Napoli Avanguardia - Una (pre)serata Blast

Napoli Avanguardia - Una (pre)serata Blast
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Napoli Avanguardia. Questo è l’unico riassunto possibile, questo è quello che è successo il 17 febbraio. Un evento troppo assurdo e troppo Blast, ha lasciato qualcosa a tutti: impressioni, ricordi, esperienze, che forse torneranno e ci faranno pensare… Ma la storia non inizia così, anzi…

La storia inizia il 16, il giorno prima, con l’arrivo a Napoli di Ranpo Fahrenheit (che sarei io)

Tutto bene, tasto il territorio, la Monterone – il Collegio di merito IPE che gentilmente ospita qualche blastide e l’evento – è un ottimo territorio.

Bellissimo, pronto ad essere conquistato con la locandina A3 in bacheca a sponsorizzare l’evento. 

Ore 17, appuntamento per la prova tecnica con Aaron Rumore.

Ore 18, arriva Aaron e facciamo la prova. Siamo a Napoli comunque. Mancano due cavi, poco male, andiamo al negozio a comprarli. Nel tragitto chiacchieriamo, nessuno spoiler sull’intervento del giorno dopo, scopro una cosa incredibile: Aaron Rumore è il suo nome di battesimo. Arriviamo al negozio “Cinesud”, è chiuso. Vabbè, tornerò domattina. La serata è pasta e baretti Napoletani con appiccicamento abusivo di sticker…

Seguite Aaron Rumore!

Napoli è una città Blast, checché se ne dica. Gli altri blastidi sono pronti, domani si va in scena. La matrice ha fame.

17 Febbraio, la serata Blast sta per essere preparata. Mi faccio una passeggiata chill sul lungomare vicino al Vesuvio, mi mangio una pizza.

Sono settato. Siamo settati. Blast è settato. I Blastidi arrivano.

Tupamaro è tranquillo – Bruce Ketta completamente Ciarru. È venuto con una valigia di maglie Blast, senza orologio e carta di credito, per paura che gliela rubassero.

Insomma, dalle 17 ci iniziamo a preparare. Mettiamo la bandiera, issiamo il nostro vessillo. L’aula magna Ipe ormai è nostra, dall’atrio al dungeon sotto. Blast sta a arriva’!

Neapolitan x Blast

Ore 19. La serata si prepara. Gli ospiti d’onore ci sono.

Diamo la maglia Blast Aaron Rumore e Neapolitan Fresh Memes (Alessandro Sepe/Alex Ozma), ci dirigiamo verso il palco, rodiamo un attimo i microfoni e la postazione. Nel frattempo le prove tecniche sono finite, siamo carichi, SI VA IN SCENA.

La gente si prepara ad essere psicoblastata, circa 60 persone. Ponfi napoletani e sudisti (non sudati!)

15 minuti – Presentiamo Blast (la stessa presentazione che meno di 24 ore dopo sarebbe state replicata a Torino).

BOOM! La sala è in fermento, benvenuti nella nostra galassia: O SPARIAMO O SPARIAMO.

E iniziamo i talk: Alessandro Sepe, in arte Neapolitanfreshmemes. Il più grande mematore napoletano (sic!), ma è proprio così. Iniziamo dalla spiegazione base, il nostro pubblico ha bisogno di una scala per salire al piano della memetica trascendentale… E così è!

Si parte con la proiezione del nostro Meme Manifesto (realizzato per memissima festival), dalla definizione base a quella trascendentale – la Trinità del meme.

Due sono i punti del meme, che spesso vengono dimenticati: il reinventarsi e la catarsi

Blast x Neapolitan

Ma come insegna Maister Eckart:

Una volta che Sali sulla scala devi gettarla

Così facciamo anche noi: si va diretti ai memi di Alex Ozma. E iniziamo da un grande classico: Scimmie Napoletane. Meme di livello massimo, occasione per parlare di come spesso, i meme, siano vincolati dalle piattaforme in modo ingiustificato. Per questo noi, artisti o creativi o semplicemente ragazzi che vogliono esprimere qualcosa, per un remix siamo costretti quasi a perdere il profilo, come è successo per i frame con la scimmia Pasquale o altri amici che fumano.

MA QUELLI SIAMO LETTERALMENTE NOI! Giustizia per i fratm ingiustamente bannati!

E si conclude con un grande classico: CACIO E MACCARUN.

Perché l’appropriazione culturale può essere anche buona, o meglio, una vera e propria fusione di orizzonti.

La storia è questa: Cacio e Maccarun è la versione napoletana di questo famoso video di Broly. Passano anni, come rendere quel video sempre attuale? Remix, ne citiamo due: Cacio e Maccarum backrooms – dopotutto siamo su internet. E questa:

Meme e malattia mentale? Potremmo parlare per ore di questa roba, ma non è il momento.

Passiamo la parola al nostro secondo ospite: Aaron Rumore. Ad Aaron chiediamo essenzialmente tre cose: Ecosistemi Fest, l’hyperpop e dove sta andando la musica.

Aaron si definisce Il Derrida della musica. È così. Inizia la decostruzione, la genealogia, in una parlata rapida, quasi da mariuolo. Ripercorriamo le tappe fondamentale: l’Ecosistemi oggi raggiunge tutta Europa e, chissà, che un giorno non possa raggiungere il mondo. La scena Hyperpop nasce dalle piattaforme e si organizza in Ecosistemi. L’hyperpop nasce durante il lockdown, in quel periodo in cui siamo stati tutti bloccati in casa, tutti abbiamo aperto il nostro PC e chi aveva il guizzo giusto ha iniziato a fare musica, su Soundcloud. Poi Spotify ha creato la playlist Hyperpop ha dato un nome a questo genere. Questa è la storia e questa è la pillola rossa: le piattaforme a volte vincolano troppo. 

La musica del futuro: sempre più tecnica ed espressiva, stratificata come i meme.

Aaron Derrida

Qua però non ci sono scale, ma vengono lanciate spore… Spore che prima o poi torneranno, cresceranno e i funghi formeranno un nuovo micelio, ultraespanso. Aaron è stato lapidario, ha catapultato tutti sul piano kaczinskiano della musica: la musica si evolve anche in base alle possibilità tecniche, è sempre stato così e continuerà ad esserlo. Mettiamo queste perle in tasca e vedo il cenno dell’amministrazione del posto: possiamo concludere.

Cala il sipario, si scende nel dungeon a mangiare. Buomo. Sticker di Blast vengono distribuiti e si parla, si chiacchera, c’è anche il dolce. Nell’aula magna sopra i tecnici lavorano: musica dalle nostre piattore!

A questo punto arriva uno dei momenti più pirati della serata. Per la gioia del pubblico maschile su rojadirecta, sul maxischermo, si proietta Sassuolo – Napoli. Con sottofondo trap. È Blast.

E dopo via: Blast Mixtape e Alcol. Gli occhi di tutti sono fissi sullo schermo, la natura si è blastizzata.

Suona Aaron Rumore MA siamo nell’avanguardia. E forse la gente non è pronta. I napoletani, dunque, iniziano a esodare… Si va verso lidi con più birra o più discotecai, da noi ci sono solo gli Spirtz. Aaron se ne frega e continua a suonare, come un vero Ciarru quale è. E in questo trip magico – di alcol e avanguardia musicale si chiude una serata Blast, la prima serata Blast, a Napoli. Si è discusso, fatto salotto, vissuto per qualche ora nel futuro, amici conosciuti e sottofondi – sottoboschi – aperti che hanno fatto penetrare la luce del sol dell’Avvenire.

E quindi finisce così la visita di Blast a Napoli? Sembra di sì, eppure…

La Squad con ospiti

Bruce Ketta sulla via del ritorno verso il suo alloggio decide di farsi dare un passaggio da BLASTMK2 e i suoi amici. Ketta infatti ha paura che nei 200 metri che separano il luogo dell’evento dal suo alloggio possa essere rapinato (di cosa? Boh…). BLASTMK2 lo ammonisce:

Attento Ketta, in questo periodo a Napoli vanno molto in voga gli stupri transessuali. Quindi il culo dovevi lasciarlo a casa.

La sera seguente, la grande cospirazione. Ranpo Fahrenheit non trovando Aaron Rumroe alla galleria Principe (ero arrivato tardi) entrò nel grande covo Givova. Il rapimento del Battaglione Arzanov! Aiuto‼ Aiuto‼‼ Tutozzi e uno sgugnizz… Così sono finito nelle grotte del Rione Sanità, ad assaggiare tipiche prelibatezze napoletane (non la pizza, quella era già stata abbondantemente mangiata) e a subire un interrogatorio. Scherzo, un’amabile chiacchierata con gli admin (@Emilio_pinto22) di Battaglione Arzanov sui meme, la loro teoria ed evoluzione e le caratterestiche partenopee Givova e salariali che mancano.

Tornato a casa all’1 di notte alle 6 di mattina ero già sul treno verso la Padania.

Napoli e il Vesuvio sono alle spalle, non è stato un sogno, ma Napoli Avanguardia…

Per più di 24 ore la padanizzazione dello spazio tempo è stata fermata, ma poi metto piede in casa e che ti scopro? Blast inverato nel superamento: Neapolitan e Padanian, ormai entrambi blastidi ad honorem, collaborano con un video: Totò e la verità su Giulio Reggeni.

Godetevelo, e sperate di vivere abbastanza, perché il futuro è sempre pronto a bussare alle porte del mezzogiorno…

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