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Blitzlichtgewitter
Al di là di Germania fa Male Germania fa Bene
… e così, chi sei infine? Io sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male e eternamente compie il bene. Goethe, Faust
Fallo:
Merkel vince il premio della pace dell’Unesco e dell’UNHCR per aver violato il contratto di Dublino nel
2015, Meloni è la nuova pecora nera d’Europa e fra poco parte la 18a esima stagione di Germany Next
Flop Model capitanata da Heidi Klum.
Rigore:
Era il 2006 quando gli azzurri vinsero a Berlino diventando campioni del mondo. Si ricorda lo Zidane contro il Materazzi, per il conflitto della madre, scena edipica. Anni dopo ancora Macron cercherà l’ennesima revanche escludendo Meloni, già come con Draghi, dalla cena con il cancelliere Scholz per vedere di venire a capo del Reich, splendida ossessione ovvero del regno di Heidi Klum, la bionda più famosa per gli improbabili fidanzati fantocci dopo Madonna – fatalità, era proprio nel 2006 quando è partita la Germania Next Gatta Morta.
Vien da chiedersi, chi vincerebbe il Gran Finale se si trattasse invece nemmeno troppo metaforicamente di un combattimento Merkel vs. Meloni? Della serie Superbowl della super(size)lativa. Katzenkrieg e Kanzlerwrestling. Chi se ne frega del 90-60-90, si deve pensare in grande o come dice il modello militare americano fallito e passato alla Germania a moderare la farsa format delle aspiranti modelle Vorwerk follette Bruce Darnell: Drama, Baby, Drama!
Merkel vs. Meloni, lo showdown del All Stars Fantasy Football.
La Germania (3-4-3) | L’Italia (3-4-2-1) |
3 difensori centrali: Konrad Adenauer, Willy Brandt, Helmut Schmidt | 3 diffensori centrali: Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Carlo Calenda |
4 centrocampisti: Joschka Fischer, Olaf Scholz, Gerhard Schröder, Annalena Baerbock | 4 centrocampisti: Giovanni Donzelli, Giulio Andreotti, Giorgio Napolitano, Elly Schlein |
3 attaccanti: Christian Lindner, Angela Merkel, Friedrich Merz | 2 fantasisti: Matteo Salvini, Silvio Berlusconi |
1 prima punta: Georgia Meloni | |
Portiere: Frank-Walter Steinmeier Allenatore: Helmut Kohl Mascotte: Heidi Klum | Portiere: Sergio Mattarella Allenatore: Mario Draghi Mascotte: Fedez |
Parte l’Italia. Napolitano – Schlein – Andreotti, cerca Berlusconi, bloccato da Merz. Passa il pallone a Schröder – Scholz – passaggio lungo a Lindner, che non può controllarlo. Possesso per l‘Italia. Renzi, Conte, cerca Calenda, corre, invita Donzelli, contrasto con Adenauer, mette in gioco Brandt. Brandt, corre, corre, passa a Schmidt, lungo passo verso Baerbock, attenzione, curva Renzi, potrebbeeeee, prova e sicuro Mattarella, che parata. Parabola, trova Meloni.
Sei lettere nel cognome, che sulla carta le fa quasi pareggiare, ma a veder bene, alfabeticamente Meloni finisce prima della Merkel.
Per cui, 1:0, goal! L’Italia in vantaggio.
Niente da fare per Steinmeier!
Scholz – Fischer – Merz – Schröder-fratello-Gazprom, cerca Merkel, ma perde il pallone in favore di Salvini, che ha capito il tentativo. Andreotti. La Schlein è libera ma non sfrutta l’occasione.
La Merkel, anche conosciuta come Mutti (la mamma, non la passata) dei tedeschi, non ha figli; Meloni da incinta invece si candida in dirittura d’arrivo al grande traguardo di ogni donna degna di quel nome, a sindaco di Roma. Perché lei è Giorgia, una madre e per di più italiana.
2:0, gooooal!
Che partita ragazzi!
Adenauer – Fischer – contrasto con Napolitano, ma non può controllare la situazione. Mario Draghi, l’allenatore dell‘Italia intesito sì, ma in fondo uno di quelli che si sentono le spalle coperte perché le hanno parate. Il trainer tedesco Helmut Kohl invece sembra quasi disperato, senza idee.
Come Angela Merkel, prima Bundeskanzerlin della Germania, Meloni è la/il prima/o Presidente/SSa gender neutral d’Italia.
Entrambe portano a casa il punto, 3:1.
Pressing della Germania, Schlaaaand! Forza Italia!
Attenzione…
Scende in campo la mascotte tedesca Heidi Klum, ein Flitzer ossia un’invasora di campo, veloce nudità bolide da passerella, una streaker che per il 70% delle spettatrici fascia 14-19 anni sarebbe la madre perfetta: bionda, ariana, finta e agile e tu, vorresti avere Merkel o Meloni come madre?
Angela ha al suo attivo 4 anni, 8 anni, 12 anni, 16 anni da presidente/SSa senza interruzioni, è già la Grande Storia, gooooooallll!
3:2 – per cui la Germania riduce lo svantaggio a una sola rete (giocando d’anticipo e in retrospettiva, il gioco non vale la cancelliera che vince qui un po’ a cappotto)
Stai attenta Meloni, fra 16 anni forse non ti (ri)conoscerà più nessuno. Ma la risposta della Giorgia arriva subito, ignora Salvini sulla destra, non vede Berlusconi che sarebbe libero al centro e non ha niente da fare. Meloni invece corre sulla sinistra, che sprint, che dribbling. Mette su la giacca Chanel che su di lei fa un po’ bolero, la difesa di Merkel, vede solo bianco nero, poi fallo, fallo, fallo, questo è un chiaro rosso, come il Kostüm della Meloni per la sua prima volta al Parlamento Europeo. Viene bloccata, prova a salire, ma è piccola, zapp, foto, Blitzlichtlicht, nessuno vede la Meloni, che salta arrabbiata, capelli bagnati dal sudore, lacrime in faccia che corrono ancora più veloce di lei, Meloni è libera, potrebbe… si… faccia come Mussolini…
Goooooal! 4:2
Che stile, che moda, che biondo, che Meloni! Viva l’Italia! Che festa da destra a sinistra applaudano con Letta e Bonaccini festosi in panchina! Tutti contenti! Replay – che gioia, che gloria, che Giorgia! Spettacolo!
Ma cosa fa la Merkel, capelli impresentabili tagliati a scodella con l’accetta, abiti da sacco di patate e che culo STOP! questo può dirlo in chiaro solo Silvio Berlusconi. Queste cose non si dicono sul Blast, siamo seri!
Il trasferimento invernale dell’anno: nel 2022 Media for Europe ex Mediaset ottiene il 25% di azioni del gruppo ProSiebenSat1 che produce Germany’s Next Top Model e così si chiude il cerchio. Adesso i tedeschi hanno paura degli italiani, paura che cambino lo standard d’arianità.
Schmidt – Linder – Merz – Merkel è libera, ma Merz troppo egoista. Nessun problema per Matarella. Posseso palla per l’Italia. Fuori gioco Salvini…
Ma cosa succede… la mascotte italiana Fedez sta slinguandosi senza ritegno un generoso genero di genere Made in Italy. Prima lo strappo della foto nazi del viceministro dei trasporti (in uniforme non propriamente da vetturino) che il Prince Harry al confronto proprio ci sfigura, in fondo è quell’altro che è nato davvero con la camicia giusta – che l’abbottonatura lui ce l’ha di nascita sulla destra, lo dice anche sul suo sito, un segno in effetti molto gender fluid quasi come l’orecchino fine ‘80.
Anche Rosa Chemical comunque a camice retrorevisioniste non scherza, come fa notare Luca Telese, alla portiere/a di notte. E cosa dice l’arbitro? Non capendo niente di satira, giallo per Fedez! Giallo per Fedez e un bacio in bocca, ma non dalla moglie sua di lui con le tette finte dipinte. Che FIFA e diritti gay sono come la Russia e la democrazia, una storia molta complicata. Ritorniamo sul campo di battaglia.
Attacca l’Italia – Salvini – Andreotti – Meloni, parata di Steinmeier.
Dopo aver vinto a casa loro il titolo di campioni del mondo buttando fuori la Germania nel 2006 (e i tedeschi sono convinti lo si sia fatto con tutta una serie di trucchi che non escludono colpi bassi da infami delatori, si veda il caso spogliatoi/Frings), ecco, adesso pensano che noi ora si voglia rubare anche la serie TV di Heidi Klum?!! Si deve intervenire subito, eccome. Per cui lei e sua figlia Leni(n) sono state infiltrate a far pubblicità per Intimissimi, Achtung Baby!
Ma la mossa più vincente in fatto di vendetta tremenda vendetta ha dato già i suoi frutta e verdura con la Lidl Italia come sponsor sulle magliette azzurre, che stridere di tacchetti, non serve ricordare tutta la serie di debacle con apice prima nel 2018 con le figure meschine di quel mondiale dove guarda caso han vinto Les blues, vendetta che con eccezione del 2021 torna ad esercitare il suo potere nel 2022 – nonostante la Lidl sia sempre più italica nell’offerta dei suoi prodotti a mo’ di finto contrappasso. Che pena. Ad ogni modo, a Lidl (diminutivo di Ludwig, l’ultimo re bavarese, quello del castello pseudo Disney e di Luchino Visconti) che è il più grande discounter tedesco e del mondo intero riesce solo dunque un mezzo sabotaggio. Rimane solo una soluzione: il DM, il Deutsche Mark di nuovo, a vent’anni dalla gabola euro, con l’invasione delle filiali stupefacentemente tutte identiche tra loro della Drogerie Markt spuntata ovunque come funghi psicotropi sul suolo italico,la deutsche Mutter (DM) non perde tempo in attesa della legalizzazione della cannabis in Germania oramai fatto certo – mentre da noi questo matrimonio non s’ha da fare! E vai con make up tedeschi e cosmetici della linea Alverde per tutti! Così diventiamo tutti come Heidi!
Goaaaal! 4:3
Che bel cross! La difesa italiana è completamente disorientata con le ONG tedesche che attaccano dai fianchi e Merkel può facilmente segnare il suo terzo goal di questa partita politica nel 90esimo minuto. Last minute! Ma meglio tardi che mai. Un specialità di Angela, attendista tutta la vita (politica).
Siamo nel recupero. Ancora 5 minuti duri, tempo supplementare da incubo.
In campo entrano in maschera quelli della band Weimar e fanno goal, però è anche chiaro come il sole che Weimar per loro è nient’altro che l’odiata Republik e non un’ode di sapore toponomastico o per celebrare la città delle proprie origini – ma di identitario c’è invece appunto tutto il repertorio dei testi meno di fatto l’identificazione meramente geografica che invece è in negativo tutta storica. Ma alla Universal Music di Germania fingono di non sapere, qualcuno se ne accorge e riferisce al refery, risultato giocatori espulsi ma rimane il goal! Siamo 4:4.
Ma cosa fa Meloni, dov’è la vittoria?!
Si comincia da principianti belli e buoni o buoni e belli. Donzelli! Che e/orrore, che auto-goal!
Che brutta figura. Non ci si può credere! Che partita ragazzi. Ma aspettate. Arriva il VAR!!! Controllo di fallo offensivo. Reclami da Renzi e Calenda, polemiche di Conte…
L’arbitro guarda nello specchio (Der Spiegel) e decreta: fuori campo, Abseits! Von Gut und Böse!
Goal annullato! Tutti i video e le canzoni della band Weimar cancellati! Nessun goal! Rimane il 4:3.
Avanti Meloni, puoi vincere! Forza!
Protesta per il goal annullato la Merkel, incazzata nera come i conti segreti di Helmut Kohl – che gli costarono a suo tempo la poltrona, mentre lei se ne uscirà da paladina (si veda tra poco) -, suo padrino e vecchio allenatore, Meloni disperatamente prova a spiegare che non è giusto convogliare tutti i migranti in Italia, ma Merkel prende la palla al balzo dell’immigrazione e con incredibile faccia tosta che solo lei tradisce il contratto di Dublino, aprendosi un futuro da pacifista senza confini apre le frontiere al grido di Wir schaffen das! evvai con gli assillanti, salva in effetti destini come d’altronde l’Italia da più di trent’anni un sacco di vite – ma lei istituisce registri solidi come la blockchain con un milione e duecentomila nomi e cognomi, eh! mica i conti della serva sull’incarto del prosciutto, che lì c’è una certa tradizione e pure stile in puncto liste – è quindi lei che infine si aggiudica sette anni dopo il fatidico 2015 – l’anno che dopo la caduta del muro ha rimescolato le carte false in Germania più che mai – due premi della pace dell’UNESCO e dell’UNHCR – e quest’ultimo lo riceve proprio in quell’ottobre in cui Meloni diventa premier, altro che le coincidenze lapalissiane per cui Cospito che inizia lo sciopero della fame quando si insedia il nuovo governo dovrebbe essere uno scoop che fa riflettere (e cosa poi?)