Per me Rosita Missoni è sinonimo di Sicurezza
.
Quante volte, nel mondo, il lavoro di alcuni ha influenzato quello di altri? Quante volte il lavoro di alcuni ha scatenato le più inarrestabili passioni
, crescenti e rinascenti, nelle esistenze di molti, da farne diventare lo scopo della propria vita?

Alzarsi al mattino per andare a lavorare? Sì, per mettere via i soldi
per i biglietti di quel concerto. O i soldi
dei biglietti di un treno
che portava chissà a quale casting?
Rinunciare, sacrificarsi, perché la nostra fiamma
potesse sentirsi, anche se per poco, un po’ sazia.
Qui, però, si va oltre un desiderio appagato
. Capace, indefessa, insostituibile passione che ci spinge ad affrontare quello che non ci piace, che ci nausea
, solo per vederla soddisfatta, anche solo per un giorno
in un anno intero.
Avere una passione. E quando si parla di passione
, Rosita Missoni è Sicurezza
. Con la S maiuscola.

È qui che inizia il discorso, altroché chiudersi: allacciate il cardigan
signore e signori, si parte.
È novembre e a Golasecca
, un nome che lascia presagire la poca ricchezza del posto, nasce una bambina che ha il colore
nel nome e che sarà circondata per tutta la sua vita da fili colorati.
L’ambiente dove cresce è una fabbrica tessile
di shawl ricamati, dove lavora la sua famiglia. Poteva essere chiunque, ma ha deciso che per lei, a poco più di vent'anni
, e suo marito, quei fili non erano abbastanza colorati
, non erano abbastanza complessi.
Sarebbe potuta andare dove voleva, magari a Milano
o persino a Londra
: non che non l’abbia fatto, ma invece di esportare il suo genio altrove, ha finito per far venire gli altri ad ammirarlo
.
I due avrebbero anche potuto portare avanti quello che già facevano i suoceri, ma hanno invece tinto le matasse così tante volte, e in modo diverso, da creare il fiammato
, unendo le pezze dei loro lavori in un unico gigantesco maglione
.
Ha utilizzato un telaio grande come un Transformer
(vi giuro che è enorme), per cui servono due ore
solo per prepararlo, e l’ha usato come nessun altro era capace.
Le è stata conferita Laurea ad Honoris Causa nel 2019
Blastide Ante Litteram
Per chiarire per quale aneddoto, lato del carattere
, o segno distintivo, Rosita fosse Blast
, abbiamo l’imbarazzo della scelta.
Sempre di una Signora della Moda parliamo, seppur con prudenza
, ma che già i suoi collaboratori stretti avevano ribattezzato “Sciura”
.
In un ambiente come il suo, non è raro vedere i personaggi divorare la persona
. Volare con ali basse e restare umili
non è facile: è quasi un tratto innato per certi versi, ma è fondamentale
.
Senza trascurare il rovescio della medaglia di questa modestia
, che alla fine è quello di chi, venendo da un paesino, potrebbe peccare di timidezza
.
Rosita nel ‘67
, a Pitti Uomo, ormai 58 anni fa
, ha invece fatto un gesto coraggioso, mandando le modelle
in passerella senza reggiseno.
Per lei, semplicemente, non andava bene l’intimo
delle indossatrici. Oggi indignerebbe
il contrario, ma una volta contestualizzato, non ce lo immaginiamo troppo diverso da andare alla Scala con un vestito da Prezzemolo di Gardaland
.
Sovvertire le regole è per molti addirittura un’abitudine, più raro è far sì che la sovversione
diventi la nuova regola. Da quella celebre sfilata
in poi la imiteranno tutti.
Si è fatta cacciare dalla manifestazione, e da quel momento gli altri marchi
hanno cominciato a sfilare così a Milano.
Per essere Blast
non serve essere Fabrizio Corona, ma nemmeno Gorbaciov: in questo caso vale la regola d’oro
della mediocritas, della giusta misura (d’altronde, quando tenere la giusta misura
, se non quando si parla di vestiti?).
Se dai retta a tuo marito, quando ti dice che nel nuovo posto
che ti ha mostrato ci starete benissimo, così, alla Vercingetorige
, ma ribalti il tavolo quando si tratta di lavorare
, è tutto orrait.
Se passi il Sabato con Quincy Jones
, e la domenica a cercare funghi
, hai quell’equilibrio, quella ripartizione
tra il cazzeggio e l’impegno
, la cultura e il momento di “ignoranza”
che nessuno ti insegna.
Qualche anno in meno e per passatempo avrebbe fatto meme
.
Missoni non ha la verità in tasca
, e non avrà mai la presunzione di sapere dove arrivare
, se deve arrivare per forza. L’intenzione non era nemmeno quella di vestire
, o puntare all’alta moda.
Così, tra psichedelici intarsiati
, Missoni ha fatto della casualità
una costante, tra il non prendersi troppo sul serio e dimostrare di saperci fare
. Un geniale mestiere, virtuoso
, heritage, slegato dalle più mediocri paure
e – perché no? – Blast.
FuturMissonismo
Il Missonismo andrebbe giudicato a partire da due elementi: i contesti e le persone
. Prima che l’arte veda un insieme condiviso di idee e realizzazioni, un contesto è la sorgente
dalla quale, solitamente, l’arte stessa viene alla luce.
Ottavio Missoni era un uomo del ‘21 e, negli anni seguenti, sfuggire alla vague futurista e vorticista
, più che impossibile, era indesiderabile.
Le avanguardie dell'epoca
hanno permesso all’artista di godere, prima di tutti gli altri, di una libertà mai assaporata. Se l’arte è invenzione, l’artista dev’essere libero di fare tutto.


“Ha inventato un linguaggio grafico descrittivo quando progettava i suoi tessuti. E le sue esperienze e i suoi studi erano maniacali, un po’ come per tutti gli artisti”.
Luca Missoni ha detto di suo padre

Se il cagnolino di Balla si muove su una tela ferma, muovendo un arazzo di Missoni ci sembrerebbe di caderci dentro. I Missoni hanno preso il dinamismo e lo hanno reso davvero mobile. L’hanno reso indossabile.

Il secondo fattore, le persone. Queste ultime sono una partita a dadi
di un destino a volte scritto in modo diverso dal solito. Più romantico
, più “rosa”.
Senza Marinetti non avremmo avuto Boccioni
, senza Giammetti, Valentino
, e senza Rosita, Ottavio
.
Chi faceva una tela e chi ha capito che poteva vestirla
. A volte il genio è così tanto perché le menti
sono due.
Quindi sì, la storia, la famiglia
, l’azienda, l’arte sono l’immagine di un disegno
che i coniugi Missoni hanno composto durante la sperimentazione
quarantennale di correnti artistiche.
Una sperimentazione così circolare
che finisce nel suo stesso rinnovo, da qui la definizione heritage
.

Rosita Missoni è stata la felicità
, la mente e la direzione
di una famiglia, di un’azienda
e più di tutto di un’eccellenza italiana che ha saputo coniugare tradizione
e innovazione.
Ottavio Missoni diceva che l’onorificenza a Cavaliere del Lavoro
avrebbero dovuto darla a lei, a Rosita (cosa che alla fine è avvenuta
, dandogli ragione).
La figlia, Angela, diceva invece che senza di lei
non avrebbero fatto moda.
Ma non è tanto quello che si dice che più conta, quanto quello che NON si dice
: è quello che sei nell’ombra che ti qualifica davvero
.
In questo momento c’è chi pubblica articoli che dicono quanti anni avesse
, ci parlano delle sue idee per le sfilate, degli azzardi creativi
: questo è, invece, anche il pretesto per ringraziarla
.
Sul piano umano, l’eredità
della signora Missoni guarda al futuro
. Il silenzio delle azioni ha dalla sua un’eco
che rimane per sempre. Al contrario delle parole, a cui spesso non segue nulla
.
Per piccole che possano essere, le azioni
hanno invece delle conseguenze e un peso
, che sottolinea, anche al più superficiale studio della storia
di questa imprenditrice, il contributo
che ha dato alla stima e alla crescita
dell’immagine dell’Italiosfera
nel mondo.
Forse, senza di lei, oggi il nostro Paese sarebbe un poco diverso
: un po’ meno colorato, un po’ meno brillante
anche agli occhi di chi ci guarda da fuori.
Dobbiamo anche alla sua costanza, alla volontà
di rimanere ancorata alle proprie radici
, la capacità che ha avuto l’Italia
di ritagliarsi uno spazio così importante nel settore dell’abbigliamento
.
È solo grazie a lei, al marito e ad altri titani del settore
come Armani, Valentino
, Moschino, ecc., che l’Italiosfera
è sinonimo di stile ed eleganza ovunque, modello
da seguire per chiunque voglia distinguersi dalla sciatteria
a cui ormai siamo abituati.

Grazie alla posizione e alla credibilità che la moda le ha consentito di ottenere, ha lasciato su questa Terra insegnamenti e suggerimenti, per chi ha la pazienza di prendere esempio, e una lezione di umiltà dalla quale chiunque può trarre ispirazione.