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La Zanzaraverso

La Zanzaraverso
Lettura boomer
La Zanzara, programma radiofonico, mostruoso e agghiacciante, è il vero volto dell'Italiosfera!

Tutto il resto è noia è il nostro richiamo della foresta, cui accorriamo nervosi, famelici. Nello Zanzaraverso non c’è calma, ma solo sangue e merda. La fascia oraria 18:30 – 20:30 non è casuale: orario di punta in cui finiamo di lavorare e di studiare, stanchi, pieni, nervosi. C’è bisogno di una valvola di sfogo: niente di meglio della polemica correnteil discorso sul razzismo di Paola Egonu, Sanremo, la guerra in Ucraina, il green pass, l’ascesa delle destreper farci godere di fronte alla colonscopia dell’Italia, per dirla alla David Parenzo, co-conduttore della trasmissione radiofonica più volgare del secolo in onda su Radio 24, e per questo la più bella e insostituibile. Chiunque dica il contrario è un perbenista, e mente, senza ombra di dubbio. 

Il ritmo è incalzante, il linguaggio volgare, la musica forte e frenetica. Giuseppe Cruciani, creatore e conduttore della Zanzara, non ammette lentezza, giri di parole, temi troppo seriosi e argomentazioni dialetticamente articolate. Questo non esiste, nello Zanzaraverso, che inneggia al rifiuto della complessità, alla scarnificazione delle vicende, allo scadimento nella volgarità più estasiante, alle generalizzazioni più ingiuste e assolute, all’esplicito più porno. A lui non gliene frega un cazzo, come direbbe Feltri. Non esiste PNNR, non esistono sondaggi, non esistono BCE o manovre di bilancio. 

Donatooo!

E come mai si parla di colonscopia? Non ci capisco più un cazzo.

Perché la Zanzara è il porto sicuro dei più colossali idioti d’Italia. E la loro opinione, in quanto opinione d’idiota, è come uno snervante motivetto chi ci titilla, e ci irrita, e ci fa incazzare, e ci fa godere. Unica condizione: se si chiama, bisogna sempre avere qualcosa da dire – a meno che, naturalmente, non si voglia ricevere un poderoso MA VAI A FARE IN CULO! da Cruciani. Celebre è il seguente scambio di battute tra un ascoltatore e il conduttore:

Cruciani: Franco da Mantova. 

Franco da Mantova: …

Cruciani: Franco da Mantova, dimmi.

Franco da Mantova: Ehm, non lo so, non mi ricordo più.

Cruciani: Come non ti ricordi più? Ma vaffanculo va. Paolo da Modena, forza. 

Franco da Mantova: Ma vaffanculo te.

Cruciani: Ma vai a fare in culo, stronzo! Paolo da Modena, dai!

La grandissima capacità di Cruciani è quella dell’ambiguità:

Sua è l’arte di saper parlare un linguaggio che, a seconda delle orecchie che tocca, può essere letto diversamente. Non a caso in molti lo considerano un esponente di punta della destra, di cui non disdegna alcune idee, ma che di certo non è casa sua: Cruciani è pro aborto, eutanasia, droghe leggere, utero in affitto, prostituzione e così via. Più che un destroide, è un radicale, e sopratutto un libertario. Eppure, il 90% di coloro che chiamano – e che, sopratutto, vengono chiamati – appartengono alla destra del complottismo, del vittimismo, dell’intransigenza religiosa, del putinismo: Enzo Spatalino, Mario Adinolfi, Moni Ovadia, Anna Maria Giotta, Vauro Senesi. Oltre agli interventisti oramai diventati celebri, che si fanno portavoce di tematiche provocatorie: Anna da Roma (la strega, o vecchiaccia maledetta, putiniana cattolica), Tony da Milano (anarco-stalinista che vive con la mammina), Vittorio da Roma (odiatore intransigente dei camionisti, cui augura incidenti mortali), Andrea da Lucca (sinistro col padre fascio e putiniano); menzione d’onore a il fu Mauro da Mantova, sovranista di prim’ordine, morto di Covid dopo la sua strenua lotta no-vax. Un circo degli orrori, un Bosco Atro: l’Italiosfera.

E perciò devi farci l’orecchio.

Entrare nello Zanzaraverso richiede qualche settimana di apprendistato, per capire la filosofia che sta dietro a ciascuno dei due conduttori. Non sono pochi, infatti, i noviziati che mi chiedono: Ma quindi Cruciani è di destra? o peggio Ma Cruciani è fascio?. Ma no, chissene frega di questa roba. Andiate oltre il fenomeno.

Parenzo non è della stessa scuola di pensiero. Di fronte alla palese CAZZATA, lui sbotta:

Parenzo: “Ma quale ‘sciocco’?! Stupido! Stupido! Stupido! Non ne posso più di sentire le tue stupidaggini sul deep state e i sionisti! Sei una testa di cazzo e basta!”

Ascoltatore: “Sei un buffone da quattro soldi!”

Parenzo: “No, intanto non sono quattro soldi: quattro soldi li prendi tu, mortaccione! Mortaccione pagato da Putin, i quattro soldi li prendi tu, mortaccione pagato da Putin!”

Ascoltatore: “Parenzo, tu sei una puttana mediatica! Tu sei la puttana dei piccoli poteri forti italiani, va bene?”

Tuttavia, la verità è che Parenzo, pur provocando, lo fa sempre entro dei termini ben precisi: non si schiererà infatti mai contro un Draghi, o un conduttore de La7 (rete che gli paga il primo stipendio), o un Aldo Cazzullo e un Marco da Milano (il direttore, non l’ascoltatore). La sinistra eminente, insomma. Al contrario, Cruciani vive per provocare e per contrattaccare, così terribilmente insofferente ai perbenismi borghesi, agli intellettuali, ai discorsoni e alle dissertazioni. Memorabili gli attacchi diretti rivolti alla sua stessa azienda e al grande azionista del Gruppo 24 Ore e quindi di Radio 24, la CONFINDUSTRIA. Di seguito la sua ribellione contro il presidente della confederazione, Carlo Bonomi, quando ammoniva che Confindustria si sarebbe opposta “a tutti coloro” che avrebbero voluto intralciare il processo delle riforme, a cominciare da chi flirta coi no-vax, invece di pensare alla sicurezza di cittadini e lavoratori…. A queste parole, Parenzo risponde così (facendo godere noi parenziani):

Parenzo: Eccolo qua! E chi flirta coi no-vax?! Chi flirta, cari amici?! Chi?! Chi?! Chi?! Chi è che è, io non voglio dire niente” – intanto indica Cruciani – “non voglio accusare il mio amico […], ma oggi purtroppo dobbiamo combattere il virus, e chi è stato a flirtare? […] Il suo è un nome biblico, ed è ‘Giuseppe’; il suo cognome è il cognome di uno dei più grandi urologi italiani: CRUCIANI! E allora se si mettono insieme il nome e il cognome, caro Bonomi, il nemico ce l’hai in casa!

Cruciani, di rimando, manda in onda un intervento del capo no-vax Girotto, da Radio Gamma 5, in cui viene condotto un nervoso attacco contro l’obbligo di vaccinazioni e le restrizioni imposte e coloro che rifiutassero il vaccino. Cruciani poi afferma: 

Beh, te la dico forte, amico mio: sono dalla parte di costui che hai appena sentito. Te la dico forte, te la dico forte, te la dico forte!” per poi precisare “Non sui termini [usati da Girotto].”

Il fatto è che Cruciani si batte contro il pensiero unico, o politicamente corretto, estremizzando questi concetti in una crociata senza fine, e pertanto guadagnandosi la simpatia di moltissimi italiani medi. Ne risente qualsiasi l’ascoltatore, di questa tendenza crucianiana, perché nel giro di qualche tempo si accorgerà di un nuovo, sotteso ribollire in se stesso, sintomo di un bisogno sempre più impellente: 

PROVOCARE.

Nello Zanzaraverso finiscono così per esserci due schieramenti: i crucianiani e i parenziani, che si scontrano in una guerra senza fine, guerra di principi e di valori: il qualunquismo dei primi contro il ragionamento dei secondi, la pancia contro la testa, il fuoco contro l’acqua – e alcuni direbbero la destra contro la sinistra – a suoni di insulti e parolacce delle meno sopraffine. I seguaci di Parenzo si riuniscono nella Maggioranza Silenziosa Parenziana: silenziosa perché il parenziano tipo tende di meno a chiamare in trasmissione, visto che è naturalmente più ragionevole. E abbiamo detto che troppa ragione stroppia, nello Zanzaraverso. Anche se non mancano i voltafaccia. Non sono infatti pochi gli ascoltatori che, con tono deluso, ammettono di aver cambiato schieramento, per una ragione o per l’altra. Ultimamente, per esempio, le critiche di Parenzo sul 41bis hanno suscitato moltissimi malumori in tutto lo Zanzaraverso, e le legioni parenziane sono diminuite. 

Parenzo: “Io mi alzo in piedi e dico: questo è lo Stato di diritto.”

Ascoltatore: “Vergognati.”

Parenzo: “Vergognati TU!”

Il punto focale è comunque uno solo: Cruciani ammette qualsiasi opinione, sia all’interno della Zanzara, sia all’esterno. Si pensi solo all’uscita di Fedez su Emanuela Orlandi nel suo muschioselvaggio in cui, intervistando il giornalista d’inchiesta Gianluigi Nuzzi, il cantante afferma che l’unica certezza sul caso Orlandi è che non l’hanno mai trovata. Battuta infelice, che ha suscitato lo sdegno di quelli che Cruciani definisce perbenisti del cazzo; il conduttore difende Fedez:

“La cosa molto semplice è che qualcuno vuole dire a Fedez o a chiunque altro o a me come bisogna intervistare le persone: ognuno intervista le persone come vuole. Anche se Nuzzi è uno scrittore, un giornalista, questi ridono su quello che vogliono […]. Dunque viva la libertà di ridere su tutto, viva Fedez, vaffanculo i moralisti del cazzo dell’ultim’ora, i moralisti che dicono ‘Eh, non si può ridere di questo, non si può ridere di quest’altro’ […]: ma vaffanculo va, ognuno usa il registro che vuole[…].”

E tu finisci a chiederti: Come dargli torto? nel progressivo assorbimento di una filosofia che ti cambia: la filosofia della Zanzara. E capisci che, in fondo, la negazione della complessità di Cruciani non è tale, perché è prima di tutto coscienza della complessità, e poi conseguente rifiuto. È appreso ciò che si oltrepassa l’atmosfera e si finisce nello Zanzaraverso, da cui è impossibile scappare: esso ti assuefa in maniera fatale, ineluttabile. 

In molti hanno detto che non esisterebbe un Cruciani senza un Parenzo, e viceversa. Vero, verissimo. E io aggiungo che non esiste una trasmissione come La Zanzara, che ti fa comprendere, nella sua negazione della complessità, la natura stessa della complessità. E ti esorcizza da tutti i mali. 

Perché nessuno ha ancora conferito a Giuseppe Cruciani una laurea honoris causa

Del resto Cruciani lascerà sempre spazio all’opinione di idiota come se fosse quella di António Guterres o di Mario Draghi, in un’unica ed encomiabile professione di fede alla democrazia e alla libertà d’espressione. 

God save La Zanzara. 

God save Radio 24.

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