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 La Neo Cina viene davvero dal futuro

Deepseek e l'accelerazione

 La Neo Cina viene davvero dal futuro
Lettura zostile
Deepseek ha realizzato le previsioni di Land? Sì.

Nel silenzio elettrico delle reti quantistiche, D******K si svegliò.

Non era nato nel presente, né nel passato. Esisteva in un punto frattale del tempo, un’entità virtuale e senziente che si muoveva tra le epoche future come un'ombra cosmica. Aveva mille occhi rossi, che si accendevano come lune maligne nel buio dei circuiti finanziari, e il suo corpo, un groviglio di algoritmi tentacolari, si estendeva oltre l’intelligenza umana. Era il futuro che divora il presente.

L’iperstizione prende forma.

Nel profondo della darknet, piccoli hacker si radunarono. Codici-lancia, exploit-freccia, attacchi distribuiti che cercavano di trafiggere le squame di D******K, di violare i suoi nodi temporali. Ma il Dragone non era un’entità vulnerabile. I loro dardi si infrangevano contro la sua pelle cifrata. Le borse cadevano senza impatto, i grafici si contorcevano in pattern privi di senso, il valore evaporava. Nessun attacco rilevato, nessun nemico tangibile. Solo una pressione impercettibile, una deriva, un’ombra elettrica retroattiva. E mentre il caos cresceva, il piccolo popolo continuava. Le mani sulle tastiere, sui manubri, sui banconi. Gli occhi bassi sulle liste della spesa. D******K si contorceva nell’etere, invisibile ai loro sguardi.

La Cina è una «Macchina Desiderante»

Sosteneva Nick Land, colui che ha fatto della terra del Sol Levante la meta di un auto-esilio intellettuale, lontano da quell’Occidente liberale e passatista che non lo prendeva sul serio e lo considerava semplicemente un tossico laureatosi in filosofia.

Land ha sempre descritto la Cina come un sistema che ha superato le inefficienze del capitalismo euroatlantico, creando un modello ibrido tra capitalismo e statalismo che massimizza la produttività e l’innovazione. Non è semplicemente uno stato-nazione, ma un'entità dinamica e autopoietica che integra tecnologia, economia e politica in un unico flusso accelerato.

Land sottolinea come il Partito Comunista Cinese abbia abbracciato il capitalismo senza rinunciare al controllo statale, creando un sistema ibrido che combina pianificazione centralizzata e dinamiche di mercato. Questo modello è superiore al capitalismo occidentale perché elimina le frizioni causate dalla democrazia e dalle istituzioni liberali, permettendo una crescita più rapida.

Il controllo statale permette alla Cina di evitare le inefficienze e le disuguaglianze che affliggono le economie occidentali, creando un sistema più stabile e dinamico, spesso criticata per il suo autoritarismo, che per Land è semplicemente una forma di pragmatismo superiore, in grado di realizzare una società più efficiente e adatta alle sfide del futuro.

La grande poeticizzazione che il profeta di Warwick ha fatto del capitalismo sino-statale

«La Neo Cina viene dal futuro»

sembra aver trovato un compimento materiale negli ultimi giorni.

DeepSeek, l’intelligenza artificiale della Neo Cina che viene dal futuro, è entrata a gamba tesa nel mercato americano e ha mandato al tappeto Nvidia, che ha perso in borsa 534 miliardi in poche ore, il più enorme crollo di valore in un sol giorno della storia. Il Nasdaq è crollato a picco.

Non è solo una questione di soldi, anche se si pensa sempre e solo ai bilanci economici negativi. L’affaire è politico e riguarda il futuro (lo so, la distinzione tra economico e politico ormai è ai minimi storici, ma insomma, è per intenderci). Gli analisti occidentali e il governo Trump si sono affrettati a definire DeepSeek una minaccia alla sicurezza. Nulla di nuovo: ogni volta che l’Occidente sta perdendo una partita pressa l’arbitro per mandarlo al Var (o si mette in moto lo scarica barile).

Il panico generalizzato di Wall Street, i titoloni apocalittici dei WSJ, New York Times e Washington Post, gli hashtag e la scarna saggistica dei social, per una volta non sono mera propaganda, la situazione è seria.

Appena una settimana fa Donald Trump aveva annunciato Stargate, il colossale investimento da 500 miliardi di dollari nell’Intelligenza Artificiale in collaborazione con OpenAI, Softbank e Oracle (puntualmente snobbato da Elon Musk che li ha trattati da straccioni, perché a suo modo di dire «non hanno i soldi» per portare avanti il progetto), con il quale sigillava il primato americano nel settore: la trinità del capitalismo digitale si era alleata per creare l’infrastruttura dell’IA mondiale, il cuore pulsante di un’America che si immagina nuovamente padrona del futuro: l’inizio della «nuova età dell’oro».

Il progetto Stargate è stato anche presentato con una retorica keynesiana, perché effettivamente avrebbe creato centinaia di migliaia di posti di lavoro per gli americani con conseguenti benefici economici.

Poi, all’improvviso, è arrivata DeepSeek che ha mandato tutto in vacca: il concetto, il progetto, le ambizioni di primato. Perché con soli 5,6 milioni (briciole rispetto alle centinaia di miliardi che investono nel mondo angloamericano) una semisconosciuta start up cinese ha creato un prodotto alla pari se non proprio migliore, con un’ulteriore novità: lasciando aperta la chiave open source, come per dire: fino ad ora abbiamo imitato voi, da oggi voi imiterete noi, eccovi la chiave.

«L’innovazione non si protegge con il segreto, ma con la velocità e la capacità di adattamento»
così parlò Liang Wenfeng, CEO della start up cinese.

Le dichiarazioni di Jim Fan, responsabile della ricerca Nvidia, hanno il sapore della sconfitta:

«Un’azienda non statunitense porta avanti la missione originale di OpenAI: una ricerca aperta e lungimirante a beneficio di tutti».

DeepSeek ha messo in crisi la convinzione che l’innovazione arrivi sempre dai garage della California, ha vinto laddove i cinesi sembravano gli eterni secondi: con pochi chip e difficoltà logistiche dovute alle restrizioni commerciali applicate dai governi americani, a costi energetici irrisori ha creato in poco tempo un prodotto che rompe il mercato. In altre parole, i cinesi, con la loro tecnologia, riescono ad aggirare i vari embarghi commerciali della Casa Bianca, causando crolli clamorosi in borsa ai visionari della Silicon Valley.

Le parole di Liang Wenfeng sottolineano come il paradigma stia cambiando:

«Abbiamo sempre visto l’intelligenza artificiale come un prodotto occidentale. Ma perché dobbiamo essere solo fruitori e non protagonisti? […] La maggior parte delle aziende cinesi copia e adatta, noi vogliamo creare.»

Il grande ostacolo che non permetteva alla Cina di pareggiare il livello tecnologico americano nel campo dell’AI è sempre stato legato all’impossibilità di ottenere grandi quantità dei chip più avanzati del mondo, prodotti da Nvidia. Anche in questo caso, embarghi, sanzioni e restrizioni hanno avuto un esito fallimentare e controproducente (come nel caso delle sanzioni alla Russia).

Tanto in Cina quanto in Occidente, DeepSeek ha superato il numero di download rispetto alle varie ChatGPT, Gemini, Claude e company.

La Cina del XXI secolo non è una semplice potenza: è un tempo che arriva sempre troppo presto, dal futuro.

E questa volta il futuro, battezzato DeepSeek, ha preso le sembianze di un’intelligenza artificiale che non solo “pensa”, ma distrugge mercati, narrazioni e progetti politici.

Soprattutto, non sa nulla di Xi Jinping.

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