V. Majakovskij ALLA GUERRA (Secondo Atto)

V. Majakovskij ALLA GUERRA (Secondo Atto)
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2°ATTO - Mariupol, Oblast di Donetsk - 21 marzo 2022

Bilec’kyj

Ah! Immane Disastro, così mi guardi aggrottato? Non sai dunque di chi è il capo unto di furore dal Signore della Vendetta? Colui le cui carezze sono abbracci di morte per le guance straniere? Ascolta, Sorriso d'Abisso: i miei nemici saranno i Tuoi, chi io maledirò sarà maledetto in eterno! Ascolta Azov! 

Rovesciati sulle schiere dei calcagni invasori, rivesti di purezza la città prediletta. Essa è la punta della lancia nel costato di là in fondo… dove ci sbeffeggiano le artiglierie nere del cielo. Che vengano avanti! Che si sfracellino sugli scogli aguzzi le flotte falcate delle steppe, la cavalleria dei venti… noi adoriamo vedere come muoiono i ragazzini.

Soldato

Scomparsa è la cupola celeste, e l’orizzonte tutto, e di soli resti è la nostra promessa. Su di essa la gente di Mariupol mangia ciottoli e vetro, arroccandosi sugli abissi dei loro stipiti inghiottiti dalla furia che venne dal cielo.

Ma neanche la morte vince le fortezze dello spirito! Il battaglione aspetta un abbaio, irto come lunghi coltelli sulle rovine di pietra. Ecco però… nella desolazione rotolano massi d’echi: sono arrivate le schiere di Groznij! Sono arrivati gli eserciti degli infedeli! Rivoltano la periferia come lupi bramosi, come predoni infernali bruciano il suolo e innalzano cantici blasfemi insieme ai lunghi fumi della terra! 

Bilec’kyj

Il Nemico è giunto! Le sue schiere infami biascicano sulle nostre terre al guinzaglio del cane del Kreml’. Ma riscuoteranno ciò che è dovuto loro: un posto accanto al Signore degli Inganni!

Tutti voi marcerete gioiosi con me verso il nostro sacramento. Le membra forgeremo e piegheremo al martello della guerra, affinché diventiamo affilati come lame. E veloci e spietati colpiremo le viscere molli del nemico! Avanti con me, figli di Azov, soldati blu e oro, legionari del Dnepr e ridete... ridet-e-e mentre scuoiate i maiali.

Soldati

Ridiamo ridiamo mentre scuoiamo i maiali! 

Ridiamo ridiamo mentre balliamo su labbra d’erebo!

Ridiamo ridiamo mentre scagliamo all’Inferno! 

Bileck’kyj

Vedo… vedo lontano… ah! La barba della regina delle sgualdrine! Il pronipote di Maometto! Indietro! Indietro! Grandina la strada!

La… là mettetevi dietro! 

VI HANNO INGANNATO SERVI DI ALLAH! LO ZAR MANGIATORE DI MERDA VI HA STORDITO CON LA SUA LINGUA BIFORCUTA! SOTTO LE VETTE DEL PALAZZO RIDONO, TUTTA MOSCA RIDE DI VOI O INGENUI MISCREDENTI…

ALLAH RIDE DI VOI, FIAMMEGGIANTE COME UNA FURIA. PERCHÈ MORIRETE PER LA PERSONA SBAGLIATA!

Ramzan Kadyrov

È IL TUO FIATO A FIAMMEGGIARE, TANTO CHE LO SI SENTE FIN QUAGGIU’. TU MUORI INVECE CANE INFEDELE, PER UNA PERSONA MORTA! SERVI UN PAESE CHE HAI DISTRUTTO, ADORI MACERIE RE DI MARIUPOL!

Bileck’kyj

AH! ANCHE LO SCHIAVETTO HA LA LINGUA BIFORCUTA COME IL PADRONE! EBBENE, GIACCHÈ RE MI HAI CHIAMATO, VAI A RIFERIRE SOTTO IL KREML’ QUANTO SEGUE: CHE LO ZAR SI SUICIDI GIU’ DALLA CUPOLA PIU’ ALTA O VENGA A MARIUPOL A PROVARE L’OSPITALITA’ DEL SUO SOVRANO! SARA’ RICEVUTO CON GLI ONORI DI UN DESPOTA!

Kadyrov 

FOLLE! IL MIO ESERCITO CIRCONDA LA CITTA’ COME UNA MANO SUL COLLO DI UNA VERGINE. NON C’È SCAMPO PER VOI! CADRETE DUNQUE INSIEME AL CREATO?

Bileck’kyj

PREFERISCO CHE IL CREATO ROVINI PIUTTOSTO CHE GIACCIA NELLE MANI DI VOI ADORATORI DI ALLAH. O IN QUELLE DELL’IMPERATORE DELLA MERDA CHE SI RIFUGIA NEL SUO PALAZZO. SARO’ IL RE SULLA DISTRUZIONE, REGNERO’ SULL’APOCALISSE GIOIOSO DI OGNI MACERIA! PERCHÈ OGNI MACERIA È MATTONE PER LA SANTITA’ E PIETRA PER LAPIDARVI.

Kadyrov 

LA TUA MORTE NON SARA’ ONORATA COME FIGLIO D’UCRAINA. GIACERAI VERGOGNOSO AI TUOI FIGLI SOTTO LA TERRA CHE MARCERA’ IL MIO ESERCITO, MALEDETTO TRA TUTTI COME COLUI CHE HA CONDOTTO ALL’ALTARE LA SUA GENTE!

Bileck’kyj

NON SAI QUELLO CHE DICI MERCENARIO! LA MIA GENTE È PRONTA!

I BAMBINI ASPETTANO SULLO STIPITE DI PIANTARTI LE PALLOTTOLE NEL CRANIO! STOLTO!

IO NON SONO ALTRO CHE UN EMISSARIO DELLE GENTI.  SONO MOSÈ GUERRIERO, IL MESSO DEL POPOLO INTERO CHE GRIDA: A MORTE LA RUSSIA! E TU MORRAI DA SUDDITO INGHIOTTITO NEL MIO SORRISO. DI AD ALLAH CHE BILEC’KIJ TI HA MANDATO, DATO CHE PREFERIVI INCHINARTI AGLI ORLI DELLA VESTE DI UN UOMO, PIUTTOSTO CHE SUL TAPPETO RIVOLTO VERSO L’ALBA!

Kadyrov 

NON AVRAI LA GRAZIA DELLA MORTE, MA VERRAI CON ME A GROZNIJ IN CATENE E LI TI ESPORRO’. VIVRAI E VAGHERAI NELLA MIA TERRA CIECO E FOLLE PER SEMPRE!

V.M.  

Parole marciano e uomini muoiono! 

Giungo dalle pendici delle praterie elettriche, 

Laggiù nel polmone pulsante del mondo 

Dove ogni cosa è rimbombo! 

E avanzavo 

Con il frastuono dei tamburi, 

Lucido di specchi 

Avanzavo lustrato 

Sui fuochi divoratori della notte, 

Sui tappeti di chiodi 

Che le vecchie gettano al calcagno,

lungo la lingua dei villaggi-denti 

Estirpati come carie marce. 

Tutto

Dappertutto

Lamentano fosse comuni 

Di cori esangui

Spirati alla soglia della vita. 

Kadyrov 

Nei ranghi poeta! Tuonerà la carica e non si fermerà davanti a niente. Le punte della mia barba oggi si tingeranno del colore del tramonto, siederemo su troni sventrati ad ammirare il cranio rasato del mondo. O ci sveglieremo d’assalto su dolci colline. Ma dimmi ora… giungono i rinforzi?

V.M

Dei rinforzi,

Costolette da ingoiare

Ne ho viste

E riviste

Mentre bruciavano

Di risate e lacrime

Nella calva Popasna.

Il cielo scottava

Di febbre scura

E sudava follia

Sulle guance 

Arse d'incendio

Dei fanti in corsa.

Niente?

Niente!

Non trovavo la via

Grande Presnja,

Tra il raggio delle dita

Di mille strade pettinate 

Dagli aghi di baionette.

Scioglieva tra le fiamme

Il volto crepitante,

La canna era un flauto

Di rame bollente,

E non capivo 

Da dove giungesse

Nike dannata.

Allora chiesi all'uomo

Senza gambe,

Ne braccia

E con la mano mozza

Mi puntò il dito di lancia

Bestemmiando.

Ah! Cerchi la via

Verso l'alba?

È distrutta è distrutta...

Annientato il sole

Al suolo

E di fuliggine riarso

Questa non è più casa

Poeta 

Ma stazione del Nemico

Chi è? Chi è?

Ah-ah-ah-ah

Un mutilato 

Fino alla gola 

Del petto squartato

Dalle vergini luci:

Un cratere

Sono i suoi occhi 

E la bocca persa disperse

Le sue gambe

E le braccia convulse

Si stringono al cadavere

Come serpi violacee.

Dammi, dammi

I tuoi lunghissimi arti!

No! No-no-no-no!

Lungo il collo di terra

Si radunavano,

Come miserabili

Strisciando, 

Mani occhi labbra stivali

Divise.

E ognuno voleva

Un pezzo per sé

Mentre mi allontanavo,

Unica ombra

Nella terra senza ombre.

Kadyrov 

I rinforzi poeta, i rinforzi! Dove sono i rinforzi.

V.M

Ah! 

Sono sul fondo

Di pance corazzate,

A mille miglia

Negli uffici e banche

Rosolano famelici

Missili 

Ingurgitano

E dispensano baci dolci

Di sangue in fronte.

Ascolta!

Nel silenzio del mondo ordinato

Quanto gridano 

Di lamentosa potenza 

I carri,

Mentre ficcano

I costati affilati

Nella terra molle,

Quanta precisione

I sibili veloci

Tra le nuvole

Fischiano aliti

Di fiamme, 

Quanto l’ometto 

È diventato terribile

Più del Dio degli eserciti

E la morte

Più dolce

E violenta

Di un sonno…

A cosa

È dovuto

Il mio doloroso parto

Nel silenzio dell’acciaio?

Solo ad un secco imperio

D’immolarmi

Sulla fronte

Corrucciata dei secoli

Bianco come una stele.

Se questo è ciò che è chiesto

Distruggerò

Il mio mausoleo

Razzierò 

Le memorie

Scardinerò in vortice

le mie parole,

Così che diventi

Inguardabile vitello

Insaguinato.

Kadyrov 

Più grande è la Patria! Più grande di ogni dannazione! Un attimo della sua salvezza vale mille Medine. E a nulla vale l’incontrario… non esiste scelta che tu possa compiere poeta per dissiparti. Perchè tu sarai ciò che essi sceglieranno di te, delle tue spoglie giocheranno ai dadi per l’eternità, mentre Allah consolerà l’anima più infedele tra quelle infedeli.

Ma ora decidi poeta su che lato morire, che il tempo trama nell’incertezza degli uomini.

V.M.  

Che si sfracelli 

Ululante 

Nella mia gola,

Perché oggi rame scorrerà

Bollente 

Nelle strade che portano alla fucina

Tra le vertebre.

Ma che il tiranno della realtà

Sappia

Che non verserò sangue

Per compiacere le sue lacrime,

Ma nel sangue attraverserò

Lo strato informe del mondo

Facendo strazio di ogni pietra,

Mutilando ogni divisa

Che si parrà in fronte,

Per ergermi come sacrificio

Terribile di vendetta

Contro il Tempo

E contro i Templi.

Osservatemi gaudenti

Dei della guerra

Che della guerra vi impinguate 

Nell’Eden

Perchè oggi ucciderò:

Mio fratello

Mio padre

Mia madre

Cento volte e ancora,

Finchè le lacrime delle stelle

Non mi bagneranno la fronte-scoglio

Del mare nero

E solo allora quieterò,

Battezzato nell’acqua vermiglia

Della fauce del tramonto

Aperta sulla marcia funebre del mondo.

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