Elon Musk vs Zuckerberg si farà, speriamo non ci siano brutte sorprese, perché è un fatto storico che si va ad aggiungere alla clamorosa fila di eventi che sta stravolgendo il decennio, inaugurato da una pandemia mondiale (con conseguenze sociali senza precedenti) e seguita da una guerra ‘come una volta’ nel cuore dell’Europa (con potenziale guerra mondiale a pezzi in arrivo). Potrebbe essere l’evento mediatico del decennio la futuristoide trovata della coppia Zuckerberg-Musk (da questo momento nell’articolo saranno intesi come un’unica entità: ZUCKMUSK)
Potrebbe regalarci un momento accelereazionario senza precedenti e magari inaugurare il filone dei giganti del capitalismo che se le danno.
Che cosa potrebbe ancora accadere? – direte voi.
Potrebbe accadere qualsiasi cosa: si sta parlando di un giro di soldi planetario, anzi il giro dei soldi planetario, un evento che potrebbe ispirarne altri, i sequel potrebbero essere infiniti come quelli di Hollywood, con salti di qualità pazzeschi da punto di vista tecnico, dall’introduzione di armi arrivando fino a effetti speciali mai sperimentati prima, gli scontri potrebbero consumarsi nello spazio e nel cyberspazio demolendo quelle ultime e labili barriere che separano il reale dall’assoluta finzione della cibernetica.
«Benvenuti a Kapital Utopia!» scriveva Nick Land in un testo dal titolo suggestivo: Meat-How to Kill Oedipus in Cyberspace.
In Kapital Utopia i ridicoli partiti politici americani sono stati assorbiti dal settore pubblicitario di due bevande analcoliche come la Coca Cola e la Pepsi, due aziende che sono riuscite perfino a ripulirli dalla corruzione e a sgonfiarli dall’aggressività in politica estera.
E continuava: «dal momento che entrambe le aziende sono gestite da andamenti borsistici basati sull’intelligenza artificiale, ogni peculiarità umana è stata del tutto sradicata […] con la prospettiva di una riforma moderata ormai sepolta per sempre, la vera rivoluzione fermenta nelle biotecnologie mutanti…i virus sono sempre più inquietanti e nessuno sa realmente cosa sta accadendo nel cyberspazio:
BENVENUTI A KAPITAL UTOPIA, vaporizzata direttamente nel cuore del prossimo futuro».
Il fatto che alcuni scritti Land continuano a non essere presi sul serio dagli stessi liberal-capitalisti è sintomo di un radicale rifiuto di questi a non voler scendere a patti con quel poco di realtà ancora tangibile, nonostante si spaccino sempre per i realisti dell’ultima ora.
Il tecnocapitalismo cibernetico ha spazzato via ogni distinzione tra realtà e finzione nello stesso mondo dei mercati finanziari.
Land questo aspetto lo avevo intuito trent’anni fa, quando coniò il concetto di iperstizione insieme ai suoi migliori collaboratori della CCRU, La Cybernetic Culture Research Unit.
L’iperstizione: la profezia che si autoavvera, possibile solo in una società capitalistico-cibernetica in cui la penetrazione delle tecnologie nell’informazione è totale.
Ne è un esempio il funzionamento dei mercati finanziari contemporanei, che creano speculazioni e crolli di titoli azionari su basi false (o almeno non-reali), nate da dati che empiricamente non trovano riscontro, ma che diventano realtà grazie alle conseguenze dell’iperstizione:
Basta farlo credere al giusto numero di persone.
L’incontro futuristoide di Zuckmusk è soltanto un altro passo verso quella società postumana (e non in-) che Land ha teorizzato e profetizzato a lungo, in tempi non sospetti, quella società strutturata intorno a un illuminismo oscuro che aveva nella Silicon Valley il grande pilastro dell’ideale tecno-libertario sul quale edificarsi.
L’archetipo politico di questa utopia/distopia è la città-stato/azienda, dove l’oscurità cibernetica avrebbe portato gli uomini semplicemente a costruire artefatti funzionali alle grandi intelligenze artificiali. Queste guiderebbero l’umanità verso un eterno presente fatto di complessità e caos, la cui principale conseguenza è la demolizione del futuro come lo abbiamo sempre inteso e un completo ripensamento della dimensione lineare del tempo.
Per questo motivo non c’è più nulla di cui stupirsi, non c’è più nulla su cui fare la morale, cari moralisti:
Nella cosiddetta utopia/distopia (la distutopia) ci siamo già entrati, è stata una transizione veloce e del tutto ‘indolore’, talmente pervasiva che nessuno se n’è accorto nel tempo. Siamo al confine, se non con due piedi, almeno con uno. Non è affatto una provocazione intrecciare l’evento di Zuckmusk con il celebre aforisma di Lenin, secondo cui «ci sono decenni in cui non accade nulla e settimane in cui accadono decenni».
E nelle settimane di fermento che vedranno all’opera la mastodontica organizzazione dell’incontro Zuckmusk si consumeranno proprio decenni, forse anche di più.
Detto ciò, fa davvero sorridere vedere alcuni liberali nostrani gridare allo scandalo quando hanno saputo che l’incontro si sarebbe svolto in luogo epico della nostra patria. Sono i liberalozzi, cioè i liberali del pensiero debole. Deboli capitalisti che promettono libertà a buon mercato, ma non hanno il coraggio di accelerare fino in fondo. Hanno ancora paura di fare quel passo, sono ancora ingabbiati nel complesso edipico.
Perché disonorarsi a tal punto? Perché noi abbiamo un patrimonio culturale da rispettare, dicono. Perché noi abbiamo una Storia, dicono. Perché noi abbiamo perfino una Patria, dicono alcuni liberalozzi nostrani.
Ogni tanto, anche loro riscoprono questo fantomatico senso di patria, sono i patrioti stagionali, che ogni tanto mettono le ciabatte e il costume patriottico, per poi disfarsene in altre sedi:
«Trovo semplicemente allucinante che il patrimonio culturale italiano venga messo a disposizione di due miliardari che vogliono darsele come adolescenti idioti. Altro che amor patrio e rispetto per la propria storia. E non è una questione di quanto pagano. Ci sono cose che semplicemente non sono in vendita» tuona su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione.
QUOQUE TU BRUTO FILI MI!!! Calenda QUOQUE TU!!!
Proprio tu che hai fatto del libero mercato un cavallo di battaglia! Proprio tu che avevi riacceso l’epica del duello, che ci stavi per regalare uno storico momento marinettiano in quella noiosissima campagna elettorale estiva dando appuntamento al leader di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo per dargliele di santa ragione, indicando anche il luogo:
«Corso Vittorio Emanuele II, 21. Chiama per appuntamento» scrivevi.
E Acerbo muto. Carlo, ma ancora credi al famoso ossimoro dei ‘liberalismo sociale’? Perché ti ostini a non capire che il passo è vicino? Perché ti ostini a interpretare il dr. Frankenstein che reprime il desiderio macchinico della sua creatura?
LAISSEZ FAIRE Carlo!
Lascia che il corso degli eventi ci porti verso KAPITAL UTOPIA: una cibernetica dimensione mai esplorata prima, guidata dal tecnocapitalismo dell’iperstizione.
Lascia che il Kapitale faccia il suo percorso esponenziale! Non castri il processo, acceleri il processo Carlo!
Perché non sarebbe etico tutto ciò? Il ricavato ottenuto dall’entità Zuckmusk andrà in beneficenza, proprio come accade nei Live AID!
Cari liberalozzi, cari «comunisti liberali» -parafrasando Zizek: a voi non piacciono così tanto i Live AID per la questione della beneficenza? Ce l’avete indicata voi la via: guardare al fine, non il mezzo. Mai compromettere il capitalismo, dicono sempre i liberalozzi, sarà lo stesso sistema che saltuariamente risolverà le cose grazie al fantomatico mercato autoregolato (beneficienza!)
E oggi, nell’agosto del 2023, i liberalozzi vorrebbero toglierci la gioia di vedere l’evento accelereazionario del decennio, il più folle decennio degli ultimi quarant’anni (e siamo solo al terzo anno)
Zuckerberg Musk Zuckerberg Musk
Calenda, esca dalla polvere dei manoscritti di Adam Smith: BENVENUTO A KAPITAL UTOPIA! Vaporizzata direttamente nel cuore del prossimo futuro, e dell’eterno presente.
17 – VIII – 2023
La campana del ring suona.
Anzi, fischia il tweet.
Muskzuck è stato sconfitto. Ha vinto solo Musk. Le lucertole temono i cyborg, Mark sapeva che sarebbe stato abbrustolito. Purtroppo ha rifiutato e l’incontro è stato annulato :(
O speriamo rimandato a data da destinarsi, Blast rimane vigile