12 Dicembre 2023, ore 17:40 circa, teatro Arciliuto
Un uomo entra nella saletta-palcoscenico rossa del teatro Arciliuto. Manca un’ora e venti all’inizio dell’evento
“SOPRAVVIVERE IN TERRA (Z)OSTILE”
«Scusate, è qui l’evento con Boni Castellane?»
«Sì»
«Bene, mi sono anticipato un pochino…»
Loro hanno vinto
Questo è l’incipit che vogliamo dare alla recensione e resoconto del nostro viaggio in Terra Ostile. Guidati da Boni Castellane, l’elegante.
La Terra Ostile è il mondo in cui viviamo, essa è la categoria che bisogna iniziare ad utilizzare per rapportarci ad esso
Non possiamo più pensare che questo mondo sia fatto per l’uomo, come inteso classicamente, ma è un mondo che ha messo da parte l’uomo per fare spazio al denaro. Al centro c’è il
denaro, che ha mutato il suo fine principale: non più misura ma bene in sé per comprare potere. Solo il potere interessa, per accumulare, per controllare.
E questa è la direzione chiara in cui stanno andando tutti i sistemi politici (almeno in Occidente e in Cina)
Ogni vita, oggi, è una vita-a-debito, o meglio, il sistema vorrebbe che fosse così. La vita non è un dono gratuito, non è un libero frutto dell’amore coniugale, la tua vita è uno sgarbo allo status quo, perché hai potere di destabilizzarlo, perché si inserisce in un sistema (il mondo) che è una fitta rete di rapporti economico-commerciali, chiusa in sé perché con l’obiettivo di racchiudere tutto, e dunque che non conosce il significato della parola dono, ma solo della parola donazione (rigorosamente tassata).
Per il solo fatto di entrare in una comunità di questo tipo sei in debito, perché non è un bene che tu sia lì, perché la tua sola esistenza è odiata
E allora contrai un debito, un debito che inizierai a ripagare oggi stesso, sissignore, e poi lo finirai il giorno della tua morte. Con il tuo lavoro, con i dati che consegni sul cellulare, con la tua identità che è elettronica, che è in mano ad uno stato che può cancellarti (da tutti i servizi) e può bloccare il tuo conto in banca (tanto il denaro non esiste, è un numero elettronico). Se non ti comporti da bravo bambino sei fuori, ma stavolta quel fuori ha un peso, sei fuori da tutto. In questo senso il gioco è delle potenze sovranazionali, delle banche, dell’UE che vuole mettere un riconoscimento facciale biometrico, dell’utero in affitto per cui ogni bambino è un debito (letteralmente).
Boomerate, sì. Questo è il punto, ma anche la sua forza
Nel libro di Boni, si vede la ricostruzione di un sistema. Un sistema che ha le sue radici nella modernità, nel tempo che smette di essere ciclico e diventa lineare, nella gnosi perfino. E noi condividiamo, anche se ci piace non dirle queste cose perché mezzo sono implicite in tutto - ci piace di più dirle con i fatti. Se vogliamo essere politici, e noi qui ed ora lo vogliamo, si dovrebbe dire che ciò che il professor Castellane esprime nel suo libro e nelle presentazioni
è quello che abbiamo vissuto sulla nostra pelle a Memissima.
Non è odiato ciò che facciamo, è odiata la nostra stessa esistenza
E questo ci sta, così possiamo combattere, il problema è che i nostri avversari non scendono mai ad armi scoperte sul terreno. È la tattica della Sinistra (o delle sinistre, o dei woke, o di chi cazzo volete metterci): giocare per mettere l’avversario fuori gioco.
Noi preferiamo la marcatura ad uomo, è più nobile, più onesta.
Al netto di queste riflessioni non possiamo che far emergere alcune differenze parlando della vita vera
Sì, abbiamo parlato con il diretto interessato, con il magister Boni Castellane.Come ampiamente annunciato martedì 12 (Vergine di Guadalupa) al Teatro Arciliuto (Roma) si è svolto l’incontro
Sopravvivere in Terra (Z)ostile.
Presenta il sultano: Pietrangelo Buttafuoco
Lo fa benissimo, in modo eccellente, in modo magico e ispirato dalle muse sicule. Prima entra il dottore Blast, il mistico Ranpo Fahnrenheit con la sua maschera. Una maschera che lo rende cieco e, per questo, profetico. Poi arriva la bella e misteriosa (ma)donna Ginevra Leganza. E infine, lui, il professore, lo scrittore, l’elegante Boni Castellane - per la prima volta senza maschera. Come ha detto lui stesso: “non è carino che la Digos conosca la mia faccia e i miei amici no”.
Sembra che la maschera in Castellane abbia una funzione antitetica a quella di Pirandello: se Pirandello sosteneva che indossiamo maschere diverse in base ai contesti, nascondendo chi siamo veramente, Castellane copre il suo viso per sentirsi finalmente libero di esprimersi. La maschera non è il simulacro della menzogna, ma l’unico scudo che protegge (invano forse) sia dalle derive di una società del controllo sia dall’inquisizione della cultura woke.
Si potrebbe azzardare a sostenere che cultura woke e società del controllo siano due facce della stessa medaglia
La Terra Ostile è sia quella del riconoscimento facciale voluto da Bruxelles tanto quella delle cancellanti culture che spopolano nel mondo anglosassone, lo stesso mondo che in epoche più libere aveva visto nascere la
Stand up Comedy, lo stesso mondo che anni più tardi l’avrebbe soffocata senza se e senza ma. Ma ecco qui che Ranpo si inserisce per dire la sua.
La maschera è il vero io della società del web, una la mette per proteggersi, ma anche per mostrare il suo vero volto
La maschera protegge dal mondo, dalla narrazione, e ti permette di parlare e dire ciò che desideri. Perché poi, quello che dobbiamo fare, è togliercela per parlare con la nostra cerchia di amici, e a poco a poco fare in modo che questa cerchia si espanda perché si avanzi sempre più nelle trincee delle relazioni significative (i famosi affetti stabili).
E su internet la Stand Up è viva e vegeta! Anzi, in Italia si nota un chiaro spostamento a destra.
C’è chi dice che questo spostamento se lo possono permettere perché sono tutti di sinistra, ma siamo sicuri sia veramente così?…
Dopodiché si passa al web. Dei suoi pericoli Boni rende edotto il pubblico, mentre lo fa avviene un fattaccio. La Maria Matilde Alcesti Ginevra Leganza versa dal suo calice del vino che sfiora, e per pochissimo non macchia, i pantaloni di Ranpo. Ma egli è impassibile, d’altronde è cieco, e va bene così, il vino di Dioniso è un bene effimero che siamo pronti a sacrificare, come già Ranpo ha sacrificato la sua vista per questa serata.
Lo scherzo, lo scherno, la burla perfino
Boni racconta della sua attività di giornalista e scrittore, di come
l’Anticristo sia dominante in ambito di narrazione, di come bisogna combattere per non finire senza identità e schiavi (molto peggio di chi storicamente era chiamato schiavo).Ranpo procede con l'intervento sui meme. Ve lo dobbiamo veramente ripetere?
L’attività memetica di Blast è trascendentale
E poi il finale: è dura lavorare se il lavoro non c'è. Ma in che senso non c'è? Non abbiamo più il concetto di lavoro, dice Boni, il lavoro che
Mishima chiamava Scudo. E tale era nel medioevo, tale ha iniziato a sparire nell'epoca moderna e ad oggi …tale è la vita in Terra Ostile…
Senza lavoro, senza il Sacro
Questa macrocategoria toccate a spanne nell'incontro, ma aleggiante. Ad oggi il Sacro Tradizionale è scomparso, non il matrimonio, non la vita dei bambini, non il tuo lavoro. Il lavoro è solo tempo che ti viene secchiate da apparati a debito che di debito campano e la tua vita, finché rimane in questa condizione, rimane vita-a-debito.
Bisognerebbe tornare alla terra, letteralmente, la ciclicità del tempo. Per Bonifacio è la chiave, riscopriamo questa antica medicina e fuoriusciamo dalla modernità. Dopotutto, si stava meglio. Ma qua è Ranpo che ha qualcosa da ridire. Se quello di oggi si chiama ancora “lavoro”, un motivo ci sarà: perché occupa tempo e fatica.
E in questo è rimasto immutato
E dato il suo carattere fisso, se una volta il lavoro si poteva (e qui si usa una parola che svela il criptocristianesimo di fondo) santificare, vuol dire che si può fare anche oggi. Basta stare nella propria professione e farla bene, con passione, coltivare il piccolo fronte che ci è dato (anche per gli ingegneri e/o economisti che una volta laureati vanno a lavorare in consulenza). Non solo, qualcuno una volta ha detto “Sposi, il vostro letto è un altare”. E quindi sì, anche il matrimonio cristiano rimane sacro, ma già lo sapevamo.
E infine la ciclicità del tempo
La modernità è caratterizzata dal modello lineare, mentre la tradizione ciclico. Davvero? Bonifacio ha usato l'esempio dei cellulari, per farli diventare obsoleti e farti comprare l'ultimo modello, sono già programmati per smettere di funzionare bene dopo due anni (circa). Ranpo rilancia:
Non è questa una forma di ciclicità?
Lasciamo da parte un grande aforista come Nietzsche e rivediamo la posizione del Severino Kierkegaard. Ogni passione cerca la sua fine, e su questo siamo tutti d'accordo. Ma ora, non siamo noi appassionati della vita? La nostra identità è determinata dalla nostra storia, una storia che è irripetibile e una volta arrivati alla fine (con la morte) ci è possibile vedere dove le varie scelte determinate ci abbiamo portato e dove l'abbiamo indirizzata.
La nostra vita è ogni giorno diversa, non c’è ciclità, ma c’è da determinare la direzione di questo segmento che ci è concesso
Ma tralasciando pure questa piccola polemica, vediamo cosa ci resta per resistere. Esplicitare le premesse e combattere sul piano culturale perché non c'è soluzione politica. Noi abbiamo il sistema più potente. Davvero. Boni ci mostra la malattia, ora è il momento di dare la cura.
La nostra anima è l’arma più potente che abbiamo. Il nostro esempio
Esplicitiamo tutto, costringiamo il nemico a giocare a carte scoperte. Vedremo che
COL CAZZO che riesce a giustificarsi. Il sistema è quello che manca ora, una visione d'insieme. Noi siamo pronti a darla, noi mordiamo il proiettile come mordiamo la vita
. Chi non può corra ai ripari,
abbiamo un sistema non geolocalizzato e libero frutto di un internet decentralizzato che è apparentemente colonizzato dalla sinistra ma è profondamente reazionario. Falsifichiamo i documenti d'identità digitali, usiamo il contante, nel nostro quotidiano reagiamo espandendo gli amici irl e cerchiamo di arare il nostro piccolo terreno in cui siamo collocati.
Chi può entri nell’Accademia e inizi a disputare con il vecchio metodo del tomismo cospirazionista
Dateci l’argomento e valutiamo le premesse. Alla fine la verità è una e tale rimarrà. Siamo pronti a difenderla, con le vostre armi e nei vostri luoghi, perché la scienza vera è la metafisica e noi siamo sul pezzo con la Philophia Perennis. Provocazioni? Sì, perché così si esce e si combatte entrambi sulla stessa terra.