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Un fatto nero,
di mistero a dire il vero
Tre volti strani dai nipponici tratti han raccontato
tre versioni dei loro miseri fatti. Tre versioni
e peripezie, nessuna è vera se non bugie.
Un fantasma, una dama e un brigante dei loro
racconti la convinzione è più dura di un diamante.
Meglio il morso di un serpente
della loro coscienza impudente, di sincera brevità
è ogni lor tentativo, si vede che d’esser
Ma perchè non vi mettete comodi e cominciamo,
che di per sé questa storia non inizia con un ti amo,
ma continua quasi non avesse inizio in un difficile susseguirsi
quasi cadessimo da un precipizio che non è facile a dirsi.
Sembra un giorno fatto d’ozio che diventa momento propizio
perchè ci si ricordi che è di ognuno il vizio
di voler la ragione appartiene a ogni tizio.
In un pomeriggio di pioggia torrenziale,
due incontrano uno sconosciuto sotto un tetto provvidenziale.
Si inizia in un tormento di cose,
ragioni e accadimenti come spine di rose.
Il denominatore è un abominio,
rivelatore e oscuro assassinio.
Seppur l’assassino si sappia chi è,
non si capisce com’è avvenuto o perchè.
Chi ha ragione e chi non, nega sé e gli altri
ormai da un po’. Non c’è bon ton, solo un timore,
esser creduti persone che han da vender disonore.
Comincia il brigante, da cui tutto nasce,
vive alla giornata e si prende che gli piace.
Quel giorno una piccola dama gli passò davanti
e si sbarazzò del suo uomo per averla pochi istanti,
da lì in poi che successe venne cambiato
da ogni avvenimento raccontato, perfino una maga parlò,
e il fantasma dell’ammazzato il suo dramma interpretò.
La donna non si nascose se non nel miele
che nelle sue parole ripose. Innocente
ed elegante, ogni sua sfortuna la decise il brigante.
Ognuno è vittima, ma non ve n’è di relatività,
se non quella che l’acqua al proprio mulino porta mera omertà.
Nessuno è vittima, e ognuno sa, quel poco
della sua ennesima versione gli toglie la dignità.
Ma vi è un finale, al termine di questo viaggio,
lo volle Kurosawa e qualunque degno personaggio.
Un bambino piange, bello come il sole, permetterà
di redimerci non solo a parole. Guardate il film,
e scoprirete un racconto, che in ognuno
di voi è stato un po’ o molto. Tanto amore c’è,
solo questo vi dirò, col mio bon ton
alle porte di Rashomon.
Rashomon è un film di Akira Kurosawa e il primo film giapponese a vincere l'oscar al miglior film straniero.
Se non fosse stato per una nostra connazionale professoressa di italiano a Tokyo, il film non sarebbe mai stato scoperto all’estero perchè la stessa casa produttrice l’aveva bollato come non meritevole. Invece inviato in Italia e vinta la Palma D’Oro ottenne poi il successo meritato.
Fu l’inizio di tutto, del cinema di Akira Kurosawa e dell’ascesa di uno dei più grandi dieci attori della storia, Toshiro Mifune, che qui interpreta il brigante e lavorerà ancora col regista sedici volte. Rashomon è la dinamica della vita di tutti i giorni in un momento di cinema, magnificato dalle interpretazioni e da un finale migliore di quello del libro, cambiato da Kurosawa.
È talmente importante che tutt'oggi viene studiato il rashomon effect in psicologia e la sua costante è dovuta dall'aver scoperto l'invisibile, come per la mela di Newton, Rashomon vale da quello che erano i rapporti fra le persone due mila anni fa, a quelli che saranno con gli androidi un non lontano domani: avere di nessuno la verità e di ognuno la menzogna.
Qui potrete guardarlo legalmente con sottotitoli in inglese completamente gratis!