Ritardocrazia: accelerare l’idiozia.

Ritardocrazia: accelerare l’idiozia.
Lettura boomer
Partiamo da un presupposto: le generazioni future di adulti saranno ritardate.

Saranno ritardate nel senso mentale. Peggio della nostra che si è sorbita anni di Youtube Poop e Annoying Orange.

Almeno quello era un internet libero, quando l’algoritmo non faceva così impressione ed era ancora tutto frutto di una manciata di individui che si divertivano a fare cazzate.

Quei tempi quando Youtube, Facebook, Instagram e simili non erano ancora stati del tutto sottoposti al processo di enshittification, ma lasciamo questo argomento per un’altra volta; intanto, potete saperne di più qui.

Torniamo a noi e ai nostri ritardati in erba.

Da qualche parte in questo momento i futuri presidenti stanno guardando Skibidi Toilet Ep 154 sul loro tablet mentre la mamma gli sta pulendo il bavaglino.

Brainrot

È tutta una questione di Brainrot:

Con questo termine, traducibile come marciume mentale, possiamo racchiudere tutti quei contenuti su internet, specialmente piattaforme come TikTok o Instagram che propongono, in particolare ad un pubblico giovane, video, canzoni ecc. che puntano sull’intrattenimento con roba assurda, turbo-autistica direi.

Esempio principe è Skibiditoilet, fenomeno che ormai gira sui social da parecchio e di cui probabilmente anche i lettori hanno sentito parlare o ne hanno avuto diretta esperienza.

Ora, il bimbo medio incollato al tablet tutta la giornata è incollato all’Algoritmo tutta la giornata, praticamente da quando è nato, perché mamma e papà non hanno cazzi di occuparsi di loro figlio.

Anche la generazione di quelli che ora hanno pressappoco 20, 21 anni sono stati parecchio incollati a questo genere di contenuti, ma erano ancora ad uno stato embrionale: un esempio sono le Youtube Poop di Nocoldiz, storico poopatore della scena italiana.

C’è un qualcosa di artigianale, di genuino in quei contenuti della vecchia comunità di YoutubePoop.

La mia opinione è sicuramente di parte.

Ovviamente ricordo con un certo occhio soggettivo quel genere di video e sono sicuro che molti di quelli che stanno leggendo possono confermare (e, i più esperti, anche citare) a memoria alcune delle minchiate più celebri uscite da quei video.

Facciamo un esempio: STALLA DI PAGLIA DOVE I BRIGANTI DI PAGLIA BEVONO PAGLIA.

Ve la ricordate? Probabilmente sì, sennò andate a recuperare questo reperto della storica Youtube Italia. Non esisteva ancora il concetto di Brainrot ai tempi, ma è calzante nondimeno.

In sostanza, siamo cresciuti riempiendoci la testa di queste cose da ritardati. Da ritardati perché vanno a toccare delle corde psicologiche così trogloditiche, così primitive che fanno ridere quasi per riflesso incondizionato.

È il nonsense per eccellenza.

La vera differenza con il brainrot odierno è l’algoritmo, la capacità di questo di mettersi di mezzo tra noi e i neuroni bruciati:

Oggi chi cresce con Skibidi Toilet e Cocomelon versione 10h ha a suo servizio un algoritmo potentissimo che indirizza i contenuti, ti tiene nel circuito del brainrot per ore.

Basti pensare a quanto è facile passare un’ora senza accorgersene sui Reel di Instagram semplicemente scorrendo il dito con un bel accompagnamento in overlay di Subway Surfer per mantenere la spanna d’attenzione alla soglia dei 30 secondi. Immaginate un bambino di quattro anni che cresce così: ziopera.

Immaginate un futuro dove a doversi occupare della società sono i bambini di oggi:

Elezioni 2060, classe politica composta da iPad kids. Praticamente Joe Biden ma senza la demenza senile. Discorsi alle candidature più o meno sui 30 secondi, sullo sfondo megaschermo con gameplay di Subway Surfer per assecondare i recettori delle dopamine dell’elettorato.

Il futuro è la ritardocrazia, il potere del ricoglionimento più totale e sistematico. L’Algoritmo ha vinto, il collasso dell’evoluzione psichica umana è giunta all’apice: siamo fuoriusciti dal ritmo biologico, la Macchina è in cima alla catena alimentare.

Noi, se ci arriviamo in questo futuro ipotetico, noi zostili, saremo meno rincoglioniti dalle microplastiche e dai primi sintomi di demenza senile del trentenne medio cresciuto dall’Algoritmo.

La democrazia, premettendo che ci sia ancora come concetto in futuro, sarà ridotta ad un Reel di Instagram proposto dalla Macchina (forse è già così?)

Ormai si nascondono in piena vista, non c’è più bisogno del discorso stracciacoglioni di Benigni sulla costituzione o di quello  di fine anno del Presidente della Repubblica (che tanto nessuno ascolta)

Non ci sarà più spazio per queste cose perché non ci sarà più un pubblico fisicamente in grado di recepire questo tipo di contenuti.

In questo scenario uno spiraglio di possibilità c’è per chi ha avuto la fortuna di nascere a cavallo tra questi due mondi, gli zostili sopracitati.

Avremo (mi inserisco nella categoria zostile) quella saggezza degli anziani che ancora ricordano un tempo senza algoritmo ma che ci sguazzano dentro da decenni. Alimentare il ritardo mentale delle generazioni future per liberarsi del tutto della democrazia:

Finalmente potremo farci gli affari nostri senza la campagna elettorale di turno, senza lo scandalo politico da quattro soldi. La democrazia sarà scopertamente la messinscena che è già: una questione di like e di trend su TikTok, un gioco scaricabile dall’App store di Google installato sul telefono di tutti i giovani al posto della tessera elettorale.

Ci libereremo dalla puzza della democrazia marcescente riducendola ad un simpatico giochino per chi è troppo ritardato per capirci qualcosa.

Siamo lungo quella spaccatura epocale tra i nostri genitori che ancora credono che la polemica di turno abbia un peso reale, che la Meloni è fascista (ma magari, almeno in RAI non sentiremmo frignare nessuno per 5 secondi) e che la etrusca Schlein è comunista (ma magari, almeno avremmo la repubblica schizosovietica rizziana che il buon Dio ci ha promesso quando siamo venuti al mondo) e dall’altra parte una generazione di bimbi che non sarà in grado di articolare un discorso più sensato di skidibi dop dop yes yes.

L’elettore perfetto per il futuro: la generazione dei boomer era il prototipo, quelli che credono che la politica si faccia ancora in giacca e cravatta con la sigaretta tra le dita tirando supercazzole sulla libertà d’espressione, l’antifascismo, il comunismo ecc. ecc.

Presto avremo il prodotto finito, il capitore-di-un-cazzo definitivo, alieno alla vecchia politica e perfettamente formato a quella di domani:

L’Uberboomer.

Ad accomunare i due modelli c’è il fattore comune di non essere in grado di gestire l’Algoritmo, entrambi per estraneità ad esso, ma uno (i boomer) per mancanza di dimestichezza, l’altro (gli uberboomer) perché coincidono perfettamente con esso.

A dimostrare questo ultimo punto c’è il nuovo filtro contenuti instagram per limitare i contenuti di natura politica delle persone che non segui, uno degli esempi di come l’Algoritmo condizioni la nostra esperienza nel campo della politica.

Scorrazzeremo tra le rovine della società come avvoltoi, fonderemo il nostro regime ritardocratico programmando ad hoc le leve che muovono le convinzioni dell’elettorato mentre noi passeremo le giornate a bere grappa, bestemmiare e a farcidue risate ricordando quella volta che Pedro ha detto “la cipolla” all’Eredità su Rai1.

Una nuova aristocrazia mentale, abbastanza vecchi da non essere del tutto cariati dall’algoritmo e abbastanza giovani da capirne i funzionamenti e rimanerne estranei. 

Brainrot
Stato mentale del Brainrot

Zostile, corri sul filo del rasoio: fai tuo il futuro e stanne fuori, scappa e ti gusterai il collasso, lontano dal centro dell’impero algoritmico incombente.

Guarderai il tramonto del Mondo che conoscevi e dirai:

Quando non c’era lui si stava meglio. 

1
Caro Edoardo Prati, insegnaci la letteratur*
2
L’epopea del Contrabbando di Sigarette Pugliese
3
Sull'inevitabilità del Collasso climatico
4
Scusate il ritardo
5
Dialoghi del fallito e dello schizzato

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