La finta tradizione ha ammorbato le nostre coscienze, i nostri animi, non per ultimo i nostri stomaci. L’impertinenza dell’idea secondo cui qualsiasi cosa generalmente ritenuta “tradizzzionale” sia intrinsecamente migliore di ciò che è moderno, non è particolarmente distinguibile da quella che scruta ogni valore positivo esclusivamente nel progresso: sono due lati di una stessa medaglia.
Quando si parla di cibo, perlomeno in Italia, le discussioni diventano insostenibili. Il popolo insorge solo quando viene intaccata la dignità (quale dignità io mi domando)
di alcune pietanze: capisaldi indiscutibili di una tradizione inventata non più di sei (6) decenni fa.
Ma poi cosa significa questa tradizione?
Diabete a 50 anni per caso? Civiltà che tremano perché i vecchi hanno un’aspettativa di vita troppo alta, scontata a suon di malattie croniche? Che vita potrà mai essere questa? Senza tragedia, senza brivido, senza ambizione, senza adrenalina.
L’occidente non è caduto, è solo in fase di indigestione, in pieno abbiocco post-prandiale.
I nostri prodigiosi nuovi anziani non riescono neanche ad essere più saggi, il carboidrato
e la cicorietta ripassata della tradizione hanno mandato in tilt il loro sistema nervoso: alzheimer, demenza senile, giovanilismo.
Cosa sono gli anni di vita vissuti nella comodità del parassitismo sul SSN che collassa su sé stesso? Anni di prigione per chi sconta la pena, Anni di distillata frustrazione per chi deve pagare. La passata lussuria alimentare, l’avidità della Gola, e la supponenza di un’alimentazione sana costano fior di miliardi alle casse dello stato.
Le abbuffate dei padri ricadono sui figli.
Ma anche e soprattutto la cosiddetta dieta mediterranea “salutare”, in senso più ristretto, causa danni irreparabili alla psiche.
I nipoti scendono in strada per le pensioni, come in una perfetta sindrome di Stoccolma, e barcollano dopo la pasta al tonno dello studente o le zucchine in padella.
Le almond girl che popolano le facoltà di tutto il mondo, le schiscettare seriali (Con tutto il rispetto per quel King di Caimi, che indirettamente ha permesso all’Italia di industrializzarsi), ingurgitano cibo sano solo per poter dare un letto comodo agli antidepressivi
.
Il guerriero supremo zoomer-maranza-maruego invece si espande, conquista culturalmente il paese, dichiara guerra ai controllori, detta gli stili musicali, culturali, perfino linguistici, e presto siederà nella stanza dei bottoni. المجد لإخواننا
Fate ora un paragone tra le diete tipiche delle categorie di soggetti citati.
È ordunque tempo di farla finita con la tradizione, ancora più cogente è l’urgenza di chiudere con la dieta mediterranea: porre fine a questa orrenda parentesi di ipocrisia, presunto stile di vita sano, insostenibile – questo sì – dispendio di materie prime, energia e risorse ambientali.
L’uomo dell’autentica tradizione non è certo abbioccato dalla pastuzza o indebolito da qualsiasi altra ricetta healthy (💅) da dieta mediterranea. Bisogna in tutti i modi impedire che i pranzi della domenica col Tg1 in sottofondo l’abbiano vinta.
La furia allogena, rifocillata prontamente dal pollo fritto e dal paninozzo pieno di salsa, verrà a bussare alle vostre porte, le sfonderà prima che voi abbiate completato il soffrittino anemico.
In un certo senso, la vera virtù in campo alimentare risiede nella capacità di tornare ai nostri antenati preistorici: pranzo veloce, solitario, dieta onnivora ma con condotta di adattamento, soprattutto immediato ritorno ad attività più importanti.
I nostri ancestori mangiavano con youtube (allucinogeni del druido), gli autentici eredi iperborei, selezionati dalle avversità della vita, devono ordunque brainrottare pesantemente durante i pasti, possibilmente rapidi.
Copate e pigliatevi un digestivo se le vostre priorità sono il mangiare lento, la convivialità, la discussione a tavola su processi storici inarrestabili che non cambierete mai, la pennichella post prandialAHAHAHAHAHAH.
Siete parodie di essere umani, bestie all’ingrasso… non molto diverse da quelle che “no io non mangerei mai qualcosa che non è stato allevato secondo le norme bla bla bla”.
L’allevamento intensivo siete voi.
“Eh ma la dieta mediterranea è già implicitamente vegana”
“Eh ma la dieta mediterranea è quella più raccomandata dagli (((esperti)))”
E infatti, non si vede? Avete bisogno di ulteriori prove?
I paesi mediterranei contano sempre meno, si figlia di meno, testosterone ai minimi storici, calvizie dilagante senza una virtù di conquista che la giustifichi.
Cosa è andato storto? Secondo gli esperti dovremmo essere così vigorosi da aver già ampiamente conquistato il globo…
Ma ora che ci pensiamo: forse è proprio il fantomatico “goyslop” a condurre le nazioni alla costruzione dell’impero.
Inglesi, americani, russi e via discorrendo, quando mai hanno pensato di toccare del cibo comunemente ritenuto “sano”?La loro spinta alla conquista
è stata senz’altro guidata dalla necessità di mangiare meglio, nel caso americano dalla prodigiosa pulsione del fast food, ma una volta raggiunto quello standard alimentare pregiato, i loro imperi hanno iniziato a collassare.
Ciò che è sano vanifica gli sforzi, proietta il dolore sulla privazione.
Esempi più antichi? Presto detto: parliamo dei Romani.
Difficilmente potremmo definire l’alimentazione romana antica come strettamente “mediterranea” – per com’è intesa oggi: garum, qualche verdurina ammuffita qui e là, selvaggina abbandonata dopo i riti di divinazione sulle interiora
.
Anche il triclinio era un tentativo ante-litteram di mangiare con youtube, in barba alle damerine “buone maniere” odierne.
I romani sono caduti vittime dei goysloppari dei loro tempi: i germanici solcavarono le alpi con i loro hamburger di cinghiale selvatico, re-introdussero il pasto veloce, quando già i romani autentici erano avviati alla fase di bruschettizzazione (italianizzazione).
E invece nel nostro caso attuale? Qual è la scusa del nostro incontestabile fallimento?
La pastuzza era troppo al dente? Il legume era un pochino andato? La panificazione non è stata portata a termine con la percentuale di idratazione giusta
? La cicorietta biologica raccolta da vostra zia era rosicchiata dai topi? gli ortaggi ammuffiti della tradizione danno poca energia per sollevare la ghisa?
UN POPOLO DI FRIGNONI CON LA GLICEMIA ALTA
Solo il glorioso incrocio tra la virtù guerriera e il mondo iperindustrializzato (veri orgogli indoeuropei) ci indicano la strada anche in questi tempi così nebbiosi, perfino da un punto di vista alimentare.
E allora urliamolo a gran voce: DIO ABBIA IN GLORIA IL FAST-FOOD.
Mangiare veloce, subito, esaudire immediatamente i bisogni biologici-corporali per tornare a fatturare, a combattere, a vivere o a cercar la bella morte.
Il fast-food supera la dietuzza non solo dal punto di vista sociale, ma anche dal punto di vista qualitativo. Un popolo guerriero, un popolo di innovatori, scienziati, conquistatori, cialtroni, non può fare altro che avere un’alimentazione che segua di pari passo le sue ambizioni, e che anzi le permetta.
Provate un Big-Tasty, un medio hamburger di Burger King, perfino un’anonima confezione di nuggets
, e poi ditemi se l’effetto è lo stesso degli ziti o della bruschettina, il peperone ‘mbuttunato, la melanzanina, il carciofino, l’olietto a 50 euro al litro…
“Eh ma gli studi dicono…”
La dietuzza porta a fidarsi più degli altri che di sé stessi, è di fatto l’origine di ogni insicurezza sul piano individuale e sociale. l’ultima delle Psyop.
Si dice che il Sandwich sia stato inventato da John Montagu, Barone – appunto – di Sandwich per poter nutrirsi e contemporaneamente continuare a giocare a carte.
è tutto condensato qui, risiede tutta qui la maschia virtù di una civiltà: gambling e paninozzo, cervello nutrito mentre è in uso, attivo, sveglio
, pronto a prendersi il mondo, a conquistare, a giocarsi l’intero stipendio o l’intero budget per l’università dei figli
.
Gli uomini di società virtuose azzardano, si gettano nella vita con amor fati, e se proprio mancano di energie: mangiano nel mentre. Non è mai tempo di sospendere la nostra conquista, la nostra volontà di fare, per mettersi a preparare lunghi e interminabili pranzi: pelando, sbucciando, tritando, sminuzzando, condendo, calando, scolando… ma che roba è…
Lapalissiano… gli studi truffaldini rimpiazzano la vostra autocoscienza, la vostra autopercezione, ottundono la semplice capacità auto-empirica.
Paninozzo unto e si va, si continua col flusso di volontà di potenza senza pennica, senza discussioni sul sale giusto o sbagliato.
Nell’età del collasso le bestie salariate aspettano la pausa pranzo, si riposano dopo aver goduto già abbastanza di cibo insipido, capace di fornire solo mero piacere intellettuale. Si vantano della loro sana alimentazione che consentirà loro di servire per altri 80 anni l’azienda da cui sono schiavizzati senza saperlo
.
Il guerriero invece glorifica la qualità industriale delle proprie pietanze, conosce l’ingegno umano celato dietro gli alimenti che lo sostengono.
Accoglie e sfida il colesterolo.
Se avete paura di un valore sulla vostra cartella clinica il problema è solo vostro. La Psyop del colesterolo è appunto una psyop, ma nessuno ha capacità di sottrarsi da questo immotivato terrore. Il valore della glicemia, invece, chissà perchè non preoccupa mai nessuno.