Milano è piena di X

 Milano è piena di X
Lettura boomer
La nostra intervista con i Magazzeno

12/05/2025

Naviglio Grande.

Milano è viva e con lei la primavera. Vagano i turisti, lavorano i locali con le lucette, lavorano i bangladini. Noi siamo pronti, appuntamento al Chunk di Ripa Ticinese, è zona di Ranpo. Io e F1x1t individuiamo il luogo concordato per l’incontro.

Chi sono i nostri bersagli? Li conoscerete presto, se accendete Sky, Now TV, o se siete universitari senza pecunia, TV8 con una settimana di ritardo dalla diretta.
Sì, parliamo di X Factor.

Ma parliamo soprattutto dei Magazzeno. Eugenio Huge e Matteo, il primo da Milano, il secondo da Roma, il biondo e il moro, come le veline, scaldano le serate della capitale meneghina e dintorni, suonando anche e soprattutto in posti improbabili, come il Mercato Comunale di Viale Monza, ma non solo.

La formazione ufficiale include anche un batterista, che è stato sostituito recentemente attraverso un’operazione di calciomercato nei dietro le quinte del Festival di Sannolo.

Una nota per chi non lo conosce: Sannolo è una rassegna musicale nata alcuni anni fa in quel di Nolo (il quartiere emblema della speculazione immobiliare milanese), più precisamente un concorso che vede sfidarsi artisti emergenti nel classico format che prevede l’esecuzione del brano in gara: una specie di Sanremo di Serie C, ma che sta scalando rapidamente le categorie edizione dopo edizione.

Proprio all’ultima Eugenio e Matteo si sono presentati come underdog e ne sono usciti a testa alta con un inaspettato terzo posto.

Loro sono i Magazzeno, e si presentano al loro bar di fiducia nella loro divisa ufficiale, eccoli.

Prima di iniziare, Eugenio sfodera il suo talento cosmopolita persuadendo in bengalese un venditore che stava provando a rifilarci qualche inutile artefatto.

Sveliamo i Magazzeno.

Bardo: Perché Magazzeno? Sentite di ereditare le autentiche radici milanesi ormai quasi estinte? Quanto è importante nel vostro progetto la milanesità seppur soltanto uno di voi due è un milanese doc.

Matteo (il romano): Milano è presente perché ci viviamo. I Magazzeno mi hanno permesso di conoscere meglio Milano, grazie ai posti in cui abbiamo suonato, ai musicisti di strada che abbiamo incontrato. Ci saranno i detrattori che dicono che Milano è fredda, brutta, troppo costosa, beh, però è piena di vita.

Eugenio: La milanesità dei Magazzeno è persa, perché ho dovuto avere a che fare con degli immigrati di ogni tipo, l’ultimo è il siciliano (il nuovo batterista dei Magazzeno acquistato dopo averne apprezzato le performance durante il Festival di Sannolo). Tutti vengono a Milano, che ci posso fare? La radice milanese si è persa, come la vite che si innesta su una rosa.

Eugenio è un consulente ecologico. È esperto di derattizzazioni e di altre curiosità faunistiche del capoluogo meneghino.

Ranpo: Avete però eluso la domanda sul nome del progetto? Perché Magazzeno?

Eugenio: Magazzeno è un termine che arriva dal mondo arabo, poi introdotto attraverso gli elefanti anche a Milano. È qualcosa di già sentito, per questo lo abbiamo scelto.

Ora, il termine magazzeno è una variante arcaica del più comune magazzino. Che sia un termine di origine araba noi non lo sappiamo con certezza, ma di Eugenio Huge ci fidiamo, ispira una sorta di saggezza quest’uomo, tramanda una memoria storica.

Ranpo: Elio e le Storie Tese hanno in qualche modo influenzato la vostra musica?

Bardo: E i Vallanzaska? Il punk?

Eugenio: I Vallanza-ska. Più che questi ultimi che Elio a me personalmente ha influenzato proprio il punk. È vero, abbiamo testi anche demenziali e sono quelli che funzionano di più, ma i Magazzeno scrivono e suonano anche altre cose. Del punk mi ha sempre colpito quella cosa che non si sente, ma che mancava lo si sente di brutto…

Matteo: Stai per fare un commento assolutamente non fazioso. Mi chiedo qual è lo strumento che non si sente?

Eugenio: Io ho imparato a suonare il basso, lo sentivo solo nel punk. Poi c’era ovviamente anche in Stevie Wonder, ma io non lo capivo. Io credo nel punk vero, non quello che ascoltano gli amici di Matteo.

Matteo: Loro ascoltano pop-punk. I Blink 182 sono diventati pop punk.

Bardo: Forse i Green Day, punk tradizionale a parte?

Eugenio: Quello che facevano all’inizio. Ho un loro vinile con un brano dell’88.

Bardo: Avevano 20 anni probabilmente.

Eugenio: 13! Comunque tanti oggi dicono di fare punk senza fare punk, probabilmente ha assunto un nuovo significato.

Matteo si rivolge a Ranpo: Tu che sei di R***. Io ho imparato a suonare la chitarra anche grazie al chitarrista dei Prophilax.

Ranpo si esalta.

Matteo: Io mi facevo mandare da lui le tabulature su Live Messenger.

Ranpo: Aspetta, come si chiama il chitarrista?

Matteo: Ludovico Piccinini, detto anche Ludo Sborra. Di lui ho preso anche l’ironia.

Bardo: Il 2025 è l’anno dei Magazzeno?

Eugenio: I Magazzeno esistono da San Valentino del 2009. Producevamo un disco all’anno. Poi durante il Covid ci siamo ritirati in Sicilia con i chitarrini.

Nota a margine – la Sicilia è in pieno fermento musicale, approfondiremo la scena isolana in una delle prossime connessioni ;) (forse)

Bardo: Vi siete classificati terzi al Festival di Sannolo con il brano Milano è piena di figa, una decisa provocazione considerando l’ambiente della rassegna, i famosi “ricchioni” che gli Elii nominano ne La Follia della Donna.

Matteo: Ci hanno detto in realtà che abbiamo riportato Sannolo alla sua dimensione festaiola con questa canzone.

Eugenio: Comunque la componente LGBTQ+ ha colto il significato del brano. Ma al di là di questo, Sannolo rappresenta secondo me la resistenza carbonara milanese. Porca puttana tutto sta diventando uguale, vuoto. Sannolo oggi è un faro nella nebbia, qualcosa che rende Milano più bella.

Matteo: Vi spiego ora come è nata Milano è piena di figa. Una sera stavamo tornando da Le Trattoir, che ha chiuso da poco, sbronzi come sempre. Fortuna vuole che io avessi una chitarra in mano, perciò da lì sono usciti gli accordi e la melodia.

Milano è pieno di figa la la la la la la la la.

Ranpo: E come è finita su Ciao Belli di Radio Deejay?

Eugenio: Un amico comasco ci ha dato il numero e noi l’abbiamo inviata. Da lì è rimasta per diverse settimane in classifica, per tutto il periodo del Fuori Salone in cui abbiamo suonato per strada in zona Tortona.

Bardo: Potreste mandarla alla Zanzara, anzi forse è più adatta Natasha e il conto in banca.

Matteo: Io nel periodo Prophilax ascoltavo la Zanzara per addormentarmi. Comunque della Zanzara personalmente apprezzo il fatto che sia una voce differente. Sei tu che, poi, puoi essere d’accordo o meno con l’interlocutore di turno, trai tu le conclusioni e sta lì l’intelligenza.

Ranpo: I Magazzeno parlano di vita reale? Da cosa o chi prendono ispirazione?

Eugenio: Di fatto non abbiamo un riferimento musicale preciso, non abbiamo obblighi nella scrittura. Noi abbiamo una libertà che ci siamo guadagnati suonando. Non abbiamo mai dovuto assomigliare a qualcuno per piacere al suo pubblico.

Matteo: I Magazzeno sono imprevedibili, almeno nei costumi che indossano. Non so nemmeno io cosa indosserò alla serata.

Eugenio: Penso io ai costumi, loro il giorno stesso lo scoprono. In questo modo a Sannolo ci siamo giocati il vecchio batterista.

Qui entriamo in pericolose terre di amori e gelosie femminili in cui è meglio non addentrarsi. Ma giusto per dare qualche dettaglio piccante: hanno suonato in completini sexy femminili e la cosa non è andata a genio alla ragazza del suddetto batterista, dato che ha ricevuto più sguardi maliziosi. Così, dopo l’esibizione, l’ha portato via con sé per sempre.

Eugenio: Comunque, riguardo al nostro linguaggio, parole come Il tuo capo è uno stronzo / Milano è piena di figa / Natasha sei una troia, messe in musica risultano forti, ma sono fondamentalmente la nostra quotidianità. A volte cercare un giro di parole è inutile. Cantiamo come parliamo. Natasha fa subito pensare a una russa, una donna dell’est, senza bisogno di specificarlo, perché è un bias nella testa delle persone. In realtà la vera Natasha era polacca.

Bardo: Era una storia d’amore quindi?

Eugenio: Ovviamente. Tutto viene da lì. In Italia i matrimoni statisticamente più numerosi tra italiani e stranieri sono quelli tra uomini italiani e donne ucraine, mentre alla seconda posizione abbiamo uomini egiziani con donne italiane.

Non verifichiamo. Ci fidiamo di Eugenio Huge, il consulente ecologico.

Bardo: E Mantide? Ti sei mai sentito un esemplare maschio di mantide?

Eugenio: Io sono un naturalista, ho studiato scienze naturali. Il figlio mantide non conoscerà mai suo padre, perché durante l’accoppiamento la mantide femmina stacca a morsi la testa del partner, e questo è davvero affascinante secondo me.

Perdere la testa per amore.

Bardo: Voi comunque avete una cosa che sembra scontata, ma al giorno d’oggi non lo è. Sui vostri canali vi si vede spesso a tavola con i vostri amici in momenti di convivialità con una chitarra in mano, come quella volta che è nata Salvatore. Quanto è importante per voi fare musica in questo modo genuino e sincero?

Eugenio: Matteo ha sempre dietro la chitarrina.

Matteo: È importante! Il contatto con il pubblico ancor prima che sia nata la canzone è il feedback più bello che ci possa essere, è ancora più facile così. Canti una canzone, hai un’idea, se le persone che ti sono intorno ridono, ballano, allora vuol dire che la tua musica arriva. Sono i nostri coautori.

Eugenio: Salvatore è nata in Sicilia, è nata in strada, con le nostre guitalele (ciò che nasce da una notte d’amore tra una chitarra e un ukulele).

Ranpo: Cos’è per voi la strada dunque?

Eugenio: Dipende, è un fattore culturale. Ad esempio, gli Americani manco sanno cos’è una strada come la intendiamo noi Italiani. In Italia tra le vie e le piazze ci sono le persone, perché gli Italiani stanno in strada, non c’è un cazzo da fare. La strada è la comunità, quando ti metti in strada a suonare e ti colleghi alle persone, quella è la realtà. Noi Magazzeno cerchiamo la strada perché è lì che l’uomo sociale deve stare.

Bardo: Come ha detto Panizza dei Pop X, per voi ogni concerto è come se fosse l’ultima festa?

A questa domanda irrompe il vicino di casa di Eugenio Huge, F1x1t gli scatta una foto.

Ve lo dice Bardo, vedersi dal vivo i Magazzeno è come andare a una festa, magari non l’ultima, ma sicuramente una di quelle belle.

Lasciamo i Magazzeno ancora una volta connettersi, continuare è superfluo, hanno già iniziato a cantare con i passanti.

L’intervista termina.

La vita è nelle strade.

Il Naviglio è in fermento.

Milano si prepara all’estate.

Milano è piena di gente.

Come cantano i Magazzeno, Milano è piena di figa.

1
Selvaggia Lucarelli è un mezzo di distrazione di massa
2
Per farla finita con MARCELLO ASCANI
3
The Wreck of the Edmund Fitzgerald
4
Paura e delirio a Castel d’Azzano

Gruppo MAGOG

Tony Scorpioni – Il mio Dio è il Sole
Connessioni

Tony Scorpioni – Il mio Dio è il Sole

Il mio Dio è il Sole, esclama Tony Scorpioni, musicista solare. Intervistato da ilBlast.it in occasione del suo concerto al Miami.
1 anno
LA VOLUMETRICA BIDIMENSIONALITÀ DEL BIANCONERO 
Schizoletteratura

LA VOLUMETRICA BIDIMENSIONALITÀ DEL BIANCONERO 

BIANCONERO, NEROBIANCO.
3 anni
Silvio non val (solo) un Aeroporto
Psicopolitica

Silvio non val (solo) un Aeroporto

Un aeroporto dedicato a Silvio è ancora pochissimo per l’eredità culturale Berlusconiana.
1 anno
Non sono anarchico, però...
Psicopolitica

Non sono anarchico, però...

Il lavoro logora, la modernità imperversa. E noi ci domandiamo se i vari Marx e Smith non abbiano sbagliato. Non siamo anarchici, forse...
3 anni
BLAST PUB CRAWL - ROMA
Proclami

BLAST PUB CRAWL - ROMA

Sei pronto per un viaggio attraverso la storia e la cultura irlandese? Ci vediamo a Roma il 16 marzo, ore 21 :30 alla fermata metro Cavour per il Blast Pub Crawl.
2 anni