Agordo o Luxocticland?

Agordo o Luxocticland?
Lettura boomer
Ad Agordo, nel bellunese, la Luxottica vuole riscrivere una società rurale e creare un grosso quartiere moderno. Che ne sarà di Agordo?

Mi volto ancora per veder

Quella manciata di stelle sull’Agner

Potrei dormire qui

Ad Agordo è così, ad Agordo è così

Claudio Baglioni

Da anni è sotto tutti gli occhi di tutti: nessuno vuol più vivere in provincia di Belluno.

Perché fa schifo, ecco perché, voi fortunati lettori zoomer di pianura non avete idea di cosa vuol dire farsi 15 km per una bottega minuscola con prezzi talmente alti da far impallidire anche il più spavaldo dei cryptoguru.

In più, la terribile geografia montuosa non permette di fare un cazzo di niente: se ti devi fare 40 km di strade per portare tuo figlio all’asilo, chi cazzo ce lo manda? L’autobus? Certo, bisognerebbe svegliarlo alle 6, provate voi a svegliare un marmocchio alle 6, vi passa la voglia.

In sostanza, a causa della sua (sgradevole) orografia, con comuni sparsi e poco densamente abitati (in alcuni casi anche meno di 20 abitanti per km^2) organizzare un’economia di scala nel bellunese, che possa attrarre abitanti e incentivare i pazzi che già vi sono a non levare le tende, risulta impossibile, e da ciò deriva uno spopolamento fortissimo, i giovani scappano all’estero (dagli odiati vicini Trevisani generalmente) e i vecchi, beh, i vecchi crepano, e si stanno dando un gran da fare a quanto pare, dato che il saldo naturale (ovvero il bilancio tra nuovi nati e morti) dell’ultimo anno è di -1700 abitanti, e continua a salire, mentre i baldanzosi giovani a quanto pare da fare se ne danno poco, essendo che in 20 anni la natalità è scesa quasi del 40%.

Di conseguenza, la discesa è vertiginosa per quasi tutti i comuni.

C’è però una particolare eccezione, dove sembra che gli abitanti invece di scendere, stiano salendo in impennata:

L’Agordino, che rispetto agli anni 30, generalmente picco della demografia montana (prima che i bellunesi iniziassero a capire che i loro antenati emigrati verso il Brasile avevano fatto MOLTO bene) ha letteralmente raddoppiato i suoi abitanti.

Il problema è che i suoi abitanti non sono impazziti (per vivere ad Agordo devi già essere oltre la soglia del non ritorno) e si sono messi a sfornare figli come fossero panini al pastin, il problema è che i nuovi abitanti di Agordo non sono SUOI abitanti.

“Tutti dicon che siön in rovina, ma dùt resta come prima…”

Belumàt, Cipelo Ciapelo

Agordo, che fino a metà secolo scorso era una merdosa città mineraria dove si parlava un dialetto buffo, e che attorno non aveva niente di interessante se non un laghetto ad Alleghe (che però non attirava turisti, per quanto molto instagrammabile questo al tempo non era un criterio fondamentale), dove la roba più interessante successa è un tizio che ha ammazzato la moglie e i testimoni del fatto, negli anni 30.

Cioè, è dagli anni 30 che in questa valle non succede nulla di interessante. E ora essendo che la neve non arriva neanche a 3000 metri, mica ci puoi andare a sciare.

E quindi uno che cazzo va a farci?

Beh, generalmente una cosa sola: va a lavorarci.

Infatti vi ho mentito: c’è un altro fatto interessante avvenuto in questa valle, ovvero che, nel 1961, Leonardo del Vecchio (che cazzo ci faceva un figlio di pugliesi nato a Milano ad Agordo devo ancora capirlo) ci ha fondato la Luxottica, oggi principale commerciante MONDIALE di occhiali, influenzando il commercio di una provincia intera, che da metà anni sessanta è partita a roda alta a far occhiali, e, fusasi con Essilor nel 2018, è tuttora uno dei distretti principali.

E la sede centrale di Luxottica e proprio lì, dove è stata fondata, ad Agordo, con circa 5000 dipendenti.

5000, in gran parte proprio di Agordo (che ne ha circa 4000) e comuni limitrofi. Ma quindi, se una grossa parte della popolazione lavora in Luxottica, il pane chi lo fa? Chi vende i giornali? E chi costruisce le case?

La risposta è: ormai nessuno.

Anche mettersi in gioco sul territorio diventa sempre meno conveniente, in quanto Luxottica si sta mangiando tutto. Perché rompersi il culo 12 ore al giorno mandando avanti una propria attività commerciale per prendere comunque meno di un lavoro a cui puoi andare praticamente a piedi, e che ora grazie alla beata magnanimità dei piani alti, ti permette anche di lavorare 4 giorni invece che 5, ottenendo una una serie enorme di benefit: welfare aziendale, più ferie e permessi?

E se ¾ della popolazione ne beneficia si crea uno scompenso incredibile.

Se, ad esempio, Luxottica ad Agordo aprisse un asilo per i figli dei suoi dipendenti (Adriano Olivetti docet, e visto che Luxottica è vista come una novella Olivetti a questo punto è immancabile), a quel punto gli altri poveri sfigati non lavoratori di Luxottica non riuscirebbero a sostenere da soli un asilo, e quindi i figli, ancora più sfigati degli già sfigati genitori, non avrebbero più un asilo.

E così via per qualsiasi servizio.

Questo contribuisce a creare poi un altro problema: per la gente che viene da fuori non si crea un clima per cui essi si possano interessare al luogo dove si trasferiscono (già di base non ci sarebbe niente, figuriamoci se Luxottica si mangia tutto) e col tempo integrarsi nell’ambiente:

Diventando novelli agordini

Ma questa spersonalizzazione non rende la valle altro che un banale dormitorio, dove la gente sta quanto serve, non di più e non di meno, e non mette radici, non crea legami.

La tradizione culturale agordina in sé non manca, i sempre meno effettivi autoctoni ci tengono a preservare la lingua e le tradizioni, come la Vecia Popa, un particolare rito, comune alla tradizione del nord, che si svolge a metà quaresima, che in questa valle presenta la particolarità della lettura di un testamento dell’anno passato prima di procedere a bruciare questa gigantesca figura di vecchia, propiziando così l’arrivo della primavera.

La riduzione della personalità di questi luoghi è però sempre più evidente, e rende organizzare questo tipo di eventi estremamente difficile, in quanto non mancano le risorse, ma le persone, sempre meno legate al territorio e sempre più al gigante nella valle.

Agordo

Il culmine è la proposta della cosiddetta cittadella Luxottica un intero QUARTIERE con teatri, locali e attività interamente offerte da Luxottica, che a quanto pare si è scoperta particolarmente amante del giallo-nero.

Contemporaneamente un sogno e un incubo accelerazionista: la distruzione e la rinascita completa di un territorio, brandizzandolo e rendendolo asservito a un unico, enorme, mastodontico ente, e alla fine, a un singolo proprietario, che ne controlla vita, morte e miracoli.

Tanto vale far smettere di giurare sulla Bibbia e iniziare a farlo sul libro di Del Vecchio.

Agordo Schizo

Questo è reso ancora più problematico dall’antropologia del territorio: tra tutte, oltre che per motivi territoriali, la provincia di Belluno è estremamente inadatta all’insediamento di megaimprese, considerando che il tessuto sociale si è sempre basato su microcomunità, e così ancora è, in particolare il Cadore, dove la presenza delle regole, ovvero unioni di famiglie che si aiutano a gestire le proprietà, dividendosi e aiutandosi con i vari compiti, regolando questioni interne e sedando gli scontri.

Insomma, il Cadore funziona tramite un sistema di stampo sovietico, dove le attività in proprio fino a pochissimo tempo fa quasi non esistevano, e molto raramente andavano oltre l’essenziale per la società e per le regole. Di conseguenza, l’insediamento di megaimprese in questo tipo di società è controproducente per la loro struttura, e viene quindi ostacolato in maniera serratissima.

Insomma, l’innata natura anticapitalista dei dolomitici ha reso problematico l’insediamento di una vera e propria struttura economica di larga scala nella provincia.

Di conseguenza, arrivati a questo punto, cosa si può fare?

Regredire e tornare allo stato originale delle cose, alla merdosa città mineraria dove si parlava un dialetto buffo?

O al contrario, spingere sull’acceleratore, fare terra bruciata per poi riscrivere tutto?

Nessuno lo sa, e chissà, magari, ora che arriverà l’autonomia, e che Belluno da anni spinge per farsi proclamare regione autonoma arriveremo a una completa secessione, non dall’Italia, ma dal pianeta intero, e formerà una terra che finalmente potrà chiamare casa:

il Pianeta Belumàt, dove nessuno potrà rubare niente, soprattutto la cultura

(per “cultura” si intende il pastin, n.d.r.)

1
Armageddon Automatico
2
SIAMO MALATI
3
IL FUTURO SA BADARE A SE STESSO
4
Grill Boys, pirati delle etichette
5
Mickey17 e il trionfo del grottesco

Gruppo MAGOG

Descrivere un lamento
Psicopolitica

Descrivere un lamento

Cosa è successo? Qual è la via per la luce? Il potere non è la luce. La ruota del tempo scorre e bisogna farci i conti. Consumare e continuare a camminare, verso l'altro e l'Altro.
3 anni
Post-geometria
Psicopolitica

Post-geometria

Non abbiamo altro da comunicare, perché già le lettere sono geometria. 爪龱尺ㄒ㠪 闩㇄㇄闩 Ꮆ㠪龱爪㠪ㄒ尺工闩
3 anni
Le vecchie processioni salveranno l’Italia
Psicopolitica

Le vecchie processioni salveranno l’Italia

Le processioni religiose potrebbero salvare l'economia italiana, e anche la sua parte spirituale.
11 mesi
Blastati
Proclami

Blastati

Finalmente arriva lo spiegone.
3 anni
VAIOLO DELLE SCIMMIE IN DISCOTECA
Mattualità

VAIOLO DELLE SCIMMIE IN DISCOTECA

O dell'astuzia della natura
1 anno