Un Cady dei nostri giorni, verrebbe da dire. Ma non siamo in un film. Siamo a Roma, nel 2024, e il protagonista di questa storia è Gallagher, il trapper italo-salvadoregno del quartiere Trieste, che si trova ai domiciliari, in attesa di giudizio per presunte violenze contro la ex fidanzata.
E qui sorge spontanea una domanda, un dubbio che mi assale spesso quando mi confronto con artisti controversi, come Roman Polanski: è giusto separare l’artista dalla sua opera? Non rischio forse di cadere in quell’iper-garantismo che ha portato parte dell’intellighenzia di sinistra a difendere Cesare Battisti? Non conosco i dettagli del processo a Gallagher, né il suo esito. So solo che o è completamente innocente, come lui sostiene, trasformando la vicenda nel concept del suo ultimo album, oppure è uno psicopatico suicida. Non so se credergli, so solo che non posso emettere giudizi. Nonostante ciò, la prigionia è un tema che mi affascina, soprattutto nelle sue rappresentazioni cinematografiche e letterarie: penso a Robert Bresson, Vincent Gallo, Eduard Limonov e Paul Schrader.
L’ultimo album di Gallagher, “Cella d’oro”
, uscito quest’anno, prende il nome proprio dalla condizione di arresti domiciliari dell’artista. Un’idea che oscilla tra San Paolo e Pablo Escobar. The life of Pablo: Wich one? La prigionia, di solito associata alla sofferenza e alla privazione, per l’apostolo Paolo di Tarso assunse un significato opposto. Nonostante le ripetute incarcerazioni, trasformò la sua condizione in un’opportunità per diffondere il Vangelo. Costretto a far affidamento solo su Dio, si liberò dagli attaccamenti terreni, maturando spiritualmente e approfondendo il senso della Croce. Paolo visse le sue sofferenze in unione con quelle di Cristo, vedendovi la potenza divina all’opera. La prigionia diventò così una testimonianza della forza di Dio.
Sto forse manipolando le vicende dei miei artisti preferiti, attribuendo loro significati reconditi come facevano i critici della Nouvelle Vague con i loro registi prediletti? Mi giudicherete blasfemo? In realtà, proprio come Paolo, che prima della conversione fu un persecutore, anche Gallagher ha alle spalle diverse esperienze di detenzione domiciliare.
Il titolo dell’album non è nuovo per i fan di vecchia data. Già nel 2019, mentre si trovava in una situazione analoga, forse per aggressione, Gallagher aveva annunciato un EP con lo stesso titolo, “Cella d’oro”
, che avrebbe dovuto includere collaborazioni di alto profilo. Oltre al romano Mr. Cioni, erano previsti featuring con Yung Beef – forse il più importante artista della scena trap spagnola, che con la sua etichetta La Vendicion ha sfidato l'industria mainstream influenzando anche artisti italiani come lo stesso Gallagher e
Ketama126 –
e con WE$T DUBAI, trapper canariense dalla caratteristica baby voice. Su Genius, l’album risulta composto da sette tracce (su YouTube se ne trovano di più), con una copertina che raffigura sbarre dorate che sfumano in filo spinato, immagine che evoca la corona di Cristo.
Il progetto iniziale fallì a causa di dissidi tra Gallagher e il producer MJ, ma le tracce, senza i featuring, vennero leakate su YouTube. Un evento raro in Italia, più comune per artisti americani come Kanye West o Playboi Carti.
Tra le canzoni diffuse, la più heavy è “Bomber metal drill”
, in perfetto stile Zillakami:
– Gallagher in
“Uhh seh cazzo ti pensi sono sempre fresco Negro sono stato dentro Brother te porta rispetto Stupido rapper io l'ho fatto davvero Come Shmurda mi hanno messo dentro L'invidia ti brucia, Q17 Tiburtino Terzo Sto con Savage, giochiamo con le armi Da quando c'avevo 6 anni Militari per controllarmi”
“Bomber metal drill”
Nel 2019, al posto di “Cella d’oro”
, Gallagher pubblicò “R1Q17”
, un album che divise il pubblico tra chi lo considerava innovativo e chi ripetitivo. Personalmente, lo colloco nella seconda categoria, pur apprezzando brani come “NSMT”
. Il vero capolavoro arrivò due anni dopo con “Sicariato”
, un disco che si discostava nettamente dal panorama trap italiano, proponendo uno stile unico e innovativo. Forse il migliore album trap mai prodotto in Italia.
Composto da 12 tracce, “Sicariato”
include numerose collaborazioni con artisti spagnoli e sudamericani, aprendosi a un respiro internazionale, a scapito forse di una minore attenzione alla scena italiana. La copertina, sgargiante e d’impatto, presenta anche elementi cristiani: due croci, una tatuata sulla fronte di Gallagher, l’altra piantata su una montagna. Domina la scena la scritta “TRAMPA”
(“Trappola”), a indicare che la trap è tornata alle origini, con Gallagher come suo indiscusso protagonista.
Tra i produttori (Kyle Junior, Mark Twaine, Nake, Nikos, Rhen e Youngotti) spicca lo statunitense Glockley, con il suo sound cyber-futuristico, già apprezzato nelle collaborazioni con artisti come Odetari, Luci4, Matt Ox, Sybyr, Cameronazi, FBG Cash, Cade Claire e Lil Durk.
Le tracce prodotte da Glockley in “Sicariato”
sono:“Trampa”
:
“Pine Sol”
:
“Vivo al top” (ft. Fabel Santana)
:
Unendo sonorità trap aggressive con inflessioni ispano-latine e un immaginario gangsta legato ai Bloods, ai quale il trapper è affiliato, l’album presenta un’inaspettata commistione con elementi cripto-cristiani:
– Gallagher in
“Tocchi il cielo con un dito, Galla come Padre Pio”
“Fentanyl”
– Gallagher in
“Ho una croce in testa, Dio mi giudica […] Ho una croce in testa come Satana”
“Dreko”
Vista l’eccellente qualità di “Sicariato”
, perché i media di settore lo ignorano?
E qui si apre un possibile scenario complottista, al quale io tendo a credere: si dice che Gallagher, inizialmente amico della DPG, abbia inciso il brano “Orecchini”
con Tony Effe. La collaborazione, però, nascondeva un retroscena: la DPG avrebbe voluto Gallagher nella propria etichetta o, comunque, controllarne la produzione musicale contro la sua volontà. Il disaccordo avrebbe scatenato una guerra fredda tra le parti, creando ostacoli alla carriera del trapper.
Dopo aver esplorato la drill, Gallagher torna con un nuovo progetto che segna una rinascita artistica, un tentativo di lasciarsi alle spalle un periodo difficile.
Come osserva Lilelectrocardiogram su Hotlist.mag, quest’ultimo album è l’equivalente italiano di “Almighty So 2”
di Chief Keef: un progetto atteso da anni, uscito a sorpresa in una veste completamente rinnovata. L’articolo evidenzia anche un eccesso di sperimentazione: nel tentativo di rinnovarsi, Gallagher sembra aver sacrificato parte della sua identità, mescolando brani hard e motivazionali con altri più street, melodici o influenzati dal sound ispanico. Gioca con la voce, con i “grattati”
, dialogando con artisti innovativi. Aspira a trasformarsi in un cyborg transumano scammer con Hammon e fresca con Tony2Milli.
– Gallagher in
“Scusate, ho detto un'altra volta «Negro»”
“Hellphone”
– Gallagher in
“Ti scarico addosso l'AK47 come los militares La macchina mi parla tedesco, è normale Transazioni dentro il deep, sono perso in fondo al Matrix”
“Megatron”
– Hammon in
“Vai su Amazon, compra una wire antenna, falla arrivare a un bar Ehi, ehi, trova una macchina di quelle col pulsante “Start” Deve essere parcheggiata davanti a una house Vai di notte, vestiti nero, non fare il rincoglionito Arriva al posto, alza l'antenna, mettiti come Gesù Cristo”
“Megatron”
Immagino Gallagher nella sua “cella d'oro”
, come Max Cady nel “Cape Fear”
di Scorsese, intento ad allenarsi tra foto del Generale Lee, di Nietzsche, di San Filippo, di Gesù e di Stalin. Spero però che il suo obiettivo non sia la vendetta, ma la purificazione. Il ciclo iniziato nel 2019 si chiude quest’anno. Chissà se Gallagher ha davvero trovato la sua strada e riuscirà a illuminare nuovamente la scena urban italiana.