KID YUGI

KID YUGI
Lettura boomer
In un mondo di riflettori siamo il buio che sfilando sul tappeto dell’ignavia credete di lasciare alle vostre spalle.

“Sono uno stupro sul notturno

ll signore del buio

Il peccatuccio del fanciullo, 

I demoni dell’adulto

Non c’è inganno né trucco, 

Superpoteri, demiurgo

Sono un involucro vuoto, 

Rifletto il male che urto.”

Francesco Stasi, in arte Kid Yugi, classe 2001 è la nuova emanazione venefica del panorama t-Rap Italiano. Orgogliosamente straight outta Terronia il nostro compone un immaginario intriso di truculenza, orrore e poesia. Cresce in quel di Massafra, ad un respiro da Taranto che ha come la sua musica una caratteristica peculiare:

la contaminazione.

Kid Yugi, infatti, non è un rapper che si limita a interpretare il suo ruolo, al contrario scova in esso il suo anti-idolo: la controfigura in cui pacificare le sue apparenti contraddizioni. Difatti alla sua passione sfrenata per la letteratura, la mitologia, il teatro ed il cinema collimano lo slang massafrese, l’immaginario street-gore e la sua devozione per la droga.

Ciccio ha scelto di dar sfoggio al lato peggiore di sé stesso nel migliore dei modi, ovvero attraverso l’edulcorazione citazionistica ed estetica. È importante sottolineare quest’aspetto perché se durante la golden age dell’Hip-Hop era sicuramente un profilo spesso caratteristico (basti pensare all’ammirazione di 2pac per Shakespeare o alle citazioni dei Wu-Tang, i Club dogo di Mi-Fist e le reference al cinema noir italiano e la canzone d’autore, i Cor Veleno  e la loro passione per la cultura rock ecc…) oggi i rapper si limitano ad interpretare il loro stereotipo senza comprendere che l’essenza archetipica del loro genere li spinge al di fuori dei confini tracciati dall’industria musicale a partire dagli anni post 2000.

Ecco Kid Yugi in un pezzo con Young Hash, un altro simpatico terrone che abbiamo conosciuto al Fuckyourparty

Yugi scrive come stesse dirigendo cinema di genere: da forma alla messinscena attraverso la folgorante ossessione della Tenebra ricomponendo le schegge di terrore nel grande mosaico delle (quasi) raffinate reminiscenze culturali. Bisogna però far luce su un aspetto fondamentale: Ciccio sicuramente si avvale della fantasia durante la creazione del suo film ma essa ha la sola funzione di rinvigorire l’indolenza tipica della realtà. Non è un regista di documentari ma di film ispirati ad una storia vera. Le sue liriche sono il sintomo di una vera e propria tensione lovecraftiana verso il Male, inteso quindi come vera e propria essenza metafisica capace di governare le miserie umane. Riconosce come il cristianesimo l’essenza assolutamente miserevole della natura umana ma non confida nella salvezza piuttosto si abbandona all’inevitabilità della perdizione.

 

È in questo senso anche egli una specie di accelerazionista (anche un cryptocristiano alla rovescia) o come egli stesso si definisce “il futurismo del flow” poiché, da vero discepolo dell’apocalisse, riconosce nella distruzione l’unico principio di rinascita. Questa fede, probabilmente vissuta dal nostro con gran travaglio, è la stessa che gli permette di rendersi cosciente della realtà che lo circonda.

“Ho visto in qualche pixel l’oppio per il mio popolo”

Scrive Yugi riconoscendo nel progresso tecnico-scientifico il motivo dell’alienazione corrente oppure il forte je accuse all’America nella barra “Non ho mai visto lo zio Sam prendersi un fungo atomico” ma soprattutto la consapevolezza di vivere in una società dove il carattere merceologico ha ridotto l’individuo a mero riflesso di ciò da cui è consumato.

Ciccio infatti non svela l’essenza misteriosa della vita ma riflette ciò che lo attraversa solo per cercare di riconoscersi un passo più in là di quell’abbaglio. È un anti-poeta, un decadente, contro la vita e l’uomo stesso, il Male lo scruta seduto sul trono della lussuria mentre lui striscia (come tutti noi) cercando di raggiungerlo per fottergli il posto. È nella negazione stessa del mondo, della poesia e dell’uomo che però sopravvive la sua essenza ed è proprio questo a rendere Francesco Stasi un’artista. Come un vero e proprio anti-eroe riesce a svincolarsi dal male che lo circonda soltanto interiorizzandolo:

Gravano su di lui le responsabilità di chi conosce la morte.

L’unico argine che l’aurea metafisica del Male sembra non riuscire a valicare è proprio Massafra: il suo paese d’origine. “Portare Massafra sulla mappa” è infatti il solo scopo che sembra coinvolgere Yugi. Il radicamento nel luogo (fondamento di tutta la cultura hip-hop) non è vissuto dal nostro come un mero attaccamento ai propri istinti primordiali ma piuttosto assume la dimensione epica della missione a cui il nostro eroe deve sottoporsi per vincere la vanità che travolge la realtà.

Nonostante la forte componente evocativa Massafra però non sfugge alla natura profondamente maligna dell’umanità. È il luogo in cui “cmbagn s’arragln p’nu par d’tir d’polvr “ (compagni litigano per un paio di tiri di povere) o in cui il nostro assetta “un magazzino nei trulli”.

Noi Apuli, del resto, troppo spesso accusati di essere i cafoni trasferiti a Milano siamo in realtà una tribù che si adatta alle situazioni ma non per questo rinuncia alle sue Tradizioni. Siamo il respiro corale dell’Adriatico, l’amore per la luce che si riflette sugli ulivi nelle giornate estive, l’olio nella cantina, i taralli nel panificio, il pensiero meridiano fattosi carne. Ma soprattutto come Kid Yugi siamo degli stronzissimi anti-idoli perché non vi sbattiamo in faccia la bellezza di cui siamo custodi ma preferiamo che Zalone incassi 137 milioni di euro al botteghino vendendo il nostro stereotipo. In una battuta:

Amiamo prendervi per il culo.

Nessuno ricorda l’infinita lista di geni (mi fermo al 900’) accuditi nel ventre di questa magnifica terra: si pensi in primis al dio salentino Carmelo Bene, al regista Fernando di Leo a cui Quentin Tarantino deve gran parte dell’esistenza del suo cinema, al memorabile ministro Don Araldo di Crollalanza ,a Marcello Veneziani intellettuale di spicco del panorama odierno ,al sociologo Franco Cassano o per tornare nell’ambito hip-hop (mainstream ed underground) a Caparezza, Madman,i Microphone Killarz(Mecna,Lustro,Totó Nasty),Dj Argento, South Fam (Aban),Toki ecc…

Ed è per questo che accolgo con fervore la missione di Kid Yugi: sono convinto che

“porterà Massafra-Ghanistan sulla Mappa”.

Il nostro giovane William S.Bourroughs, lirico braccatore ,dopo l’ottimo esordio nello scenario del “The Globe” (suo primo disco che dovete assolutamente ascoltare) ossessionerà le folle con la sua poetica pregna di tenebra, asfalto ed in fondo umanità. Sarà la minaccia che incombe, la coscienza sepolta, il buio che non potrete più lasciare alle spalle quando tutte le luci si spengono.   

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