3 settimane

L’IMPERO COLPISCE ANCORA

Il saluto romano di Elon Musk

L’IMPERO COLPISCE ANCORA
Lettura boomer
È SUCCESSO DAVVERO!? In diretta mondiale persino!?

Ha fatto il saluto romano. M, il figlio del secolo? No, M, il figlio del millennio. Elon Musk. E sì, ancora una volta, avevamo previsto tutto. Il tecnato d’America si è realizzato, la saga di Vancedogeaccelereazione ha trovato il suo compimento. 

Ci potremmo inserire nella polemica, ma la cosa più interessante è sempre andare al nocciolo della questione. Qualcuno dice che Musk abbia preso alla lettera la Fuckyourclique, tanto che questa è diventata la linea ufficiale di Andrea Stroppa, il portavoce di Musk in Italia.

Via @nonhoesageratononchiederoscusa
Via  @padrememonno

Ma vogliamo veramente credere alla narrazione ufficiale? Palesemente montata per giustificarsi davanti al sistema dei media mainstream. Falsa come la conversione di Zuckerberg ai valori del machismo qualche settimana prima dell’insediamento di Donald.

E allora cosa è successo? 

Gli americani saranno anche ignoranti, inquinanti, arroganti, ipocriti, viziati, ottusi… ma una cosa la sanno fare bene: GASANO

Lo stesso Andrea Stroppa ha detto il vero con il suo primo tweet (ci prendiamo la licenza poetica di chiamarlo ancora con il vecchio nome) dopo l’accaduto:

Fonte Ansa (ovvero i servizi segreti inglesi)

L’impero è veramente tornato? È ovvio che questo per gli americani è il punto, il motivo per cui Trump e il suo entourage (anche se normalizzato) è lì. Gli Stati Uniti stanno vivendo una profonda crisi di identità, cosa vuol dire essere un impero? Possiamo fare finta di seguire le regole e fare i “poliziotti” del mondo, i bimbi buoni che fanno la morale agli altri… ma le guardie non piacciono a nessuno e alle urne gli americani hanno parlato chiaro: l’Occidente è caduto? Bene, è il momento che l’America si rialzi con Trump”. We will bring back the american dream!

E questo messaggio non arriva solo dal voto, che la Cattadralele élite – questa volta hanno dovuto accettare, ma anche dalla cultura di massa. Il Gladiatore 2 lo esemplifica. La sinossi: Lucius, il figlio di Massimo Decimo Meridio, finisce a fare il gladiatore; il suo padrone è un negrosso, che ha mire imperiali. Gli imperatori in carica sono Geta e Caracalla, una coppia di maschi bianchi che si atteggiano da frocidellanike in quasi tutte le scene. E dunque? Lucio è figlio di MDM e Lucilla, figlia di Marco Aurelio, dunque in lui scorre sangue imperiale. Il nipote dell’imperatore-filosofo ha una missione, un obiettivo: bring back the dream of Rome.

Ricorda qualcuno?

, e infatti alla fine ce la fa. Il nero riesce a prendere il potere, manipolando e portando alla morte i due imperatori (omosessuali), e alla fine viene sconfitto e ucciso da Lucio, che arriva così a comandare due legioni e marciare su Roma, divenendo legittimamente imperatore. Il tutto ovviamente in un’antica Roma onirica, figlia dell’immaginario mitologico di chi la sogna dall’altra parte dell’oceano, con tanto di lotte contro scimmie antropomorfe nella selezione dei gladiatori e squali in CGI a bassa risoluzione nelle battaglie navali del Colosseo.

Se il saluto romano, come molti saputelli sottolineano, non fu mai realmente utilizzato nell’antica Roma, ma fu un’invenzione della propaganda fascista, a chi frega?

Musk e gli americani pensano che sia veramente romano e imperiale, dunque lo è davvero. Ha ragione, ancora una volta, Stroppa: lo utilizzavano i romani sulle monete? Bene, allora è naturale che l’impero attuale ne faccia utilizzo nelle cerimonie pubbliche. L’arcitalianosfera trova di nuovo compimento, nella formula di un simbolo unificante che perpetra un mito eterno, per quanto controverso.

Come si sa, alla base di ogni narrazione c’è il mito e il mito è ciò che vince. Il saluto romano è stato inventato da noi italiani cento anni fa, ora l’algoritmo culturale trasla, come l’Aquila di Giustiniano, e vola verso Occidente sulle ali degli edit Dark Maga di X e Iperborei di Telegram. Attendiamo con trepidanza il passaggio oltreoceano anche di Fanpage, che voci di corridoio affermano che sta preparando una nuova campagna di intervista, in inglese maccheronico, sul tema:

“Ma lei si dichiara antifascista?”.

Gli americani sono gasati, fanno bene. Se forse da noi non è Lucius di Ridley Scott a fare il saluto, forse basta avere il placet di Lucio Battisti per essere tranquilli e legittimati.

Fonte: i meme

Qual è il futuro dei giovani americani?

Questo:

La radicalizzazione. Ed è un bene: anzi, per gli americani è l’ultimo e unico modo per far accadere qualcosa. Che dir si voglia, le performance di Trump e Musk sarebbero state inaccettabili nel 2010 o nel 2000, ma la gente è così stufa del grigiore che ormai si invoca il “surrealismo al potere” come antidoto.

Viviamo nel momento storico dell’iperstizione di Corrado Guzzanti, in cui Fascisti su Marte sta diventando sempre più realtà. Non possiamo escludere che Musk l’abbia visto almeno una volta, dopotutto è un caposaldo per chi, come lui, è appassionato di fantascienza e meme.

Nulla avviene per caso, e se Musk nel 1984 programmava Blastar (videogioco effettivamente Blast, in cui bisogna far saltare in aria navicelle aliene che trasportano misteriosi “raggi posizionali”), oggi programma il futuro (a tratti inquietante) della prima potenza mondiale.

La vera domanda a questo punto è: siamo alla fine o all'inizio? La presunta decadenza americana che il duo Trump-Musk vuole combattere è la fine della Repubblica o la fine dell’Impero? I loro più accaniti detrattori sembra che abbiano già il quadro chiaro: la Repubblica. L’oracolo ha parlato.

Tu lo dici Saviano, ma non come tu credi! Musk si richiama a Cesare, ucciso dai suoi stessi sostenitori. Non solo: tu l’hai maledetto, garantendogli gli stessi auspici nefasti che arrivarono al console romano e sancendone così in maniera definitiva la continuità storica.

Ancora una volta lo ripetiamo, anche se Saviano non imparerà mai:

“La storia si ripete sempre due volte, diceva Marx, in realtà la storia non si ripete mai. La storia è come un meme: ha la capacità di reinventarsi ogni volta.” 

Bisogna lasciare da parte il riduzionismo economico, perché di questo non si tratta. La volontà di potenza, di esistenza, di espansione e di protagonismo che Musk interpreta vanno oltre le strutture capitalistiche e puntano al futuro, verso Marte, pianeta rosso repubblicano.

Ma l’Impero galattico americano forse sta per iniziare, qui sulla Terra. E gli americani ci credono, più di quanto ci crediamo noi.

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