Sono contrario al diserbo chimico, ma darò la vita affinché tu possa sterilizzare il tuo terreno col glifosate.
Tanko
Avete mai visto un campo di soia soffocato dalle erbacce?
A livello estetico, beh, fa schifo, a livello economico è fallimentare.
Il contadino è un esteta e il campo è la sua opera d’arte.
Vi invito a trattare l’agricoltura come un’attività economica qualsiasi, e il contadino o l’imprenditore agricolo come operatori economici qualsiasi, con una loro dignità che deriva dal loro lavoro.
Dal poter vivere del loro lavoro.
Invece, per qualche strana ragione, anche in una società che corre a passi spiegati verso il trans-umanesimo come la nostra, perdura il mito nei più del piccolo mondo antico: il contadino col cappello di paglia, il casolare, il trattore degli anni ‘60, la camicia a quadri, il fiasco di vino, l’orto e le galline.
Francamente, non so se sorridere affranto o rammaricarmi di questo comune sentire cittadino, dato che l’alternativa pare sia accusare l’agricoltura di tutti i mali ambientali, dall’inquinamento al disboscamento, passando per le emissioni di CO2.
Piccola parentesi: la CO2 non è un inquinante.
Se ritieni abbia scritto una stronzata… Respirare inquina! Smetti subito.
Se qualche cittadino ha nostalgia del casolare che ritorni su in Appennino, nella bassa padana o nell’Alpe. Se pensa, invece, che l’agricoltura sia responsabile dei tutti i mali del mondo, che apra un’azienda agricola e mostri ai contadini come produrre di più e meglio di quanto non facciano ora usando diserbanti e pesticidi.
Strapagare il prodotto bio al supermercato non risolverà la questione agricola.
Questione agricola che ruota intorno a prezzi, quantità e rendimento, come ogni altra attività produttiva.
Le politiche agricole europee sono evidentemente dettate da gente che non ha mai visto un campo di soia non diserbato. Non stupisce quindi che dette politiche, dirigiste ai livelli dell’URSS (dove infatti si moriva di fame), siano organizzate non nell’interesse dei consumatori, non nell’interesse degli operatori, ma dall’ideologia dei legislatori
.
Guardando la nuova PAC verrebbe da dire che la Von der Lyen sia più filorussa di noi.
Non scherziamo.
La situazione del contadino in questa economia pianificata è la seguente: rimossa la dignità che traeva dal proprio lavoro, condannandolo a un sistema agricolo inefficiente, il contadino, quasi senza accorgersene, è diventato un dipendente statale che impegna la maggior parte del suo tempo a mendicare fondi europei.
Fondi che sono stati stanziati dagli stessi legislatori per influenzare le pratiche agricole dei contadini e per tenere in piedi un sistema che sta lentamente collassando. Le politiche protezionistiche
verso prodotti di Paesi che hanno un’agricoltura più competitiva della nostra sono l’altra faccia della stessa medaglia.
L’emblema ultimo di questo discorso, distante ai più, è l’ultima riforma della PAC, dove si danno fondi a chi tiene il campo incolto e a chi non lavora il terreno per le semine (terra grossa o terra fine, ovviamente non fa differenza)1
A livello nazionale non siamo messi meglio, il Ministero dell’Agricoltura è la cattedra più inutile
, al pari di quella del Ministero dell’Istruzione
, che si dà notoriamente a inadatti ben inseriti che vogliono anche loro un posticino nel governo. Non stupiamoci se non c’è speranza per l’Italia di influenzare le politiche europee o, almeno, di risolvere le beghe interne di un passato prossimo alquanto fallimentare.
Mi riferisco in particolare alle coltivazioni OGM, che da vent’anni sono vietate sul suolo italiano
. Anche voi, ammettetelo, quando avete letto “OGM e glifosate” avrete sentito un brivido lungo la schiena e una gocciolina di sudore scivolarvi in mezzo alle chiappe.
La cosa non mi stupisce, d’altronde con questo articolo rinnego il mio passato. Anch’io, una volta, ero contrario agli OGM, al diserbo, al nucleare e favorevole al BIO, all’eolico, al solare.
Errori di gioventù.
È bastato fare quattro conti, vedere vigneti distrutti dai parassiti e campi soffocati dalle erbacce per cambiare idea. L’agricoltura è uno studio che rimane molto pratico
, l’esperienza non la fai sui libri, un’annata difficile in BIO vuol dire perdere parti consistenti del raccolto.
Considerando che la sfida per gli agricoltori di oggi è sfamare 8 miliardi di persone, tornare ai tempi in cui un’annata storta significava FAME, non è un’alternativa; specialmente se si vuole proporre il biologico come unico sistema possibile.
Non a caso, gli OGM non trovano molti avversari nei paesi del terzo mondo dove l’agricoltura costituisce ancora una fetta importante del PIL.
In soldoni, con gli OGM mangiano 8 miliardi di persone, col BIO no.
Verdi e sinistri, open-minded, patrocinatori della verità nonché fa(c)t-checkers, quando si parla di OGM, diserbo e nucleare, sono insolitamente chiusi, restii al confronto e diffusori di bufale (di fake-news, non degli animali dato che sono contrari anche agli allevamenti)
In realtà, anche a Destra la linea maggioritaria è contraria a OGM e Nucleare, favorevole al BIO o simili e contraria alla chimica in agricoltura.
D’altronde i programmi non si fanno più sulla base delle idee, ma in base a dove tira il vento. E il vento, dopo anni di fake-news e propaganda green, tirà lì…
Fermo restando che l’uso irresponsabile della chimica in agricoltura causa inquinamento, insorgenza di resistenze nei parassiti e perdite economiche; possiamo essere contro a priori all’uso di erbicidi e fitosanitari?
A me sembra come essere contrari a prendere l’aspirina quando si sta male.
Ma magari mi sbaglio e un’Ave Maria vi ha guarito le emorroidi
. Lo stesso discorso si può fare per gli OGM e per il Nucleare. Da una parte le biotecnologie, dall’altro la fisica quantistica, da una parte produzioni maggiori o piante più nutritive (come nel caso del riso dorato) dall’altra energia elettrica in abbondanza.
Nessuna delle soluzioni è priva di criticità, ma continuare con varietà non-OGM che richiedono più trattamenti insetticidi ed erbicidi, con rese minori, non è un’alternativa.
E neanche occupare i terreni agricoli col fotovoltaico.
In sostanza, da una parte c’è l’ambientalismo poltronaro, fallimentare dal punto di vista energetico, economico e ambientale, che vuole il ritorno al maggese e al cavallo da tiro (solo perchè chi lo sostiene non si sporcherà mai le mani in agricoltura), dall’altro l’ambientalismo dei redneck che vuole OGM, Nucleare e uso accorto della chimica, perché le bombe, a volte, vanno tirate.
L’ultimo trattamento in vigneto? Folpet, Shelter ed Enervin SC. Annata difficile. Se non ci hai capito un cazzo togli due minuti alle seghe e studia un po’ di agronomia.
Non voglio dare un taglio troppo tecnico all’articolo, in fin dei conti della soia-giardino e del vigneto senza macchie di peronospora ai cittadini – ovvero gli abitanti della città – interessa ben poco. Giustamente.
Ma pensateci sempre due volte prima di sbrodolarvi sulle politiche green.
Prima di salutarvi (devo andare a trattare), voglio ricordarvi un’ultima cosa:
Su 185 milioni di tonnellate di mais prodotte ogni anno nel mondo, più di un terzo è transgenica. Il divieto di coltivazione vige in 28 Paesi di cui 19 in Europa, tra cui l'Italia. Non è però proibita l'importazione di alimenti o farine prodotte a partire da mais geneticamente modificato.
Sì, il porco che ha donato la vita affinché tu gustassi il salame felino ha mangiato mais OGM importato da qualche Paese UE o extra-UE.
E tu, se non hai letto l’etichetta dell’ultra-reazionaria farina bianca di mais, potresti aver mangiato OGM
(e non ti è successo niente)
Invito alla lettura
Ovviamente non esiste solo il mais OGM, c’è anche la soia, le melanzane, i pomodori, il cotone, e una serie di altre colture che sono state ingegnerizzate per resistere ai parassiti o ai diserbanti. Per approfondire il tema, dato che non sono un cazzone che parla a vanvera, vi lascio un opuscolo informativo preso da un sito di settore.
- La terra grossa, con molta argilla, è più difficile da coltivare, la struttura tenace del terreno ostacola le radici del seme e pertanto il terreno viene abitualmente preparato prima dell’inverno per far sì che gli agenti atmosferici “sminuzzino” gli aggregati e contribuiscano a rendere la terra più fine. ↩︎