Intervista a SillyElly - Gli spari sopra i polpi

Intervista a SillyElly - Gli spari sopra i polpi
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Di nuovo, ci siamo. Il nostro contatto ci ha spacciato ancora una volta gli artisti, o meglio, le vittime da mietere. Le forche Blastiche si agitano verso il cielo, il Bar Doria è la fortezza da conquistare.

Entriamo io e la mia socia, senza nome, censurata come tutti noi. Sulla destra vediamo già i nostri bersagli. Una ragazza con pelliccia viola e capelli in tinta abbinata, il suo videomaker e il capo di un’agenzia di booking importante, pare essere un pezzo grosso dell’industria dell’intrattenimento musicale. Ranpo Fahrenheit è ovviamente in ritardo, arriva prima Martina, musicologa e collaboratrice di Blast per l’occasione, che salutiamo.

Ciao Martina! Come va? Saluta casa, mi raccomando.

Imbandiamo la tavola, ma manca la bandiera dei pirati. Arriva Ranpo , si scusa e si presenta con i nostri ospiti arrivati prima dei padroni di casa. Posa la bandiera, ci buttiamo caramelle sopra, oltre che una lattina di bibita cancerogena con la grafica di Jigglypuff. Plachiamo i convenevoli, facciamo sedere Lei, la ragazza con la pelliccia viola. È l’astro dell’hyperpop italiano del momento, è forse una idol in terra di cantautori.

È Sillyelly, e oggi la blastiamo.

Rompiamo il ghiaccio con il primo affondo di Martina. Tripla domanda per sciogliere, il video sarà presto online, non perdetelo per nessuno motivo che non sia la lettura di questa intervista.

Siamo caldini, Ranpo c’è, esplode il primo colpo.

Ranpo: Ciao Silly, io vorrei partire dal rapporto che hai con le armi e che citi spesso nelle tue canzoni. Allora ti vorrei chiedere: hai veramente il ferro a casa? Sei per la liberalizzazione delle armi?

Silly post-risatina: Allora io non ho il ferro a casa. Però sì, secondo me le armi andrebbero libera(lizza)te. È una tematica difficile, ho idee molto contrastanti. Non vorrei che finissimo come in America.. Per come la vivo io e considerati i tempi che corrono vorrei uscire di casa con appresso qualcosa che mi metta sicurezza, viviamo in tempi veramente duri.

Ranpo: Faccio un follow-up…

Oltre al milanesismo, Ranpo si imbarca su una domanda sul rapporto tra amore e violenza che manda in confusione Silly, ma dopo alcuni tentativi di chiarimento, i due trovano una quadra, tirando però prima in ballo il tema della violenza domestica.

Ranpo: Riformulo la domanda. L’amore quanto è forte per te? È solo una fase o un qualcosa di più profondo? L’amore è come il fuoco dello sparo di una pistola? Come funziona l’amore nel tuo mondo?

Silly: Per me l’amore è un sentimento fondamentale. Quando non sono innamorata mi sento spenta. La cosa che però mi affligge dell’innamoramento è il fatto che quando mi innamoro impazzisco, vado fuori di testa, sono gelosa, possessiva, divento psicopatica. Ma a me piace essere innamorata, l’amore mi dà slancio vitale.

Bardo: Cambiamo argomento. Nella canzone Bambola parli dell’accettazione. Nel brano dici di sentirti come una bambola che viene tirata di qua e di là dalle persone che frequenti. Allora ti chiedo, in un’era in cui apriamo continuamente siti web e accettiamo i relativi cookie, sono più le volte che ti sei sentita accettata o il contrario?

Silly: Fin da quando sono piccolina non mi sono sentita accettata perché provengo da un ambiente molto particolare. La mia è una famiglia di giostrai, Sinti, perciò persone esteticamente stravaganti come me son veramente rare. Sono la pecora nera dell’intera famiglia, però non mi sono mai sentita di dovermi cambiare, mi è sempre piaciuto essere così esagerata. Ora i miei famigliari mi stanno accettando, ma forse è un’accettazione in parte finta, anche se dicono il contrario non mi sento accettata del tutto.

Ranpo: Parliamo di cambiamenti, di evoluzioni. Io ti seguo dai tempi di #FREEBOSSETTI, quando ancora c’era una scena Soundcloud emergente, poi sei arrivata su Spotify. Tu come sei cambiata in questi anni? Ma ancora più importante: qual è il tuo Pokémon preferito, o la tua evoluzione preferita?

Silly: Mi sono completamente dimenticata la prima domanda.

Ranpo: Parti pure con i Pokémon.

Bardo: Jigglypuff ti guarda.

Silly: Jigglypuff non mi piace troppo, anche se è rosa e carino e nonostante l’abbia nominato in una canzone. Il mio pokémon preferito è Lucario. È troppo furry, è bellissimo. A me gli uomini di solito non piacciono, ma sono sicura che se Lucario fosse un uomo mi innamorerei di lui. Qual era l’altra domanda?

Ranpo: Ranpo ripete.

Silly: Onestamente io sento poco i cambiamenti. Da #FREEBOSSETTI all’EP di Manic Pixie Dream Girl è passato in mezzo un periodo molto particolare della mia vita. Non avevo certezze su nulla. Infatti, Manic Pixie lo sento più Silly, meno mio. Mentre nel nuovo EP, Una Fase, lo sento molto più mio, molto più Ellie. Probabilmente mi sono stabilizzata mentalmente, si parla meno di violenza, di armi.

Ranpo: Un po’ ci dispiace.

Bardo: In un tuo pezzo dici che sembrano tutti fatti di plastica, quindi finti. Come ti rapporti con la finzione, con il tuo personaggio artistico? E con le persone che ti sembrano fatte di plastica?

Silly: Allora il mio non è un personaggio. Nelle canzoni parlo di me e di esperienza che ho vissuto. Per quanto riguarda le persone di plastica, penso a chi mi era vicino in passato, come i bulli delle scuole medie che recentemente ho rivisto e hanno cambiato totalmente faccia, ma lo stesso è successo con i miei parenti. Da qui ho scritto Bambola, ispirata da questo apparente cambiamento delle persone dei miei confronti che non mi piace.

Ranpo:Ti faccio una domanda Blast. Tu sei di Rimini, ma ora giri molto. Come vedi la realtà della provincia italiana rispetto a quella della città? Quali differenze noti e dove vorresti vivere?

Silly: Io vivo in provincia e in mezzo ai campi. Non c’è nulla intorno. Per raggiungere la civiltà devo fare 15 minuti a piedi e 30 minuti di autobus. È quasi come tutti fossero NPC. Però sinceramente vivere in una città come Milano è una cosa che non mi ispira particolarmente, con i rumori metropolitani mi farebbe impazzire. Ma neanche la provincia mi piace in realtà. Forse non sto bene da nessuna parte. Questa è la vita!

Al che interviene Martina che con tono consolante la invita a Lecce per l’estate. Parte una discussione sulla bruttezza del mare di Rimini. Silly cita Polignano a Mare. Martina descrive orgogliosa le bellezze del tacco.

Silly: A me piace un botto la Puglia. Da quando sono andata la prima volta a Bari e ho scoperto il polpo sbattuto, mi ha preso il sogno di incontrare un polpo. Sono andata mille volte al mare a cercare i polpi ma non ne ho mai trovato uno.

Martina: Ma ci sono un sacco di cose, tipo ricci, vongole…

Silly: No a me quelli non interessano. Io voglio nuotare con i polpi.

Martina: Devi provare con Gallipoli.

Silly Elly in concerto a Gallipoli, già ce la vediamo. Palco galleggiante come i Pink Floyd a Venezia in mezzo a un mare pieno di polpi natanti.

Ranpo: Facciamo un approfondimento sul tema meme.

Al che Silly ci mostra una sua pagina di raccolta di meme, origine controllata, filiera Facebook: qualità. Salta fuori il meme di un belloccio sfigatello che ha fatto pure il GF e qualche altra trashata, Silly afferma che una sua amica l’ha pure picchiato. Al ragazzo forse si è pure bruciata la casa, come Mahmood. Avvertiamo Silly di stare attenta, perché quello delle case bruciate sta diventando ormai un pattern per certe celebrità.

Bardo: Visto che hai detto di avere origini giostraie, mi aggancio a questo e ti chiedo se in qualche modo le sonorità che si sentono quando si va alle giostre o i jingle del mondo videoludico siano mai stato un punto di partenza per le tue canzoni.

Silly: In realtà no. Però io quando ero piccolina ero molto fan dei nightcore, ovvero la canzone pop classica ma accelerata con la vocina. Le voci robot mi piacciono molto se non si fosse capito. Non so se vorrei mai cantare con la voce normale.

Ranpo: Al tuo live al Miami ho vinto un tuo gadget, o meglio, l’ho afferrato quando l’hai lanciato dal palco.

Al che Ranpo fruga nello zaino per recuperare l’artefatto.

Silly: Ma la scritta è giusta? Quella sera ne ho sbagliato un sacco. Sai io sono dislessica. Ho scritto pure Marradona al posto di Maradona.

Ranpo esibisce il trofeo, Silly controlla che la scritta fosse giusta. È giusta.

Silly: Il fun fact è che quella sera volevo firmarli tutti a mano. Però sulla carta bella la penna non scriveva bene. Perciò ho preso la carta intestata dell’hotel, strappando pezzo per pezzo.

Ranpo conferma che sotto c’è la scritta Blu Hotel.

Ranpo: Alla fine del concerto hai parlato senza autotune. Mi sono detto: parla anche normalmente!

Silly: Se potessi parlerei sempre con la voce finta. Se esistesse mi farei impiantare un sistema che mi permettesse di parlare con la voce pitchata. Vorrei fosse parte di me.

Nel frattempo la truppa osserva il gadget intonso acchiappato da Ranpo, che si vanta orgoglioso di averlo afferrato al volo quella sera, perciò non è sporco di fango.

Silly: Avevamo anche pensato di mettere i sassi dentro per lanciarli più lontano oltre le guardie.

Ranpo: Dai, ora puoi dirci qual è la tua arma preferita.

Silly: I coltelli. Avevo le lame di Hello Kitty.

Ranpo: Arma da fuoco preferita?

Silly: La RayGun di Black Ops 2.

Bardo: Faccio la mia ultima domanda. È periodo di X Factor. Manuel Agnelli sta rivendicando pubblicamente la musica popolare fatta come si deve, preannuncia il ritorno di testi più solidi e impegnati rispetto a quanto sta proponendo attualmente la discografia di massa (meno culi, puttane, macchinoni). Il tuo hyperpop a suo modo sembra rovesciare l’oggetto mantenendo comunque un certo intento testuale: femmine alpha che hanno la meglio su maschioni deboli, facendo dunque salvi i soldi, le armi eccetera. Come risponderesti all’invettiva di Agnelli?

Silly: Parto dicendo che effettivamente i ragazzi che fanno trap parlano di culi, puttane e cose simili. Però anch’io tratto molto spesso di questi temi, meno di culi in realtà. Solo che effettivamente io sono una femmina. I miei testi, togliendoli la parte strumentale hyperpop, potrebbero essere considerati trap. Per quanto riguarda Agnelli, io personalmente apprezzo la musica impegnata ma allo stesso amo la musica che parla di stronzate, del nulla cosmico. Se io sono in discoteca, non voglio sentirmi la roba impegnata. Voglio le canzoni ignoranti, me ne frego della profondità in discoteca. Ascolto molta trap, la amo. Mi piace la trap italiana, quella che dice una marea di stronzate.

Martina: Top 3?

Silly: In questo periodo ti direi MI PIACCIONO LE ARMI di Simba La Rue, mi fa impazzire come parte quella traccia. Voglio andare in discoteca e sentirla. Poi mi piace Kid Yugi. Lui fa un sacco di riferimenti al mondo memetico.

Chiudiamo l’intervista. È il momento delle foto. Sillyellly indossa la maglia viola blast, parte la combio x10 con la pelliccia.

I ringraziamenti vanno come sempre al Bar Doria, ormai taverna piratesca del Blast, alla ragazza innominabile, a Martina e ai suoi microfoni super dotati, ovviamente a Sillyelly, al suo videomaker che la riprende mentre è in gita a Milano [grazie per averci reso parte del reel di Silly], al manager cerca concerti che ci ha ricordato un padre premuroso.

Ce ne andiamo tutti. L’uomo del booking propone a Elly e al suo cameraman di pranzare a un ristorante libanese lì vicino.

SillyElly dice no.

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