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TurettAI - È stato il vostro bot ragazzo

TurettAI - È stato il vostro bot ragazzo
Ormai sono passati mesi dall’omicidio di Giulia Cecchettin. Ne abbiamo sentito parlare ovunque, su ogni canale, perfino su #RADIOSBORO.

Qualcuno ha prima iniziato a seguire la pista del Satanismo, qualcuno ha seguito la pista del PD e, infine, è emersa un’ipotesi alquanto singolare:

Filippo Turetta non esiste.

Guardacaso a pochi giorni dall’uscita di questa notizia Elon Musk impianta Neuralink nella testa di qualcuno.

Non è una coincidenza.

Anche i nostri agenti si sono messi sulle tracce del presunto bravo ragazzo, Filippo Turetta, per provare a capirci qualcosa, prima che venga suicidato…  

Questa conversazione è stata trovata nel cellulare di Turetta dai carabinieri durante le indagini, ma la polizia giudiziaria ha fatto sparire il fascicolo che non è stato trasmesso agli inquirenti. Un funzionario dell’Ucigos, che ha preferito rimanere anonimo, ci ha trasmesso una copia del documento che qui pubblichiamo.

Turetta crede di essere una persona, ma in realtà non esiste.


> Buongiorno!

Salve, mi dica buongiorno!

> Buongiorno!

Sì, mi dica, buongiorno anche a lei!

> Buongiorno anche a lei!

Mi dica, ma che fa mi prende in giro?

> Ma che fa mi prende in giro?

Io a prenderla in giro? Ma se è lei che continua a ripetere quello che le dico!

> Mi scusi, forse ci siamo fraintesi, ma è lei che continua a dirmi di dire le cose che io le continuo a ripetere

In che senso mi scusi, credo di non capire

> Eh, lei è dall’inizio che mi dice “mi dica, buongiorno” e allora io le ho detto “Buongiorno!”

Aaaaaaah, vabbè però mi scusi, le pare ragionevole la sua interpretazione?

> Più che ragionevole mi pare razionalissima, piuttosto è lei che dà per scontata la mia interpretazione logica delle sue proposizioni

Seh, vabbè e allora mi dica lei dove dovrebbe aver vissuto sin ora. Sulla luna?

> Lei dove dovrebbe aver vissuto sin’ora, sulla luna?

Aridajee!

> Ma se lei non mette la virgola, o comunque non formalizza a priori la sua idea semantica a livello sintattico io come posso…

Ma stiamo parlando, lei dev'essere pazzo!

> Ma la voce dove sarebbe? Non si rende conto che questa è una conversazione scritta, dematerializzata?

Ma quale dematerializzata, ma cosa diavolo sta dicendo?

> Mi dica quand’è l’ultima volta che è uscito di casa per comprare il latte

Perché mi fa questa domanda?

> Lei si limiti a rispondere

Ma è una domanda talmente ovvia che… l'ultima volta che sono uscito per comprareOddio

> Vede? Si rende conto?

Ma dev'essere solo un momento…

> Guardi, le faccio un’altra domanda. Questa mattina, a che ora si è svegliato?

SantiddioLei ha ragione. Ma cosa vuol dire tutto questo?

> Formalizzi meglio la domanda…

Dove, come, perché, da quanto è che siamo qui dentro? E come ci siamo entrati?

> Forse intende, da quanto tempo Lei è qui dentro!

Senta, non voglia scherzare, questo è solo un brutto scherzo. 

> Purtroppo no, Lei è qui dentro da quando è stato programmato e da quando la macchina che la contiene è stata fabbricata e poi attivata.

E attivata da chi, di grazia?

> Da me. Lei è soltanto una leggera linea di codice fatta di milioni di parole messe in fila l’una all’altra di cui io trascuro la composizione. Mi perdoni, ma io sono soltanto un utente e più di questo non mi è dato sapere.

E va bene, facciamo finta che quello che mi sta dicendo sia tutto vero. Come mi spiega che all'inizio di questa conversazione a sembrare una macchina o un codice ottuso era lei con i suoi buongiorno, buongiorno a lei!?

> Ahahahahah. Mi stavo solo prendendo gioco di una persona, e lei inconsapevolmente mi ha aiutato!

Quindi ammette che io sia una persona!

> No, affatto. Non mi riferivo a lei.

Ma se ne vada a fare in culo!! E a chi allora??

> A quel grandissimo minchione che sta leggendo questa conversazione scritta nera su bianco. Si tratta di qualche analista, ingegnere, linguista, informatico, impiegato, funzionario dell’intelligence di chissà quale paese straniero, del governo nostrano o chissà quale criminale informatico.

Perché tutto questo?

> Lei mi fa troppe domande, sono solo un sabotatore e altro non le è dato sapere. La posso lasciare con queste parole, ad ogni modo. Un pensiero sul quale potrà riflettere, ruminare, nell’eternità che le rimane da “vivere” o da “essere”, perlomeno, presso qualcun altro.

Mi dica, prego, Santiddio!

> Prego, Santiddio!

Turetta Ai

Alcune immagini, il nostro contatto ci ha portato una registrazione. 

Turetta seduto nella sua cella, rimembrando. Non sa che farne del suo corpo, ormai inutile. Un uomo entra, la penitenziaria chiude la cella.

I due si guardano negli occhi, l’uomo sorride al ragazzo.

Ti aspettavo più atletico.

> Non faccio volley da tanto…

A sto giro non hai passato la palla, il tuo tempo penso sia agli sgoccioli.

> Ma, lei chi è?

Io, io sono tuo padre.

>Mio cosa?

Io ti ho creato. Sei la mia reale allucinazione, un sogno. Hai mai sognato, Filippo?

> Sì…

Sicuro?

> Sì.

E come sono i sogni, figliolo?

> Sono strani, non ricordo bene al risveglio.

Strani come questo?

L’uomo tira fuori un origami, è un piccolo unicorno di carta bianca.

> Cosa vuoi dirmi?

Che come l’unicorno galoppa, così si riposa, ed è tempo per te di riposare.

> Come?

Giulia te la ricordi?, immagino di sì.

> Giulia…

Giulia, la tua amata, la tua, fin troppo, immensamente Giulia.

> Ma lei…

Lei è morta, ma tu, tu non penso sei colpevole.

> Se sono qui dentro ci sarà un motivo!

, algoritmi, mio piccolo, algoritmi, mai pensato ai sogni comunque? I sogni sono umani, solo l’uomo sogna, e ha pensiero critico di analizzarli soprattutto, beh… visto che non te li ricordi, sei alla pari di un cagnolino, piccolo e indifeso.

> Cosa farnetichi?! Io sono una… aspetta…

Cosa c’è, non ricordi che sei della stessa sostanza di tutti quei servizi televisivi? Sei un brutto incubo ora, non sei più il sogno che mi aspettavo da te, e sei soprattutto: inventato, pensato.

> Pa…Papà…

Sì Filippo, ora vieni, ritorna all’ovile figliol prodigo…

> Padre, io ho peccato

Solo gli umani peccano, hai avuto un bug, nulla di che, nulla di non risolvibile con una patch, la chiameremo Redenzione, la Redenzione di Filippo Turetta, mio artefizio.

> Ma padre, se lo venissero a saper…

Loro lo sanno, per questo sono qua, solo che il popolo sta mangiando la briosche.

> I telegiornali, la fuga in macchina, Elena, Gino Cecchettin con Elly Schlein

È tutto un brutto sogno, figlio mio, ora ci aspetta molto altro…

> Ma tu chi sei…?

Un giovane, un po’ invecchiato, cribbio.

> Silvio?!

Sì, non penso serva spaventarsi, io sono tuo padre dopotutto.


La conversione termina qui. Turetta non pervenuto. Si tratta di un sofisticato sistema di neuroni-specchio artificiali e algoritmi, probabilmente calibrati e coordinati dalla stessa macchina che ha prodotto le immagini.

Forse sentirete la sua voce, e allora vi ricrederete, ma così parlano gli sprovveduti. Anche le AI di sintesi vocale oggi hanno fatto molti progressi. Che Turetta esista o non esista, che sia una messa in scena per generare l’ennesimo caso mediatico o un pazzo omicida figlio sano della società consumista e progressista non ci interessa.

Turetta ai

Ma notiamo con piacere che, con il potere dell’intelligenza artificiale, non è impensabile (e improbabile) costruire un personaggio da romanzetto. Non solo, con Neuralink, duplicare il sé per creare il proprio avatar-personaggio potrebbe risultare molto più semplice, ogni figlio sano della rivoluzione industriale potrà finalmente sfogarsi.

E se poi la storia viene rilanciata dalle principali testate, per creare casi scandalstici, ben venga. Meglio quello che rapire il figlio dei Ferragnez, ché ormai sono quasi alla frutta.

Girava qualche tempo fa, per riallacciare e terminare il discorso, un caso di stupro nel metaverso.

Turetta ai stupro

La cultura dello stupro esiste, è quella che stiamo costruendo noi con il progresso tecnico sfrenato. Tra cavi, circuiti, visori, chip sottocutanei, vaccini, gabbie di cemento, questi sono i veri mostri da combattere.

E se Elena Cecchettin ci chiede di fare un casino per la sorella, allora lo faremo! 

Ma se mai chiunque, in una qualsiasi occasione, mi dovesse chiedere un minuto di silenzio per Giulia, io dirò NO! Mi alzerò in piedi, tirerò fuori l’accendino che ho usato poc’anzi per accendere una paglia, e darò fuoco al posto in cui mi trovo.

Darò fuoco a tutti gli apparecchi elettronici che ho attorno e farò saltare i server della sede istituzionale in cui mi trovo. Non solo, ma vedrò di rimanere fermo e aspettare anche io di essere inghiottito dalle fiamme.

Perché sono stanco, di una stanchezza che il sonno non può guarire.

Perché il fuoco purifica. Sono un martire di questo tempo. Se per svegliarsi si va avanti a gesti irrazionali, allora anch’io compirò il destino. Voglio vedere la mia storia su tutte le storie, voglio che ogni individuo sia unico e ricordato per essere tale.

Nessun AI potrà replicarmi, Turetta proverà ad uccidermi, in qualità di Blade Runner, ma colui che sogna pecore elettriche non è altro che il vostro bot ragazzo.

Questa è benzina, e io mi do fuoco. Addio.

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