NULLA DA NASCONDERE E TUTTO DA PERDERE

NULLA DA NASCONDERE E TUTTO DA PERDERE
Lettura boomer
Non sono bei tempi per i tecnopirati.

Siamo tutti cresciuti con questa idea che internet fosse uno spazio libero, dove se fossi stato abbastanza attento da non prenderti un trojan avresti potuto evitare di pagare tutto, fare ciò che volevi e non far sapere nulla che non volevi si sapesse. Le prime reti peer-to-peer e i primi forum erano nella pratica la cosa più vicina a qualunque cosa i pirati (veri) stessero cercando di costruire a Tortuga.

Era legittimo pensare che questa cosa non sarebbe cambiata.

E invece ci hanno fregati alla grande.

Non solo è cambiato tutto, ma la situazione sembra solo peggiorare mentre continuano a raccontare che è “per la nostra sicurezza”.

La società diventa ogni giorno più invasiva, ogni spazio che avremmo ritenuto scontato fosse inviolabile anche solo dieci anni fa, oggi con scuse più o meno raffazzonate è caduto o è prossimo alla caduta. Non stiamo parlando di pirateria, torrent o streaming. Se guardiamo al modello inglese, dove i siti porno richiedono carte d’identità digitali per “proteggere i minori”, il prossimo passo è chiaro: nemmeno spippettarsi in pace resterà un atto privato. Tutto tracciato e schedato nel nome di un senso di protezione da minacce che abbiamo (non a torto) bellamente ignorato fino ad oggi.

Il primo nome che viene in mente quando si parla di sorveglianza e controllo non può che essere Palantir. Fondata da Alex Karp e dall’anticristo professionista Peter Thiel, con la benedizione della CIA (tramite In-Q-Tel, il loro fondo di investimento “ufficiale”), Palantir ha costruito il suo impero miliardario sull’idea di analizzare montagne di dati per “prevedere” comportamenti criminali o terroristici. Hanno anche inventato il termine pre-crime, qualcosa che definire ambizioso è dire poco: fermare i cattivi prima che facciano i cattivi. Solo che – spoiler – non funziona o, meglio, funziona male. Il caso più lampante è quello dell’assassino di Charlie Kirk, l’uomo più ricercato d’America per quasi due giorni.

Questo tizio non era un hacker fantasma nascosto nel deep web: era un soggetto cronicamente online che ha lasciato tracce digitali ovunque, la sua digital footprint era così goffa e ingombrante da sembrare quasi costruita apposta (!!!).

Eppure, nessuno degli algoritmi, delle reti di sorveglianza che dovrebbero vedere tutto, è riuscito a individuarlo in tempo. A fermarlo invece è stato suo padre, con una telefonata. Una telefonata analogica, senza nulla di digitale.

La domanda è abbastanza spontanea:

Palantir è una fregatura?

Karp ha venduto al governo americano una truffa? Perché se questi sistemi non riescono a fare il loro lavoro dichiarato – cioè prevedere e fermare i criminali – allora la vera funzione deve essere un’altra. Magari non servono a trovare il killer di Kirk, ma a profilare milioni di cittadini comuni, o magari altro ancora. Una cosa è certa: se il prodotto non funziona, ma continua a ricevere miliardi di dollari, forse il cliente non vuole che funzioni per quello che dice. Forse lo scopo reale è proprio la sorveglianza di massa, travestita da guerra al crimine.

Ma non è un problema solo americano. L’Europa sta preparando il terreno per la sua sorveglianza di massa, il Chat Control. Online se ne parla moltissimo e quindi non c’è bisogno di spiegare troppo di cosa si tratti, per fare un breve recap si tratta di mettere fine alla crittografia end-to-end (quel disclaimer che avete su whatsapp in ogni chat e che ormai il vostro occhio filtra) e ottenere il controllo sistematico di tutti i messaggi privati su ogni app di messaggistica (anche Telegram!).

Tra le scuse che sono state utilizzate c’è già qualcosa di sempreverde: proteggere i bambini dai pedofili!

Nessuno, ovviamente, vuole sembrare complice dei pedofili, quindi l’opinione pubblica abbocca. È la stessa tecnica utilizzata da decenni: scegli un nemico universalmente odiato (i nazisti, i pedofili, i terroristi e, fino al secolo scorso, anche i sovietici) e costruisci su di lui l’alibi perfetto per introdurre misure che in qualsiasi altro contesto verrebbero respinte in massa. Ma basta grattare un po’ la superficie e le contraddizioni saltano fuori. Se il vero obbiettivo fosse la protezione dei minori, perché non intervenire sugli influencer che usano i propri figli come soldi con le gambe, alimentando direttamente i circuiti di pedopornografia online? Perché non accanirsi con piattaforme che prosperano proprio sulla sovraesposizione dei minori? Lì, non proprio a caso, silenzio. Ma intanto i governi pianificano di aprire ogni conversazione privata in cerca di “contenuti sospetti”.

Non c’è nulla di nuovo sotto al sole, è una strategia vecchia come la politica: trova un nemico talmente disgustoso da zittire chiunque osi opporsi. Chi mai rischierebbe di sentirsi dire “allora stai con loro”? Chi mai alzerebbe la mano per dire che forse controllare tutti i messaggi privati per sgamare qualche delinquente è come schiacciare un brufolo con un martello pneumatico o – in altre parole – non proprio una grande idea? Eppure, eccoci qua. Perché tanto il copione già lo conosciamo, si inizia con le intenzioni più nobili, poi scompaiono i libri sbagliati dagli store online, i contenuti “politici” vengono deindicizzati e chi non fa parte del “circolino” (splendido termine, grazie Corona!) finisce sotto osservazione. Mettiamo insieme i pezzi, questi sistemi non nascono per catturare gli esecrabili mostri con cui tormentano il vostro sonno, ma per preparare il terreno a un controllo capillare della popolazione in vista di scenari di conflitto. Dato che c’è la guerra, vietato scaricare film e vietato spippettarsi. Va bene?

Va bene un tubo! È proprio qui che sta l’ambiguità di queste misure. Non servono tanto a fermare il “cattivo isolato” quanto a costruire un’infrastruttura di controllo che diventa utile in caso di emergenza politica o militare. In tempi normali viene giustificata come prevenzione, ma nel momento in cui scoppia la crisi diventa una rete già pronta per stringersi intorno ai cittadini. Questo ci porta a un’altra conseguenza: la distinzione di prassi fra la guerra (esterna) e il controllo (interno) è ormai scomparsa. Le stesse tecnologie che si usano per spiare un potenziale nemico vengono applicate senza soluzione di continuità anche sui cittadini comuni. Il problema non è nemmeno capire quanto queste misure possano essere giustificate o meno nel caso limite dell’attentato o della guerra: il problema è che, una volta introdotte, non se ne vanno più. Restano lì, normalizzate e pronte a essere riattivate ogni volta che serve e – questo è il vero dramma – ogni volta che non serve.

Poi, certamente, c’è il classico panzerfausto che deve difendere tutto con il trito e ritrito “se non hai nulla da nascondere, non hai nulla da temere”. Il punto però è un altro, e non si poteva mancare in modo più miope. Il punto è che, anche se sei la persona più perbene del mondo, o quantomeno miri ad esserlo, le strette securitarie ti rendono la vita miserabile comunque. Sono inutili, disumanizzanti e, francamente, un fastidio quotidiano. Pensa agli aeroporti: dopo l’11 settembre è stato inventato il concetto di “sicurezza performativa” o “teatro della sicurezza”. In pratica una grande recita che serve a dare l’impressione della sicurezza, ma che nella realtà non serve a nulla: togli le scarpe, metti i liquidi nei flaconcini da 100ml, tira fuori il portatile, fai una giravolta sotto al metal detector. È tutta una recita che non impedisce a un terrorista motivato di fare quello che vuole, serve solo a tranquillizzare l’opinione pubblica, ovvero a calmare gli isterici. L’unico risultato è che volare è diventato un incubo burocratico, una sequenza di umiliazioni rituali, quando dovrebbe essere fluido e sciallo come prendere un treno. Lo stesso succederà (anzi, sta già succedendo) con il digitale. Ogni controllo da superare, verifica da fare, pseudo-SPID da farsi per guardare un filmino caliente diventerà una microfrustrazione quotidiana.

Insomma, non sono dei bei tempi per i tecnopirati. Anche tu, blastide, stammi attento.

Non farti cogliere impreparato:
https://www.ilblast.it/prodotto/vietato-vietare

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