Le periferie delle città rappresentata dai Maranza e la periferia della coscienza, rappresentata dagli zoomer, sono caserme pronte a esplodere.
Lasciamo che si detoni tutto!
“AL McDONALD’S CI STAAA LA GOTICA CULONAAA Al McDONALD’S CI STAAA LA GOTICA CULONAAA CHE FA L’AMORE COL ZOOMERIN CHE FAAA L’AMOREE COL ZOOMERIN”*
*Antica canzone di guerra zoomer
NB: Questo articolo è stato scritto prima che Don Alì annunciasse la marcia sul sud-Italia dei maranza. Come da tradizione, per conquistare un paese bisogna partire dalla terra delle famiglia (comunemente nota come TERRONIA), e come da tradizione il vostro Duca si riconferma profeta iperstizionario.
_______________________________________________Parliamoci chiaro: l’unico effetto che realmente otterrà nel lungo periodo la serie “M – Il figlio del secolo”, in questo momento sulle migliori piattaforme di streaming PIRATESCO, sarà lasciare ulteriormente spazio alla fascinazione per i cattivi (cattivi?).*
Fasci – in – azione molto simile a quella che l’intreccio tra Gomorra (2014-2021) e la Trap Italiana (2014 - sfortunatamente ancora in corso) hanno creato, ormai quasi un decennio fa:
volontà di emulare i camorristi, atteggiarsi a re della periferia, iniziare a spacciare e delinquere per plasmare la propria tragedia (su Minecraft Marescià, solo se ti chiami Castellitto lo fai in un film).
È matematico. La narrazione contemporanea non sa più produrre alcuna figura del bene capace di entusiasmare, ma questo perché il bene non ha più alcuna altra valenza al di fuori del regno concettuale – e politico – che esso richiama. Il bene non si realizza più nel dominio del concreto e del tangibile, è ormai una categoria masticata tra le parole degli NPC. Così patinato, e dipinto come perfetta adesione a una narrativa dominante e realmente demoniaca, questo trasmutato concetto suscita in NOI solo la volontà di vedere i presunti paladini sconfitti, annichiliti, distrutti, colti nell’umiliante supplica di pietà. Solo questo ormai solletica le nostre più tenebrose volontà e fantasie
CARO BRAVO RAGAZZO, SAPPI CHE LA TUA COTTARELLA STA VENENDO SCOPATA (dal suo “malessere”) ADESSO!
Qualsiasi promessa sociale fondata sul “bene superiore”, sul “bene per la collettività”, sul “bene per i più fragili”, ha contribuito, soprattutto negli ultimi 30 anni, ad affossare ancora di più le condizioni individuali e sociali. Un processo di rivalutazione del concetto di bene sarebbe auspicabile, ma sarebbe irrimediabilmente troppo lungo, troppo dispendioso, anche troppo noioso, e non abbastanza croccante. Ci accontentiamo di definire il bene, il vostro bene, come qualcosa che
MERITA SOLO IL NOSTRO DISPREZZO.
Abboffate le gonadi dalla narrativa post-moderna in cui il cattivo deve necessariamente proferire qualcosa di razzista per essere qualificato tale, e da quella ostinatamente sessantottina in cui il cattivo è tale a causa della sua volontà di costruire una società con un minimo di morale sessuale, le nuove PRODIGIOSE generazioni hanno sviluppato una totale fascinazione per il Male. O se non proprio per il male, dovremmo dire per la distruzione creatrice, per il malessere, per la tragedia che meglio si confà al carattere giovine, rampante, imprudente, PIRATA, ZOSTILE, MARANZESCO ecc. ecc. ecc.
AMORE E MORTEVOGLIAMO SOLO QUESTO
Il male è necessario.
Per Gomorra, Suburra, Romanzo Criminale, Mare Fuori, per tutte le serie, le fiction, e da poco anche per M – Il mostro del secolo, vale il seguente algoritmo:
>Personaggio cattivo, discutibile, autistico, insensibile (oppure sensibile fino al parossismo), presentato come il villain, l’antieroe, il cattivone, quello discutibile…appare
>”ZIOPERA! SONO LETTERALMENTE IO… C’EST MOI!”
In questo senso, non mi aspetto altro che una completa fascinazione dei giovini, dei MARANZA, per “M – Il Figlio del Secolo”. Ma in questo caso, a differenza di molti altri citati, il sostrato di spettatori è più incline a mettere in atto l’emulazione. Che per questo motivo, non potrà più essere ritenuta solo emulazione. Ordunque fuori le tute nere e AVANTI ARDITO/ LE NIKE NERE/ SON COME IL SIMBOLO/ DELLE TUE SCHIERE/ DORMI SUI PONTI/ DRIPPA SUL BRANO/ PUGNAL TRA I DENTI/ BLUETOOTH IN MANO
Mai come prima la marcia su Roma con le casse bluetooth è una possibilità concreta.
Sì perché la periferia, sia quella fisica e quindi maranzesca, sia quella ideale e immateriale dell’inquieta e generale coscienza di tutti i ventenni, è pronta già da diverso tempo alla mobilitazione totale di Jungeriana Memoria, alla marcia, alla violenza organizzata, alla propria militarizzazione, anche e soprattutto culturale. (Questa cosa di scrivere culturale ovviamente la scrivo solo per pararmi il culo sia chiaro)
E accanto a noi giovani post-occidentali traditi, una periferia insanabile, quella dei cosiddetti maranza, dei né-carne-né-pesce dei quartieri popolari, vigorosi reggimenti di camice ner…lanzichenecchi inconsapevoli, ma pronti a scattare.
Se solo potessimo… Se solo potessimo militarizzare la periferia! DARLE UNO SCOPO! Già nei più semplici e banali aggregati di teppa si ode un idioma non molto distante da quello militare. La periferia delle città, e la periferia delle coscienze, sono caserme pronte a esplodere. Internet da questo punto di vista è già ampiamente pronto alla guerriglia culturale. Nel mondo virtuale vige già da tempo l’elitismo del meme, la tribalizzazione degli spazi, la caccia aperta. Allo stesso modo nella periferia urbana il vestiario, e la stessa organizzazione della vita simil-criminale, richiamano l’idea di un esercito pronto a balzar fuori dalla trincea, in attesa di un ineluttabile segnale che sappia far breccia negli istinti. I video trap, l’estetica, gli annunci in pompa magna, le faide interne…
Signori e Dei della guerra inconsapevoli.
Ogni istanza, nel grigio contemporaneo, reclama una necessità inesprimibile con i termini del buonismo imperante, in quanto fulgida e spietata.
La Storia è davvero finita, ma qualcosa muove ancora gli stessi istinti, le stesse pulsioni. Tutto sta nel capire come indirizzare queste pulsioni, o nell’abbandonarsi all’inettitudine politica (forse più alla sua malafede che alla sua incapacità) disposta a lasciare che tutto si sfoghi per le strade, agli angoli dei marciapiedi o sulle agorà inconcludenti di internet. Nell’incessante sgretolamento di ogni narrativa accomodante, si fa strada, nella nostra frastagliata coscienza, una sensazione di terrore ma anche di pace: tutto sta venendo giù, è così sconfortante, così avvilente, ogni sicurezza si disintegra come una meteora nell’atmosfera…
Tempi incredibili in cui vivere, così esaltanti, così orribili da fare il giro e diventare iconici e stimolanti.
“M-Il figlio del Secolo” è solo una delle tante scintille pronte a generare incendi nelle fragili coscienze periferizzate. Questo B.Rizzolini tutto INTONYSOPRANITO,
ciavagiudesse,
ci ha regalato non solo emozioni ma anche l’autismo giusto per vibrare il primo colpo sulla società incancrenita.
Ma il discorso che egli proferisce nella prima puntata è preciso, di una chiarezza disarcionante: la rivoluzione si fa con l’umanità di risulta, con lo scarto della società, con i rinnegati, con i disprezzati.
Questa è l’esatta funzione che la nostra realtà decadente non è più capace di esprimere e manifestare. Il buonismo da TG1 annichilisce prima di tutto le presunte vittime.
Nelle fasi splendenti di una civiltà sorgono i Bernardo di Chiaravalle: che istruiscono le sgangherate cavallerie europee a indossare la croce, vivere in comunità, e dirigere la propria violenza a servizio dei pellegrini in Terra Santa. Ma anche le ciniche monarchie dell’Europa pre-moderna: capaci di sfogare il proprio surplus demografico nella “guerra giusta”, nella prosecuzione della politica con le armi.
Ma nella nostra fase, siamo sì sgangherati, ma in minoranza. Ed è forse questo il presupposto di una rivoluzione in pieno stile. Élite e prima linea allo stesso tempo.
Orde di camer…camer….amici gamers…. al McDonald’s della tradizione, prima di marciare sui polverosi e putridi centri di potere.
Ma attenzione, come dicevo, questa è solo la diretta conseguenza di un pattern sociale: la realizzazione di un’oscura realtà insita nei gangli più profondi dell’umano consorzio, comune a qualsiasi periodo della storia. La storia produce classi, le classi producono ognuna un ruolo e una declinazione di una stessa cultura di partenza. Le frange più violente risiedono nelle classi più basse. O perlomeno lo è quella fisica, vigorosa, brutale, “innocente” per certi aspetti. Ai “piani alti” si parla spesso di competizione, ma la vera competizione, quella per la sopravvivenza, è imperniata ai piani bassi della società. Criminalità e delitto sono ovviamente presenti nell’animo umano, in qualsiasi animo umano checché se ne dica. Si esprimono però meglio, e con vigore purificato da ogni ipocrisia, negli strati meno patinati della gerarchia sociale.
E se è vero che l’ultima opera tardo-occidentale sia proprio quella di aver demolito il concetto di classe su base economica, e instaurato un tipo di classe “mentale”, su base psichiatrica, tanto di guadagnato. Eccoci presentati: i reietti, i dimenticati!
Di tal guisa: è solo questione di tempo prima che un nuovo figlio del secolo prenda le redini di zoomerelli e maranza… I NVOVI ARDITI, e ci conduca alla
Avete presente quel genere di testatacce online medio-progressiste per far informare i gggiovani in modo imparziale che in realtà sono tra le più fedeli fonti propagandistiche dell’ordine euroatlantico?