APOLOGETICA DEL PALO

Per un palo non è mai morto nessuno

APOLOGETICA DEL PALO
Lettura boomer

Ho preso un palo. No, non col BMW, da una tipa. Andiamo per ordine.

Playlist Rally House, cuffione, 23.15. Post vendemmia.

Non ho particolarmente sonno ma la mia routine quotidiana m’imporrebbe almeno 6 ore di ronf ronf; stanotte si andrà corti, è per una buona causa (sperando di non addormentarsi al volante domani e prendere davvero un palo col BMW).

COS’È UN PALO?

Anzitutto ci sono tre tipi di pali: il palo della luce, il palo del vigneto, il palo della tipa. In questo articolo approfondiremo quest’ultimo, e cercheremo di capire come si arriva a pendere un palo e come gestirlo.

No, Tanko non è marchettato da quelli di playlover academy, per carità, stateci lontani, quei culattoni repressi ispirano solo di sfornare malesseri.

Anzitutto: alzi la mano chi non ha mai preso un palo.

Abbiamo sdoganato il nudo femminile, abbiamo sdoganato il sesso libero, abbiamo sdoganato le ciccione obese (specifico obese perchè le ciccione mi piacciono), non abbiamo sdoganato il prendere un palo. Blastidi: è normale, è normale prendere un palo. Anzi, sarebbe strano il contrario, è nella fallibilità dei rapporti umani, è proprio perché non instauriamo con tutti lo stesso rapporto, che essi trovano un senso. Immaginate attaccare bottone con una tipa e questa vi dice subito di sì, fantastico no? No, si chiama andare a troie e ti dicono di si perchè paghi (in questo frangente prendere un palo si sarebbe una disgrazia).

Per cui, perché c’è in giro questa paura di prendere un palo? Non è timidezza, è cacarella, cacarella in braga. E vi dirò di più, chi non prende palo non fa all’amore. La domanda d’altronde mi frulla nella testa da un po’: i maschi non sanno più corteggiare?

Il problema è serio, non parliamo della solita manfrina woke (perchè sì, piangersi addosso per una tipa cercando di essere compresi è wokismo destrorso)… Parlando con una qualsiasi FEMMINA la risposta sarà: “esatto, i maschi non sanno più corteggiare”. E via con la collezione di bottoni mal attaccati su Instagram, con frasi improbabili nei DM da parte di tipi sconosciuti o magari incrociati nella vita reale ma che non le hanno mai neanche salutate. Ahimè, questo giro mi tocca concordare col gentilsesso.

Il maschio è in crisi.

Microplastiche, 5G, sessualizzazione dell’infosfera, smog, scarsa attività fisica, tutto aiuta alla demascolinizzazione, ma non prendiamoci per il culo, il problema maggiore, ancora una volta, è squisitamente culturale.

COME PRENDERE UN PALO

Qui non si tratta di fare il macho e neanche batman (che poi sappiamo cosa facevano lui e Robin). Qui si tratta di fare l’uomo, o, più semplicemente, di andare dalla tipa che ti attrae e palesarsi.

Dal vivo.

Questo è il primo, fondamentale passo, per prendere un bel palo.

Non prendi palo perché non sai corteggiare, sapessi corteggiare lo avresti già preso.” –Adolf Hitler

Finchè stai lì beato nella tua comfort zone a fantasticare sulla tipa con gli occhi azzurri e il caschetto biondo incrociata in prima superiore sul pullman e mai più rivista (all’epoca Tanko non era così saggio come oggi), non prenderai mai un palo.

Quante storie d’amore abortite per la paura di prendere un palo!

Perdonatemi per l’uso dell’insulso anglicismo, ma la verità è che il maschio oggi è comodo, forse pure pigro. Fatevi un esame di coscienza voi incelloni che mi leggete, e scrivete pure alla redazione dolci donzelle brainrottate dal Blast se volete darmi un bel palo.

Da quando il maschio non spacca più legna in previsione dell’inverno, da quando non si fa Colle Umberto – Cadore in bicicletta per fare fieno con la falce come faceva mio nonno, è andato in declino: adesso ha paura di prendere palo.

COME GESTIRE UN PALO

  • “Oh no, la tipa ha fatto una faccia schifata e se n’è andata”
  • “Oh no, la 2005 che mi aveva dato il numero l’altra sera mi ha poi tirato un palo”
  • “Oh no, la mia ex non mi vuole più e non risponde neanche ai fiori che le ho mandato”

La risposta semplice e lineare per non deprimersi e gestire questi clamorosi pali è sempre e solo una: “non un mio problema”.

Le occhiaie mi arrivano alle palle, le palle mi arrivano alle ginocchia (NO WOMAN NO FAP), sono al 21esimo giorno di lavoro consecutivo e ho una media di sei ore di sonno per notte, i clienti non pagano le fatture in orario: nel complesso ho problemi più grossi di prendere un palo.

Il problema forse è proprio questo: essendo troppo comodi (pure io lo ero, mi ci metto dentro), non conosciamo la scomodità. E un palo è qualcosa di scomodo, arriva, ti si pianta davanti agli occhi e non sai come gestirlo.

La vera domanda è: devi proprio gestirlo?

Cosa fai? Lo abbracci e te lo porti a spasso il palo? Mi pare che la tecnica comune sia questa, dopo tutta la fatica fatta a liberarsi delle seghe mentali sull’approccio col gentilsesso, finalmente ci si sblocca e subito ZAC! si prende un palo e ce lo si porta a spasso. Scomodissimo.

Ora, capirete, non ci si può mica rovinare la vita perché una HOE ci ha tirato un palo. L’alternativa è fare Fleximan, ancora una volta: NON UN MIO PROBLEMA, flessibile e via.

Ripeto: ho le occhiaie alle palle e le palle alle ginocchia, non posso anche girare abbracciato a un palo.

In questo sproloquio però, manca ancora qualcosa.

LE FEMMINE SANNO ANCORA FARSI CORTEGGIARE?

Il maschio, lo abbiamo detto non sa più corteggiare, ma la femmina sa farsi corteggiare? E qui arriva il tasto dolente, nei roaring twenties del terzo millennio, anche loro si sono dimenticate come farsi corteggiare. Attaccare bottone dal vivo, per alcune, è già troppo, non avere un profilo social o non averne uno “appetibile”*, equivale ad avere la campanella dei lebbrosi appesa addosso.

*No, la foto di te in gita di terza media, la foto di gruppo in spiaggia di 7 anni fa e la foto del prato alpino dove finalmente hai toccato l’erba come uniche tre foto del profilo non lo rendono “appetibile”.

La classica scena che mi trovo ad affrontare è la seguente: attaccato bottone, sta andando discretamente bene, da 10 minuti parliamo e mi chiede l’Instagram.

Risposta analogica: “non ho Instagram, mi dai il numero?”

Alla risposta inaspettata la tipa fa una faccia strana, medita forse di darmi un numero falso? La cosa mi è già successa, non è un dramma, ma soprattutto NON È UN MIO PROBLEMA. Ma cosa c’è di strano nel non avere Instagram? Sono l’unico dei piselloni presenti che è venuto a parlarti senza aspettare di venire in cerca il giorno dopo su IG, e ora è un problema se non ho IG. Ora è fin troppo palese che la tipa, che magari è disposta pure a darmelo il numero, sta pensando che sia uno psicopatico.

“Sorella in Cristo, ma io come te lo spiego che sono un complottista che si è dimenticato il cappello di carta stagnola a casa? Non lo vedi? Instagram l’ho buttato nel cesso durante il cockbig19 e vivo da 5 anni nelle foreste, esco il sabato sera da quando la mia ex mi ha mollato e mi vedo male in mezzo al locale perché vorrei solo stare nella mia casa in campagna con due marmocchi piccoli (i primi dei tanti) e una moglie fedele; ora io come te lo spiego che sono una persona per bene che vale la pena di conoscere meglio?”

Sicuramente non così.

Ma se mi tirerà palo, vorrà dire che non è quella giusta.

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