È inutile: il cervello umano funziona così. A un cartello con su scritto “non aprire”, “non toccare”, stai sicuro che risponderà facendo l’esatto opposto.
Posti di fronte a un divieto non ulteriormente chiarito, subito la nostra mente si porta alle cause che hanno portato quel cartello ad essere appeso.
Sicuramente chi lo ha posto non aveva buone ragioni, dato che il pensiero moderno concepisce l’umano come un nuovo modello di iPhone, che è sempre in grado di fare le cose (inutili) che facevano anche gli altri ma il 200% più veloce.
Questa ideologia progressista dell’umano rende così inutile anche solo mettersi a ricercare i motivi di quel divieto e si procede a buttarlo giù, sicuri delle proprie moderne convinzioni.
Se gli effetti di un divieto inutile sono costrizioni inutili, è perfettamente razionale eliminare il divieto il prima possibile.
Ma se le premesse sono sbagliate, anche gli effetti non saranno quelli attesi.
Per la mitologia greca, l’iniziatrice di tutte le sventure umane è stata una donna, che ha compiuto un’operazione perfettamente analoga. Ha aperto un vaso su cui stava scritto grande così
NON APRIRE.
Il vaso di Pandora della nostra epoca ha però una storia più complicata.
Quando passa troppo tempo, certe proibizioni ci appaiono insensate. Divieti che parevano così ovvi da non necessitare nemmeno di una spiegazione, ora ci appaiono buttati lì, nella migliore delle ipotesi per ignoranza, ma più probabilmente per privarci di qualche splendido piacere.
Ma cosa dovremmo aspettarci, che il guardiano dei leoni scriva sulla gabbia
NON APRIREoppure che ci proponga una disamina zoologica su quanto i leoni, data la loro forza e le loro fauci poco indulgenti, sarebbe meglio stessero chiusi lì dentro?
LO STESSO È ACCADUTO PER IL SESSO.
Il fuoco più vorace e incontrollabile che gli uomini abbiano mai avuto la sfortuna di incontrare. Questa fiamma, sempre a rischio di divampare in un rogo distruttivo, è stata liberata.
Bravi, complimenti.
A ben guardare, in realtà, ci era stato anche spiegato per benino.
Pagani, cristiani, filosofi, poeti e pure tua nonna ce lo hanno ripetuto fino allo sfinimento: le passioni sono pericolose.
Ad un certo punto si è deciso però che tutto il pensiero elaborato prima della Rivoluzione francese avesse l’onere della prova (facile, quando sono tutti morti).
Così, anche se oltre allo spaventoso cartello intimidatorio avevamo anche la spiegazione, abbiamo deciso di ignorarla.
La liberazione sessuale è uno dei miti fondativi della nostra società ed è raccontata in forma di leggenda.
Le donne, colte da un improvviso moto d’unione, avrebbero colto la loro posizione di subalternità e passività sessuale e in una calda giornata estiva californiana si sarebbero liberate, appropriandosi dell’arma più letale, in grado di dare godimento e immortalità, perpetuando la propria generazione.
In questo modo il potere maschile avrebbe subito uno scossone definitivo.
Una volta scoperta la libera passione, il genere femminile non avrebbe mai potuto fermarsi, passando alla conquista del potere politico ed economico, opera mai riuscita alle loro sorelle dei secoli passati, rimaste ancora legate all’istituzione famigliare, la più patriarcale che c’è.
Rimuovendo i limiti all’ancestrale slancio sessuale, un nuovo ordine sessuale apparirebbe ora possibile.
Mi dispiace frenare gli entusiasmi, ma il patriarcato non è mai finito e mai finirà.
Come tutti i sistemi dominanti ha però trovato degli alleati, in particolare nella nuova ragione economica novecentesca.
Da quel giorno maledetto in cui un inglese ha deciso che sì, era proprio arrivato il momento di rovinare il mondo, l’ideologia liberale ha avuto sempre un solo problema:
creare degli individui dalle persone.
Ci hanno provato, anche con buoni risultati, attraverso il lavoro in fabbrica e in un certo senso anche con il lavoro salariato in se stesso.
Ma questo non è un rant marxista, per quello andate nell’auletta di fianco.
A completare il lavoro d’oltremanica ci hanno pensato gli americani rinati in forma nuova dopo le guerre mondiali.
Mancava un ultimo sforzo: distruggere legami antieconomici come padre, madre, fratello e la zia che a Natale ti regala i calzini.
Secondo una non inedita collaborazione tra l’infido potere economico a trazione maschile e la femminile e candida scienza, come manna dal cielo ci è stata recapitata lei, la pillola.
Nulla poteva essere più come prima, adesso sì che la catena che teneva legato il sesso risultava pienamente priva di senso.
Il mirabolante intelletto moderno giunge alla sua conclusione: il sesso era stato rinchiuso perché avevano paura di lasciare marmocchi ovunque.
Adesso tutti possono liberare quel pensiero che rimaneva in testa e non usciva dalla bocca come per un tacito tabù: i bambini non ci piacciono! Puzzano, sporcano, gridano, non ti permettono di guardare Netflix in pace o di fare i Powerpoint in smart working.
Finalmente possiamo fare tutto ciò che è necessario per ottenere il climax e le conseguenze di potere che ne derivano sull’altro, in una maniera nuova.
Per la prima volta la donna potrà servirsi dell’uomo senza instaurare nessun tipo di legame duraturo e politico con lui.
La rivoluzione femminista è avvenuta.
Se non fosse che si sono dimenticate che l’uomo poteva fare lo stesso: usarle e non dare mai nessuna garanzia.
Non molto riuscita questa liberazione dal patriarcato.
In verità, la proibizione stava in piedi sì per le conseguenze dell’atto sessuale, ma non per quelle esterne, quanto per quelle sul nostro animo (o per il pubblico più sensibile, insieme di cellule e scariche elettriche che generano sensazioni psichiche).
Liberando la forza erotica, l’unica tra quelle in nostro possesso ad essere così potente da generare nuova vita, ne siamo diventati schiavi.
Il sesso di oggi è un ossimorico piacere obbligato e afinalistico. Devi farlo, se vuoi essere normale, ma da esso non puoi aspettarti assolutamente nulla. Goditi questi minuti di felicità (che combacia col piacere) terminanti in un vicolo cieco.
Una vita dedicata a un piacere senza sbocchi non ha senso.
Abbiamo eliminato le responsabilità, ma al prezzo del significato stesso dell’atto.
Come tutte le rivoluzioni, quella sessuale è stata un grande sbaglio.
Il sesso è ovunque e quindi non significa più nulla.
Per tentare una via d’uscita occorre non parlarne, non aderirvi. Rifiutarlo, se necessario.
Rendendolo di nuovo un bene raro per natura riacquisterà significato e fine.
Mettere le catene ai nostri istinti naturali ci farà essere di nuovo liberi.
Non sarà facile e non significa smentire i nostri desideri animaleschi. Ma se siamo davvero uomini dobbiamo collegare il corpo alla ragione e farli combaciare.