Qua c’è da far saltare in aria muri su muri, perché non se ne può più.
Milioni di stupidaggini e scemenze spacciate per arte, ma poi arte di stocazzo visto che sono proloco, comuni, enti pubblici e altre menate varie.
L’arte ha da essere vera. Non queste cazzate dei faccioni
sopra le pareti delle città
. Riqualifichi il territorio sì, ma a quale prezzo?
Vincenzo Profeta è un maestro, e leggetelo una volta un libro BLAST!
Almeno una volta, dopo aver capito che cosa si intende con criptoarte.
Nel momento in cui la plutocrazia regna, la speculazione si ingegna (e si insegna).
Non c’è altro da dire, perché se qualcosa finanziata e strafinanziata, dall’UE soprattutto, non può essere arte. Dite che è bello? Ma ragazzi…
A questo punto vale inverare il meme: murales di Orsini.
Jorit e Banksy di stocazzo, ma fateci ridere per una volta.
Noi usciamo di casa, vediamo un gigante Falcone e Borsellino, vediamo un gigante faccione che il sedicente influenzer (dedestra o desinistra che sia)
reposterà per scrivere sempre viva [inserire valore a caso]
oppure il ragazzino
ci si farà la foto per sempre più figo o la sottomarca
dei vestiti da skate ci farà la pubblicità da quattro soldi perché anvedi quanto siamo street che ci sta il murales dietro.
Sono roba grossa che fa interessare l’opinione pubblica? Bene. Aiutano un luogo ad essere riqualificato? Ok, speriamo di sì.
Ma l’Arte è altro.
L’Arte per sua natura ci porta a Dio. I murales sono i bassifondi del piano ontico.
Cosa ci trovi in quei faccioni da parodia? Veramente poco. Ti dico qualche cosina, anche io farò un po’ il profeta.
Il caro Vincenzo racconta del mitico signor Enzo, fa pure rima
, un eroe dei nostri tempi praticamente.
Serve gente per mandare avanti le schiere di AMMAZZATE.
Altro artista, stavolta milanese, che segnaliamo vicino al signor Enzo: BAAL CULO
. Poco altro da aggiungere, contro i pagani sempre tomisti e criptocristiani
Vengo da un quartiere di Roma dove i murales sono all’ordine del giorno, è il primo museo condominiale, e penso di essere tra le persone che meglio conoscono la storia del quartiere.
Quei murales sono dei cittadini, quello è un museo condominiale e in quel caso sì: una Madonna, un bimbo su una scala di colori e dei lottatori di Wrestling un po’ di arte ce l’hanno.
E ce l’hanno perché sono di Shangai. E ce l’hanno perché i nomi gliel’hanno dati le persone che abitano quei palazzoni.
Col cazzo che il quartiere ha prosperato per quelli, ma sicuramente sono diventati un punto folkloristico e ci sta, è giusto così.
Ma niente incensazioni, fotine, e chissà che altro. Fierezza e brutalità
. Questa è la vera dignità della Street Art. Se nel palazzo del murales non c’è disagio non è arte.
La cosa bella del quartiere sono anche i tag sui muri, c’era una bella scritta con un fascio comparsa in quarantena, dopo le sparate di Mario Giordano ACAB (Assistenti Civici Are Bastards), inutile dire che quel fascio è diventato una bella A di Anarchia.
Vari tag strani e una volta, una sera leggendaria, vidi dei ragazzi provare a fare un tag colorato sul muro. Figata. Non li ho disturbati, quella coppia dal viso coperto dalla bandana è il mio signor Enzo.
I pischelli dark che popolano l’ardeatino e te scrivono il loro nomicciolo in modo sgargiante
sui muri. Nella notte, mentre uno fa il palo per vedere se passano macchine. Sul muro del centro sportivo.
Qual è il prossimo passo? Ovviamente gli stickers.
Dando a un po’ di gente quelli di Blast, che hanno iniziato a popolare i big capoluoghi, il negrosso mi ha detto Solo chi attacca gli sticker vede gli sticker
.
Quanta verità. Ed è lo stesso colle tag sui muri. Solo che quelle sono più grosse
, quindi più appariscenti.
Quindi anche se non lo vuoi la vedi, ma magari non la leggi.
Gli sticker invece no. Pensa che c’è stato molto più lavoro, molta più elaborazione e molti più soldi. Facile uscire con la bomboletta e scrivere NTHG, prova a far stampare 500 sticker e metterli!
Infatti ci sta: prima una ricerca per avere un messaggio semplice e chiaro, da dare nel tuo sticker, poi la ricerca del posto dove stamparli a poco prezzo (diciamoci la verità, chi cazzo ha veramente l’idea di attaccare sticker se non un poveraccio?)
e la ricerca dei posti dove metterli: pali della luce, cartelli, insegne, si vanno a cercare posti dove ce ne sono già altri, con la fiducia che la gente, come tu che li attacchi, si fermi e lo veda, manco fosse ad un semaforo…
Eccomi di nuovo, insomma, se i muri parlano nelle città, gli sticker ancora di più.
Parlano delle comunità vive, con la voglia di pensare ed elaborare tutto quello che manca, parlano della gente che vuole fare goliardate o di gente che si sta sponsorizzando a livello artistico o sta semplicemente complottando su Internet. Mo’ non la facciamo lunga, gli sticker sono i grandi assenti nel libro di Profeta (tvb caro).
10. ARTE E POST UMANO
Questo è il capitolo chiave. Questo è il capitolo delle verità.
Arte – Singolo- Dio opposto alla speculazione neoliberale, desinistra/dedestra e oggettiva.
Gli NFT non servono a un cazzo, comprate i nostri per finanziarci e stop!
Volete arte? Seguite i fottutissimi e basatissimi Saccardi.
Veramente credete nelle blockchain? Ma fatemi il piacere, tornate nelle gallerie.
Immagina svegliarti e ammirare un quadro o svegliarti e ammirare un meme sul telefono.
Se cambia te compri il quadro, se non cambia non me compro l’NFT, moda borghese
, perché tanto so memare da me.
Ripeto, al massimo me ne compro uno di BLAST o gli commissiono un artwork (nei dm subito pls).
Insomma, BR AMMAZZATE BANKSY
è un capolavoro
.
Come sempre Profeta è profeta.
Ci sarebbero molte altre cose da dire ma terminerei con due sentenze che vi possono guidare nella vita:
Il valore di un uomo non si vede da ciò che ama, ma da ciò che odia
Blast
SUCA