 49

Chi non ha il fuoco dentro non può amare.

L’amore è un fuoco, da accendere e tenere vivo. Una fiamma che incendia ciò che incontra. Non è neanche la versione petalosa e smielata che ne danno i film hollywoodiani: per l’amore si ammazza, si va in guerra e ci si immola. Per amore si combatte, anche con violenza, e una società che scappa dal conflitto non può amare.

Solo la destra può amare

L’uomo “di destra” ama perché ha questa consapevolezza su di sé e sul mondo. L’amore è anche guerra, gioco, conquista, tradimento, gelosia.

L’uomo di sinistra scrive una mail prima di darti un bacio, fa un check-in emotivo ogni 30 minuti, discute di “relazioni etiche” mentre gli cresce l’eczema da stress.

La donna di destra può amare perché è ancora capace di ammirare, desiderare, idealizzare. Sa cos’è la bellezza, la ricerca attivamente, si eleva nel corpo e nello spirito.

La donna di sinistra ama con Excel aperto, controllando che i pesi dell’equità siano distribuiti correttamente, il colore dei suoi capelli sia abbinato al vestito (nel caso li tinge) e non ci siano “dinamiche di potere squilibrate” (spoiler: ogni relazione è una dinamica di potere squilibrata).

Quello che parla di “partnership” invece che di fidanzamento. Quello che si masturba con le policy aziendali. Quello che dice “ci aggiorniamo” invece di “ci vediamo domani alle 20, mettiti quel vestito”.

Ama solo chi accetta la sfida. Amare è testimoniare di essere vivi.

E forse la sinistra lo ha dimenticato. Addormentandosi sui suoi allori e rifiutando la differenza per l’omologazione, ha voluto annullare ogni conflitto.

I quattro Chud dell’horny-apocalisse DI DESTRA, ognuno spinto dalle proprie ragioni, sono:

  • L’accelerazionista ama, perché sa che l’amore è una combustione.
  • Il reazionario ama, perché sa che l’amore è un’istituzione sacra.
  • Il sovranista ama, perché sa che l’amore è territorio, identità, confine.
  • Il futurista ama, perché sa che l’amore è lancinante, è guerra aerea, è abbraccio mortale.

Gli altri? Gli altri non amano davvero. Scrivono post sui social, lamentando il ghosting, si inventano nuove parole per spiegare perché sono soli, mentre si masturbano mentalmente pensando di poter avvolgere con un solo abbraccio l’umanità intera.

Se l’odio è appannaggio della destra, tale è anche il suo opposto positivo. L’Amore.

Perché laddove il sistema, la Cattedrale, pretende di neutralizzare e normalizzare, solo ai suoi nemici mortali è concesso uscire dal tracciato, essere ribelli, avere la libertà di scegliere ciò che è fuori dal menù.

Amare e odiare non sono compresi dal potere, perché implicano un’opzione fondamentalmente radicale. Non esiste forza in cielo o in terra che trattenga questi sentimenti. Solo l’essere radicali può salvarci dal grigio del mondo che ci viene imposto.

E allora oggi si brucino i biglietti di San Valentino. Si mandino bouquet di rose rosse a chi si vuole conquistare. E le fiamme che sono dentro travolgano chi è fuori.

L’amore è un destino. Irresistibile. Chi preferisce il compromesso al sacrificio non lo capirà mai, ma negozierà sempre la propria sicurezza con i sentimenti, si negherà pur di rimanere nella zona di comfort, preferirà perdere la sua vita che dare un dispiacere a qualcuno (chi? neanche lui saprebbe dirlo).

“Audendum est: fortes adiuvat ipsa Venus”

Tibullo 1, 2, 16

Solo chi sa odiare sa veramente amare.
E dunque, solo la destra può amare.

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