2 settimane

Il lupo potresti essere tu! 

Che cos'è una molestia?

Il lupo potresti essere tu! 
Lettura boomer
Viaggio senza ritorno nel mondo delle app di dating, del consenso e della sessualità deviata (era solo un prank).

«Il mondo di chi fa i video dicendo che se ti dico di sì ma poi cambio idea a metà e tu devi rispettare la mia mutata disponibilità e non osare protestare, quel mondo lì si parla con quello di chi non sa cosa significhi “consenso” o pensa sia una cosa che i mariti concedono per conto delle mogli?» (Guia Soncini

Da tempo i The Show hanno deciso di sottoporre Jaser a una serie di prove sempre più difficili.

Circa un mese fa è uscito un nuovo video per il format Si può fare? dal titolo 10 appuntamenti con 10 uomini lo stesso giorno su Grindr. Un esperimento già fatto con le ragazze su Tinder, ma questa volta c’era un piccolo problemino, ovvero che Jaser non è gay… Ma l’etica non può fermare i The Show, abituati a queste situazioni sin da quando andavano a comprare sex toys vestiti da preti.

Così, il pur riluttante Jaser ha dovuto accettare anche quest’umiliazione ed è approdato nel magico mondo di Grindr, che per chi non lo sapesse è un’applicazione per pervertiti che sogliono salutarsi scambiandosi foto dell’uccello. Si dice sia il corrispettivo gay di Tinder, ma in realtà è più una specie di supermercato di corpi: il 90% della gente è lì con un obiettivo preciso e un buon 50% manderà dick pic non richieste convinto di aver fatto una gran cosa. Sì, perché lì sopra inviare una foto del proprio membro è considerato socialmente accettabile.

Lì sopra, la maggior parte dei profili è anonima, senza foto profilo o con una sola foto, del fisico, del pacco o del culo, e con nomignoli come “sex!”, “sesso ora”, “sex now”, “ora?”, “tonight”, “casa libera”, “ospito!” “divertimento”, “voglioso”, “schiavo”, “XL per XL” “coppia”, “Salò o le 120 giornate di Sodoma” e “banana 33” e descrizioni come “33 l’età non è”.
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L’utente medio è il sessantenne infoiato dall’aspetto repellente, pederasta impenitente, che è convinto di poter adescare ragazzini mandando foto del suo petto villoso e incanutito o del suo pene in disfunzione erettile. Alternativamente, il padre di famiglia che non è cattivo, ma a volte è un po’ passivo, ma solo con i trans. Ribadisco, con i trans.

Ma non solo! Si trovano anche (finti) etero “curiosi” (qualunque cosa voglia dire), maranza in cerca di droghe, di follower o di gymbro (altro concetto che mi è del tutto oscuro: immagino due maschi che si masturbano a vicenda sui rispettivi fisici, o guardandosi allo specchio), bot che inviano link di siti porno, dominatori e schiavi che sono lì per dimostrare che aveva ragione Aristotele, che ci sono uomini naturalmente portati per la schiavitù. Smascherare un finto eterosessuale può dare grandi soddisfazioni, soprattutto se quest’ultimo ti ha rifiutato e calunniato con dolo ed esibisce una finta fidanzatina come un trofeo (sì, è ovvio che mi è capitato). Mi è capitato anche di trovare un cattolico tradizionalista del Fuan, che ovviamente si definiva bisessuale, perché la bisessualità è sempre più dignitosa dell’omosessualità, ed era in cerca di orge fasciofrocie che neanche Pasolini avrebbe osato immaginare.

Sono assolutamente convinto della compatibilità tra omosessualità e idee di destra (consiglio la lettura di A destra di Sodoma di Marco Fraquelli),

solo che se uno si sente in dovere di negare una delle due cose (la propria appartenenza politica o il proprio orientamento sessuale) vuol dire che forse non ha raggiunto una piena accettazione dell’una o dell’altro…

Torniamo a Jaser. Approdato su Grindr, il Nostro è stato sottoposto al rito di iniziazione che prevede che uno indichi dettagli come il proprio genere (uno di quei 58 che non esistono, come giustamente ci ricorda il senatore Pillon), la “posizione” (attivo, attivo versatile, versatile, passivo, passivo versatile, senza penetrazione) e la “tribù” di appartenenza (orso, aspetto pulito, daddy, privato, nerd, sportivo, vestiti in pelle, lontra, HIV+ [giuro, non sto scherzando], robusto, trans, twink, sobrio). Se vi è venuto il voltastomaco per questa forma di iperrazionalismo socialista che impone di dividere l’umanità in una quantità infinita di categorie non richieste LGBTQRSTUVZ o per talune pratiche al limite del parafilico, non posso che darvi ragione, e infatti Grindr rappresenta per me un’indagine a fondo nell’abisso.

In un mondo del genere, è inevitabile cadere in un loop infinito, solo che mentre su Tinder al limite non si matcha o non si ottengono risposte, oppure si ha l’impressione di comunicare con bot poco intelligenti,

su Grindr si ricevono decine di proposte indecenti.

Comunque, Jaser è riuscito nell’impresa di combinare dieci appuntamenti, forse perché ritenuto bello (mi spiace, Jaser, ma non sei il mio tipo, come ti sarà capitato di leggere centinaia di volte su quell’App) o forse perché la foto vestito da infermiera era perfetta per attirare l’attenzione dei parafilici di cui sopra, che evidentemente considerano attraenti la malattia e l’idea che dietro l’angolo ci sia sempre una Kathy Bates pronta a decidere della loro sopravvivenza.

O forse, ancora, per via della foto da puppy, migliore conferma della teoria di Papa Francesco secondo cui la nostra misantropia si è spinta fino al punto di preferire i cani alle persone. Una civiltà che consideri desiderabili le condizioni di vita di un cane, per il Profeta l’animale impuro per eccellenza, è giunta davvero al capolinea.

Com’era prevedibile, il Nostro si è imbattuto in un profilo che aveva come tag kink (pratiche sessuali non convenzionali) e BDSM, che ha celebrato il suo “battesimo da puppy” («ricordati di dissacrare le feste» è il primo comandamento dei nemici della Verità). A un altro ha detto di voler “solo giocare” estraendo dei Lego. Altri due si sono presentati in coppia: cercavano una festa, cioè un’orgia a base di  cocaina e MDPV. Jaser ha risposto che pensava si trattasse di “un altro tipo di festa” e i due stranieri gli hanno detto che «quello era il modo di dire vecchio». 

Ghostato per ben tre volte, il nostro eroe ha dovuto rimediare con incontri improvvisati, poi si è rassegnato e si è diretto verso l’ultimo appuntamento, che, a differenza degli altri, era in casa. Un dettaglio che dovrebbe subito mettere in allarme, come del resto anche alcuni doppi sensi precedenti, per esempio «un buco lo si trova sempre» o «il pesce è sempre buono», ma Jaser non si è fatto scoraggiare. Com’era prevedibile, la situazione è degenerata, trasformandosi in

«un incubo che potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno».

Insomma, Jaser sostiene di aver subito una molestia.

Andiamo con ordine. Secondo Jaser, sin dal suo ingresso il ragazzo avrebbe mostrato segni di violenza, per esempio tirandogli forte il braccio e dandogli due baci sulla guancia. Già qui verrebbe da chiedersi che cosa si aspettasse Jaser da uno al quale aveva lasciato intendere di voler scopare. Lo riconosce Jaser stesso, perfettamente consapevole di quale sia l’obiettivo di quell’appuntamento. Jaser si chiede in che momento e in che modo – e, verrebbe da aggiungere, con quale coraggio – potrà dire di non voler fare nulla e andare via, insomma rifiutarlo. 

Comunque, Jaser non si è fermato qui. Di fronte alla più classica delle domande («sei attivo o passivo?»), ha detto di aver avuto una ragazza e di voler provare esperienze nuove e lo sconosciuto gli ha fatto subito capire che l’attivo era lui, perché gli piaceva sottomettere, almeno due volte a settimana. Tra le altre cose, si vantava di aver testato una terapia di conversione al contrario: da etero a gay, tramite stimolazione della prostata. Su suggerimento di Alessandro dei The Show, Jaser ha esordito con una serie di elogi:

«tra tutti i ragazzi con cui sono uscito, tu sei quello più carino»,

«hai un bel fisico: ti alleni tanto?».

Di fronte alla sua richiesta di mostrare i bicipiti, il ragazzo ha spinto la mano di Jaser sempre più in basso, fino a farle toccare il proprio membro. Questo è il primo momento in cui Jaser si è sentito molestato:

«il suo braccio era grosso praticamente come la mia testa e il fatto che io avessi almeno 20 kg di muscoli in meno di lui non mi faceva stare del tutto sereno»

dice Jaser. Come se questo avesse una qualche rilevanza…

A questo punto, il presunto “aggressore” gli ha chiesto di spogliarsi. Jaser non si è rifiutato, ma lo ha invitato ad arrivarci con calma, al che l’altro lo ha fatto alzare in piedi per palpargli il lato B. Alessandro, che è un uomo ragionevole, fa notare che spesso capita di scambiarsi pacche sul culo anche tra amici, ma Jaser ribatte che quella era una palpata, e quindi una cosa differente, fatta non con intento giocoso bensì sessuale.

Verrebbe da chiedere a Jaser dove poniamo in maniera oggettiva il confine tra una scherzosa bravata e una molestia, dal momento che anche ciò che nasce per scherzo può essere percepito come molesto, e non è certo possibile fare un processo alle intenzioni. 

L’altro si è accorto della sua tensione e si è mostrato persino comprensivo, facendogli un massaggio sulle spalle e cercando di scendere più in basso, fino a scusarsi di fronte al primo esplicito rifiuto. Ma è proprio in quel momento che, su un colpo di genio di Alessandro, Jaser ha lanciato la sua provocazione definitiva, domandando: «ma tu sei bravo a fare i pompini?». Ovviamente, l’altro ha risposto di essere un maestro e Jaser gli ha chiesto di insegnargli come si fa.  La conseguenza più ovvia era che l’estraneo si denudasse, trasformando il video dei The Show in un porno amatoriale. Invece,  è tornato con un casco di banane e una panna spray e ha simulato una fellatio. Poi era il turno di Jaser: il ragazzo gli ha preso un’altra banana, ci ha messo la panna sopra e gliel’ha messa in bocca spingendola il più in giù possibile.

Per l’ennesima volta, Jaser dice di essersi sentito molestato, nonostante avesse dato esplicitamente il suo consenso («va bene, anche con la panna»). Né le provocazioni di Jaser si sono fermate qui: il passo successivo è stato infilarsi in bocca un gambero intero, al che l’altro ha commentato con uno dei suoi soliti doppi sensi: «la salsina in punta ci va sempre!»

Lasciamo che sia Jaser stesso a esporci la sua teoria della molestia: «Io con una frase allusiva posso anche spingerti ad un approccio, ma poi, nel momento in cui flirtiamo e tu decidi di fare la prima mossa, devi essere molto sensibile alle mie reazioni e se vedi che anche solo lontanamente io ti sembro a disagio devi fermarti e chiedermi se è tutto ok. Per esempio, se ti chiedo di insegnarmi a fare un pompino, sicuramente getto le basi per fare un gioco sexy insieme, ma non ti sto autorizzando nemmeno lontanamente a spingermi una banana in gola. Dire no è sempre un diritto sacrosanto e di fronte ad un no tutto ciò che è successo fino a quel momento non conta più nulla. […] Se ti dico no, tu devi fermarti!». 

Ora, io non so se Jaser se ne sia reso conto, ma nel video ha avuto millemila occasioni per rendere esplicito il suo non-consenso, e invece ha preferito continuare con le provocazioni. Accettare il teorema di Jaser significa dare per scontato che tutti siano in grado di comprendere lo stato d’animo di un’altra persona, o in alternativa che debbano leggere nel pensiero per capirlo.

Come se fossimo tutti degli Uri Geller, e non delle specie di Asperger alessitimici.

Inoltre, il teorema di Jaser non tiene conto di un elemento molto semplice, che era già chiaro alle Leggi ittite del XVI secolo a. C. Infatti, la Legge 197 recita: 

tákku LÚ- MUNUS-an ḪUR.SAĜ-i eepzi LÚ-na watúl na aki

tákku É-rima eepzi MUNUS-na wata MUNUS-za

aki 

«Se un uomo ha un rapporto sessuale con una donna su una montagna, la colpa è dell’uomo e morirà. Se, invece, ha un rapporto sessuale nella casa di lei, la colpa è della donna e la donna morirà».

QUESTA È LA LEGGE!

Quello che la legge ittita sta cercando di dirci è che solo nel primo caso, quando il rapporto viene consumato all’aperto, in montagna, si può dire che la donna non era consenziente, e quindi si è trattato di una violenza dell’uomo sulla donna, mentre nel secondo è stata la donna a invitare l’uomo in casa sua, e di conseguenza si è trattato di adulterio e i due sono egualmente colpevoli di fronte alla Legge

Le cose non sono cambiate molto. L’articolo 660 del Codice Penale recita: «Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito, a querela della persona offesa, con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516». La chiave sta tutta in quell’espressione: «in luogo pubblico o aperto al pubblico». Jaser si trovava forse in un luogo pubblico o aperto al pubblico? Ovviamente no. Si trovava in casa di uno sconosciuto, e aveva fatto di tutto per entrarci. È inevitabile che, come direbbe il compianto Giambruno, prima o poi il lupo lo trovi.

Anzi, voglio spingermi oltre. Se ti fingi gay, vai a casa di uno che ti ha fatto capire di voler solo scopare, lo riempi di complimenti sull’aspetto fisico, gli chiedi di insegnarti a fare un pompino pur non volendolo e poi cambi idea all’ultimo minuto aggrappandoti a una tua idea di consenso che è più mutevole del sardo al variare dell’umidità, IL LUPO POTRESTI ESSERE TU. Così come lupo era il ragazzo che, forse con l’intento di disvelare una a me ancora ignota omosessualità, quando avevo 18 anni decise di provocarmi palpandomi il culo e sedendosi sul mio pene in erezione. 

So benissimo che nell’immaginario collettivo la parola molestia ha assunto un altro significato, più ampio, ma è bene mantenere ben distinti il reato di molestie, che è qualcosa di oggettivamente identificabile come tale, da un comportamento ritenuto genericamente molesto. Del resto, non è la prima volta che i The Show fanno disinformazione su un tema come questo: lo avevano già fatto col video sul catcalling, un altro psicoreato che spesso si riduceva a un semplice sguardo prolungato di troppo o alle parole «sei bellissima» pronunciate col tono di voce sbagliato. Video come questo contribuiscono ad alimentare questo clima di caccia alle streghe che purtroppo ha coinvolto anche l’università

Al massimo, per il ragazzo del video, si potrebbe configurare il reato di violenza sessuale. Infatti, in un secondo momento si è presentato nudo, esibendo il proprio pene sul tavolo e mettendoci sopra della panna, ha provato a portare Jaser in camera e, di fronte a un suo rifiuto di prenderlo in bocca o in mano ha iniziato a masturbarsi in sua presenza. Infine, Jaser ha provato a uscire, ma la porta era chiusa e le chiavi si trovavano sul suo pacco.

Quanto a me, un giorno raccontai questo aneddoto riguardante il diritto ittita a un mio conoscente che studia giurisprudenza e questi scoppiò a ridermi in faccia. Era accaduto che un ragazzo che qualche sera prima era stato mio ospite fino alle due di notte mi aveva accusato pubblicamente di molestie perché mi ero permesso di dargli una pacca sulla spalla. E allora, di nuovo, se accetti di stare a chiacchierare in camera mia fino alle due di notte, ti avvicini, mi tocchi e poi cambi idea e mi calunni, il lupo potresti essere tu.

E tralasciamo qui tutte le varie implicazioni morali di questo esperimento dei TheShow, che tra l’altro erano d’accordo anche con l’altro ragazzo, e quindi avrebbero accettato consapevolmente di sottoporre Jaser a quella che loro chiamano una molestia. Analogamente, il ragazzo avrebbe accettato di mettere in atto una condotta criminale. Questo solo se si accettano le implicazioni del teorema di Jaser, che si può ridurre al mondo fiabesco di una vecchia canzone de Le Orme:

«Un grido al mattino in mezzo alla strada

Un uomo di pezza invoca il suo sarto

Con voce smarrita per sempre ripete:

“Io non volevo svegliarla così!”

“IO NON VOLEVO SVEGLIARLA COSÌ!”».

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