Incubo Call center: le zanzare del capitale cibernetico

Io e le zanzare del capitale cibernetico

Incubo Call center: le zanzare del capitale cibernetico
Lettura boomer
I Call Center visti come zanzare cibernetiche, in questa fresca theory fiction targata ilBlast.it! Non rispondete...

1. Incubo Call Center 

Il telefono vibra a mezzanotte. Il telefono squilla alle 16:00. Mi chiamano continuamente, anche alle sette del mattino. Io non so chi siano e cosa vogliano da me. Forse attenzione. Forse un po’ del mio tempo ‘libero’. Forse i miei soldi. 

Sono i call center o cose simili. Mi confondono la vita. Non mi lasciano in pace.

Quando tutto questo è iniziato? 

In verità nessuno può rispondere a questa domanda. Certo, si può fare una ricerca-Google e stabilire un arco di tempo come origine del fenomeno, ma nessuno saprebbe rispondere con certezza sul quando è iniziato il proprio incubo. Perché nessuno, in quel fatidico momento dei primi squilli ricevuti, avrebbe mai potuto immaginare come il fenomeno sarebbe evoluto anni dopo. 

Sono diversi anni che subisco una persecuzione totale ad opera dei call center e sono certo di non essere il solo. Mi viene proposto di tutto, in qualsiasi posto e a tutte le ore: promozioni per cambiare datore telefonico, promozioni per tenere il tuo pc più sicuro (inutile, i call center ti chiameranno lo stesso, molto peggio di un virus del pc), promozioni turistiche, corsi universitari facilitati, abbonamenti per la serie A e la Champions League.

Offerte continue.

I call center sono ovunque e da nessuna parte, ma da un po’ sono nella mia testa

2. Non esiste un’origine precisa

Nei miei rari momenti di otium qualche volta ho cercato di immaginare quando tutto questo
ha avuto inizio e come sta influenzando la mia vita.

La prima conclusione alla quale sono giunto è quanto vi ho appena detto sopra: non esiste un’origine precisa – e forse nemmeno un’origine in generale.

È un tumore cibernetico:

Un giorno come tanti ho scoperto che qualcosa di grosso, in passato, ha iniziato a lentamente proliferare nel mio corpo e, ad un certo punto, si è palesato con violenza. Un giorno qualunque hanno iniziato a cercarti e, nonostante i costanti rifiuti, le chiamate si sono fatte sempre più insistenti.

E se non esiste un’origine precisa…mi tocca inventarla.

Immagino me stesso, molti anni fa, inizi anni Duemila, impegnato a fare i compiti o a vedere i cartoni animati. Squilla il telefono fisso. I miei non ci sono, quindi sono autorizzato a rispondere: dall’altro lato della «cornetta» c’è un impiegato che vuole rifilarmi l’intera Enciclopedia Treccani, con possibilità di pagare a rate.

«Va bene, riferirò a papà, grazie…»

Forse è andata così nel mio caso. è così che sono venuto in contatto con questo tumore, che da questo momento smetto di chiamare call center per dargli un termine che meglio rispecchia l’evoluzione del fenomeno:

Le zanzare-k-k, le zanzare del capitale cibernetico. 

3. No body

Chi possiede il mio numero di cellulare? Chiunque potenzialmente. Chi possiede i miei dati? Chiunque potenzialmente. Le zanzare-k-k pungono costantemente il flusso dei tuoi dati succhiando quanto loro necessario per poterti disturbare.

Forse (caro lettore, che sei arrivato fin qui, scusami per l’enorme quantità di forse che sto utilizzando, ma sto cercando appunto di ricordare – e tu insieme a me, forse)forse qualche tempo fa, nel tentativo di rielaborare nella mia psiche l’immagine del vecchio call center, immaginavo una serie di alienati umanoidi, muniti di camicia bianca e cravatta monocolore, intenti a digitare numeri in anguste scrivanie a scacchiera.

Oggi la mia mente non elabora in questo modo l’operato delle zanzare-k-k.

Con il mio ‘io’ si interfacciano macchine, sigle d’apertura di offerte pubblicitarie, Intelligenze Artificiali, messaggi automatici con voci femminili (secondo gli studi degli alfieri del Capitale, la voce femminile registrata o generata, persuade con più efficacia) e non saprei davvero come immaginarli, come rielaborarli nella mia psiche.

Non possiamo nemmeno parlare di robot o di androidi:

Le zanzare-k-k non hanno forma materiale, non sono più un hardware, sono un software, pseudo-cyber-virus che non ti abbandonano mai. L’umano con cui ho parlato vent’anni fa è soltanto un vecchio ricordo sbiadito.

Forse non è mai esistito. 

4. Mutazioni

«L’insieme delle trasformazioni ambientali – la chimica della natura, la chimica dell’ecosfera mentale, la Psicochimica – crea intorno all’organismo cosciente condizioni alle quali l’organismo cosciente non è adatto. Il processo di adattamento dell’organismo cosciente all’ambiente sociale tecnologico e infosferico non è lineare né previsibile; si tratta, al contrario, di un processo di microadattamenti che si cristallizzano provvisoriamente in forme contraddittorie e parziali. 
Il processo di adattamento non è né automatico né immediato, e non si può dunque spiegare in termini deterministici. Nel complesso l’organismo vive questo passaggio con immensa sofferenza perché i suoi automatismi biologici, psichici, linguistici e sociali gli impediscono di comprendere la trasformazione dell’Infosfera [...] e lo portano a reagire in forme inefficaci, e di conseguenza a mettere in atto comportamenti rabbiosi, ripetendo ossessivamente rituali che hanno perduto forza pratica ed elasticità interpretativa».1

5. Strizzacervelli 

La sala d’attesa del mio strizzacervelli è un angusto stanzone con pareti bianche, sette sedie di plastica blu denim da pochi denari, due piante d’avocado frettolosamente sistemate all’entrata, un poster che ritrae un marmocchio che guarda con felicità quello che dovrebbe essere uno strizzacervelli. Tornare qui, otto anni dopo l’ultima volta, mi ha trasmesso un non so cosa di nostalgico: nonostante i miei problemi psichici, nonostante lo strizzacervelli, la vita mi sembrava più semplice rispetto alla situazione attuale, probabilmente perché non c’erano loro.

O forse (c’)erano, ma io non lo sapevo. La porta dello studio si apre: una giovanissima ragazza mora con espressione estremamente soddisfatta mi fa segno di entrare mentre si avvia verso l’uscita.

(Ri)tocca a me. 

Bentornato… mi dice sorridendo. 

Bentornato il cazzo, penso sorridendo. 

Mi chiede come mai fossi tornato dopo tanto tempo. Gli racconto delle zanzare-k-k. Mi risponde che avrei dovuto rivolgermi alla polizia postale piuttosto che a uno ‘psicologo’: è evidente che non ha colto il senso dei miei timori. 

Scusi, ma lei non è tartassato continuamente da chiamate di numeri sconosciuti? – chiedo.

Beh siquando rispondo, e mi accorgo che stanno tentando di vendere qualche prodotto, attacco il telefono e blocco il numero – risponde il mio strizzacervelli.

E immagino che loro hanno continuato a cercarla con numeri diversi…

, continuo a ricevere chiamatema lascio andarecosa vuole che faccia?

Non si è mai posto domande a riguardo… intendoquesiti più profondi… del tipo: come questo fatto influenzi la sua psiche, la sua vita quotidiana, se in futuro ci sia possibilità che questo tormento finisca…

No, non me lo sono mai chiesto. Ricevo troppe chiamate ogni giorno, sono sempre pieno di lavoro: i soggetti affetti da malattia mentale stanno aumentando anno dopo anno e sono raddoppiati nell’arco di un decennio. Quindi dev…

E se ci fosse un collegamento tra realtà virtuale, quotidianità, sistema economico e aumento dei disturbi mentali? E se in qualche modo c’entrassero anche loro?

Bahnon sapreiforse sì… ma i problemi di impianto edipico-familiari di solito…

E se il problema fosse sistemico?

Senti Adrian, ho un’agenda piena di appuntamenti e pazienti con problemi decisamente più gravi che…

Mi alzo di scatto facendo cadere la sedia. 

Dove vai Adrian??!! Tu non stai bene!! Fatti aiutare ti prego…

Lei non può più aiutarmi e forse non può aiutare più nessuno. Vada a farsi fottere!Mi ha succhiato abbastanza denari per otto anni. E se dopo otto anni crede che ancora ho bisogno del suo aiuto, vuol dire che per otto anni lei ha succhiato inutilmente oltre dodicimila euro ai miei genitori. Lei succhia! Succhia come le zanzare-k-k che…

Come chi…?? 

Vada-a-farsi-fottere!

6. La via dell’eleatismo (supercazzola parmenidea)

Se la ragione di matrice kantiana non riesce a spiegare l’attuale ipercomplessità della società
del XXI secolo,
se non basta a spiegare l’attuale distutopia (l’ibrido tra distopia e utopia)
che rientra dal futuro per farsi presente, si tenteranno altre vie.

La via eleatica, tracciata da Parmenide prima e da Zenone poi, torna dall’Antica Grecia per farsi presente, per cercare di illuminarmi in mezzo a tanta oscurità.

Parmenide distingue nettamente la via dell’opinione (la doxa) da quella della verità (l’alétheia)

Quest’ultima appartiene all’essere, descritto come unico, perfetto, indivisibile, immutabile, immobile, eterno: «l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere». Ora, il lettore si starà giustamente chiedendo come sia possibile applicare la supercazzola parmenidea all’incubo delle zanzare-k-k. Il fenomeno infatti sembra cozzare con la definizione ontologica di Parmenide: le zanzare-k-k sono una moltitudine più che un’unità, sembrano moltiplicarsi ad infinitum (e la moltiplicazione implica il movimento più che l’immobilità), si scindono all’infinito come atomi.

Eppure…qualcosa resta.

Le zanzare-k-k si presentano a me come una sequenza di numeri, come un’entità astratta che la mia mente non riesce a rielaborare (come facciamo a rielaborare l’immagine dell’essere?), non hanno un’origine, come se fossero sempre state lì – quindi «eterne» -, non sembra esserci un modo per fermarle, per annientarle, per cestinarle nella pattumiera della storia.

È come se in mezzo a questa molteplicità, complessità, movimento e moltitudine si nasconda una forza ancestrale, un sostrato di unità, una condizione metafisica e ontologica ben più arcaica della rete.

Nuove tecnologie ri-esumano forze arcaiche. Le zanzare si moltiplicano, sono dinamiche, eppure io percepisco che sono sempre lì, quasi immobili, come Achille e la Tartaruga che, a detta di Zenone, danno solo un’impressione errata riguardo il loro movimento, e quindi un’illusione di cambiamento.

7. Vuole acquistare il mio montone? (La via del Trollerismo)  

Un pomeriggio come tanti ero immerso in una lettura, concentratissimo nonostante il joint di hashish fumato dopo pranzo. La lettura è un vero momento di distrazione, di disconnessione, di pausa dalla matrice. Il tempo si dilata, è meno accelerato del solito, i pensieri si fanno più distensivi rispetto alla velocità dei pensieri che imprimiamo in un audio accelerato da ascoltare in 2x.

Squilla il cellulare: sono loro.

E se non fossero loro? Se fosse uno dei soliti disgraziati corrieri Amazon che dovrebbe fare una consegna? E se fosse una proposta di lavoro o una convocazione per un colloquio dopo anni e anni di curriculum vitae inviati maldestramente nel tentativo di occuparmi?

Rispondo:

Pronto…

Buon pomeriggio! Parlo con Adrian G*****?

[Incredibile. È un umano!]

Si, sta parlando con me…

Bene. Siamo della W****** Group! Lei era nostro cliente nel 2016 prima di chiedere un passaggio di compagnia. Volevo metterla al corrente, come stiamo facendo con tutti i nostri clienti ed ex clienti, della nuova offerta del mese di novembre. Ci sarebbe la possibilità di…

[Illuminazione spinoziana accelerata]

Ah magnifico! Davvero magnifico! – esulto interrompendo l’umanoide.

Beh sì… è un’occasione unica per… 

Per proporle anche la mia nuova offerta. Anche io voglio venderle qualcosa! Potremmo trattare!

[La serotonina aumenta nel mio corpo]

Guardi, in realtà io non voglio comprare nulla… – risponde.

Ma nemmeno io! Però visto che vuole farmi abbonare ad una nuova imperdibile offerta della vostra compagnia, ne approfitto per informarla che sto vendendo il mio montone in pelle nera a un prezzo stracciato: 60 euro. Si va verso Natale e non troverà altri capi del genere a questo prezzo! Come diceva Sean Bean? Winter is coming eheheheh…

Mi scusi, ma non mi è consentito avere questo tipo di interazioni mentre…

Mi mandi il suo numero privato allora! Almeno io glielo sto chiedendo, cosa che voi non avete fatto con me. Il suo capo comprenderà… voi di offerte imperdibili ve ne intendete…

Ok, mi scusi per il disturbo, ma non siamo interessati…

Si figuri…

TU-TU-TU-TU-TU-TU…

8. Incubo maoista

Per una buona volta nella mia vita mi sono sentito soddisfatto. Per una buona volta sono stati loro a dire di non essere interessati a me e alle mie proposte. Per una buona volta ho vinto io. Da oggi farò sempre così, non avrò più paura di rispondere ai tormenti delle zanzare-k-k. C’è comunque poco da festeggiare: dall’altra parte della linea virtuale c’era un umano. Quando non ci sarà un umano, sarà difficile avere la meglio.

Torno alla mia lettura:

La visione di Metcalf, allo stesso tempo cupa ed esilarante, di una modernità catastrofica è una sorta di incubo maoista, mettendo in primo piano non solo la via cinese al comunismo ma anche l’importanza della guerriglia, che sia parte della strategia dello stesso esercito di Mao o dei futuri «insetto-komunisti». Gli insetto-komunisti […] agiscono come sciami non lineari […] Metcalf collega così il «comunismo della classe-k», cioè un comunismo cibernetico fortemente non lineare e mutativo, alla mercatizzazione dal basso descritta da Land […] apre lo spazio per una trasformazione lontana dai classici istituti che mediano l’agire rivoluzionario: il sindacato, il partito, lo Stato.2

Insetto-komunisti vs Zanzare-k-k: la cyberguerriglia è iniziata.

  1.  F. Berardi, Mutazione e Cyberpunk. Immaginazione e tecnologia, Rogas edizioni, Roma, 2019, p. 14. ↩︎
  2. E. Berger, Accelerazione. Correnti utopiche da Dada alla CCRU, Nero, Roma, 2021. ↩︎
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