IL FUTURO È PER POCHI

La democrazia è sconfitta, rimangono due destre

IL FUTURO È PER POCHI
Lettura boomer
Goodbye Lenin, welcome Evola! Il futuro accellerato e aristocratico incombe.

POV: sei un tirocinante in giacca e camicia Doppelgänger a Bruxelles, all’Unione Europea, nella Direzione Generale Affari Internazioparlaeconomici e Diritti Umani. Compito: usa Canva per creare un logo da usare nelle pubblicità istituzionali. Deve essere inspirational, e givvare una vision del future. Potresti scegliere un bel globo stilizzato, come quello di tante megaimprese o del FMI. Un’altro classico sono mani di popoli diversi, a cartoon Google, che si stringono in cerchio. No No No, sii creativo, scegli un emblema che racconta il futuro dell’Occidente e non il suo recente passato, qualcosa che parli più di mille prompt su GPT: una bella aquila bicefala, magari più asburgica che non russa.

Eccovi la spiegazione, zitti e ascoltate: il futuro della politica occidentale non è democratico, ma aristocratico, con due forme di aristocrazia radicalmente diverse in offerta. Appunto, l’aquila è un emblema il cui sottotesto è il potere di ancien régime: un potere di una classe di intoccabili semidivini. Nella certezza del futuro distopico che ci aspetta si fronteggeranno due vie, due aristocrazie, e l’una estinguerà l’altra: i “Tecnici” ed i “Vivi”.

Aristocrazia > Democrazia

Procediamo con ordine, che già siamo brainrottati e sappiamo processare 6 bit alla volta. Aristotele: “[...] è necessario che a governare siano uno, pochi o molti”. Tralasciando i dettagli della sua teoria dell’aristocrazia (ricordiamo che era un tizio che prima incensò Atene e poi bocchinò Alessandro Magno) dobbiamo metterci bene in testa che sempre più la forma legittima del potere è di pochi – pochi che se formano un gruppo abbastanza coerente ed autocosciente della propria superiorità si possono dire aristocrazia, élite o classe dirigente. Possono poi inscatolarsi in dei sistemi legali ed istituzionali stringenti che includono il popolino (l’ideale della democrazia contemporanea), farsi comandare da un primo tra pari (dalle monarchie alle dittature novecentesche) o infine governare semplicemente come classe (il mondo feudale europeo).

Chi sono gli aristocratici occidentali del 2025? Sono i proprietari di asset finanziari e capitali, i più alti burocrati, gli uomini della sicurezza, gli scienziati, i maestri della manipolazione di massa. La loro ascesa negli ultimi decenni ha degradato tutte quelle istituzioni che erano organizzate secondo un grande disegno razionale – lo Stato, la democrazia, il welfare – e che presupponevano la sovranità popolare. L’élite non è più piegata al servizio dello Stato, bensì è vero il contrario. Quella idea così demodé secondo cui si poteva progettare una società politicamente unificata che fosse per tutti e di tutti è diroccata. È finito il monoteismo politico e popolare della Modernità ed il potere va per i cavoli suoi, seguendo i suoi uomini. 

Camminiamo dunque tra questi ruderi come gli ultimi Romani passeggiavano tra acquedotti e mura in crollo, noncuranti; perché curarsi del collasso della Res Publica se si stava giusto aspettando il prossimo saccheggio barbarico? Quando l’orizzonte è la prossima crisi irreparabile, le crisi si fanno automaticamente irreparabili. Die neue Zeit kommt Morgen, la nuova Era è domani, e la si costruisce partecipando alla guerra civile delle bande che da oligarchie di fatto o nascenti cercano di trasformarsi in aristocrazie legittime. 

Abbiamo ereditato un modo di pensare secondo cui l’aristocrazia è brutale arbitrio e prepotenza, un trucco di magia da sconfiggere con la ragione liberale ed egalitaria. Questa fondamentale fiaba (o questo periodo storico di grazia, visto che chi scrive e chi legge un tempo spalava la merda e moriva di morbillo) è finita: si torna alla forma naturale di governo, si torna all’aristocrazia, al governo dei pochi, abili e (solitamente) stronzi. Il governo dei pochi è la forma naturale perché a pochi frega di cercarlo e sanno mantenerlo, e chi lo fa saprà legittimarlo o esercitarlo sui passivi – l’uomo è sì un animale sociale e politico, ma raramente attivo. C’è chi è capace di rifondare una civiltà e chi sa a malapena usare le casse automatiche del supermercato; c’è chi vuole e chi no; c’è chi non sa amare e chi non sa uccidere (cosa è peggio?).

Ogni società tende a un governo dei pochi, perché solo pochi hanno la forza e la voglia di mettersi sulle spalle le mancanze degli altri, che a loro volta si aspettano di ricevere più di quanto diano in cambio della loro fedeltà. Del resto se fossimo tutti spiriti liberi e sovrani vivremmo come gli orsi, ognuno per i cazzi suoi nei boschi. Quando però il mito con cui si tengono buoni i servi è l’uguaglianza, si finisce in cortocircuito, perché la verità prima o poi presenta il suo conto salato. E noi siamo in cortocircuito, perché a forza di pensarci uguali ci ritroviamo deficienti. È passata l’epoca della cuccagna, in cui ti facevi la torta e te la mangiavi pure.

Da che parte proseguirà il tuo cammino, Uomo Occidentale, zoomer italico, zostìle? Non quello dell’uguaglianza: questa balla clamorosa ha le ore contate ed è un dogma cui giusto il boomer pensionistico ed il trentenne disney-zzato possono credere.  

Burke: “Lo stato di società civile, che necessariamente genera la sua aristocrazia [naturale], è lo stato di natura – ben più naturale di una modalità di vita selvaggia ed incoerente. L’uomo è di natura razionale, e non si trova mai nel suo stato naturale […] L’Arte è lo stato di natura dell’uomo”.

Land: “Prendiamo in esame [...] le parole più famose della Dichiarazione d’Indipendenza Americana: Consideriamo verità evidenti per sé stesse che tutti gli uomini sono creati uguali; che sono stati dotati dal loro Creatore di taluni diritti inalienabili […]. Si può davvero credere o argomentare con successo, scrupolosamente e sinceramente, che queste verità evidenti per sé stesse non siano null’altro che dichiarazioni di fede? Si può negare che in tali parole la ragione e le evidenze siano state messe da parte a vantaggio di principi fideistici?

I Tecnici

La storia va avanti perché qualche prode, volendolo o no, dà vita al nuovo, e attorno ad esso si forma una aristocrazia. Questo è ciò che è accaduto con la rivoluzione californiana, quella macchinica e digitale. Continuano a vincere Palantir, Meta e OpenAI. La loro è una aristocrazia che già esiste, fatta di menti matematiche ed ossessive. Più potenza di calcolo, più dati, software più raffinati. Sono interconnessi con i vari deep states occidentali. La guerra dei droni è già qui, e le polizie sono così efficienti da rendere impossibile qualsiasi cambiamento politico che non abbia origine nell’aristocrazia dei Tecnici. Un imbroglio anarco-capitalista ed impermeabile di eletti terrà il controllo totale sulla vita di ogni singolo soggetto perché, semplicemente, potrà, e gli Stati o soccomberanno o diventeranno cellule della piovra fluida.

Povero Putin, se solo il KGB avesse avuto questa roba nel 1988: avrebbe falciato i manifestanti a Lipsia e l’URSS sarebbe ancora tra noi! Il paragone sovietico non è a caso. Secondo le visioni più utopiche l’Unione doveva proprio diventare un mega-computer fatto di circuiti di carne (il Partito), e non di silicio, capaci di gestire e dominare completamente ed efficientemente 300 milioni di persone. L’uomo però, soprattutto burocratico, è un macello. Ecco che giunge la macchina digitale: essa aggira il problema, perché massimizza dati e sudditi e minimizza i decisori. 

Corri corri, accelera accelera, dall’America con furore! Prima dominio assoluto delle menti, poi dei popoli, poi della biosfera e del corpo umano… transumanare nel nome del transumanare stesso e lasciare indietro la plebaglia! 

Dante: "Trasumanar significar per verba / non si poria; però l'essemplo basti / a cui esperïenza grazia serba".

L’uomo mai si è conosciuto così bene, e mai è stato così privo di scopi cui volgere questa conoscenza. Le stirpi invincibili dei Tecnici, la cui cerebrocrazia sarà brutalmente meritocratica ed eugenentica, avvieranno una vita ed una storia così separata da quella dei comuni mortali che perderemo ogni traccia delle loro reali azioni – forse è già accaduto, chi sa cosa accade nelle scatole nere dei server e delle combriccole dell’MIT? Gli antenati dei Tecnici, i primi informatici e internauti, erano figure prometeiche che crearono un nuovo fuoco.

Peccato che nella leggenda questo fosse un dono all’umanità, per liberarla dalla tirannia degli dèi. Il silicio corruttore, invece, fa da fondamenta a tutt’altra creazione, a una brutale Torre di Babele che serve a sottomettere l’umano e raggiungere il divino. Che poi, senza dèi celesti da sfidare, dove è diretta questa torre? Se il cielo è fatto di sassi da scavare e reattori a fusione detti stelle, quali sarebbero gli astri da raggiungere per aspera?

duolingo torre di babele
El Plan

Potete facilmente rintracciare chi appartiene o vuole appartenere ai Tecnici dall’abuso della parola umanità. Purtroppo però la vuotezza o la mancanza di scopo del potere non ha mai impedito la sua affermazione. 

La resistenza è futile?

La tua chance di essere parte di questa aristocrazia è bassissima. Sono pochi e selettivi, e sanno così tanto di te che non potrai mai fregarli. Le loro macchine, che hanno fornito il 95% degli input della tua vita e hanno registrato minuziosamente ogni output, gli riveleranno la tua intima zoologia. Zoologia, perché per Peter Thiel ed Elon sei una bestia, uno scarto di risulta che rallenta una razza di eletti. Ogni potere cerca di creare degli zoo invisibili in cui chiudere i suoi soggetti, ma qua andiamo oltre ogni esempio storico precedente.

Chi non fa parte dei Tecnici vive e vivrà una vuotezza ed una impotenza terrificante. Tu lettore già ora fai sempre più parte di una mente alveare i cui gangli non sanno leggere-scrivere-pensare-percepire-costruire-coltivare. Sei un povero sacco di acqua, mosso dai bisogni fisiologici e dei prevedibili pattern del piacere. Se ti viene fornita una efficacissima illusione mediata dei tuoi bisogni, tu vivacchierai soddisfatto, rimanendo di fatto immobile e menomato. Ma come hanno fatto i Tecnici? 

Ponge: “[…] il loro monumento è fatto con la vera secrezione del mollusco-uomo, con la cosa più proporzionata e condizionata al suo corpo […]: LA PAROLA”. 

Il dramma della vita contemporanea, dove siamo così tanti e dipendenti l’uno dall’altro, è che se non ci fidiamo delle parole e delle mediazioni ci ritroviamo nel 7000 a.C. Ci siamo finiti comunque, perché la parola è stata frullata statisticamente al fine del dominio. Da strumento di elevazione, utopica visione dei più ottimisti filosofi in parrucca settecentesca, sta finendo per affossare l’uomo e cacciarlo in un niente pienissimo che non sa gestire. E vedrete che i Tecnici si affrettaranno quanto possibile con l’eugenetica, perché se devono pescare la loro prossima generazione dalla folla brainrottata finiranno per auto-estinguersi. 

Nota bene: esiste una minoranza dei Tecnici che ha deciso di ribellarsi e mettere la propria forza a servizio dell’abbattimento del potere, vedi il fenomeno dei tar pits per l’IA. Questo però è poco più che ostruzionismo senza alcuna capacità costruttiva. La pirateria ha bisogno di roba da rubare, ed è mestiere per pochi. Se non hai il talento dell’hacker o del venture capitalist – del pretoriano e del liberto – ma hai compreso la profetica veridicità dei mondi sci-fi e delle previsioni degli illuministi oscuri, fatti una tua aristocrazia reazionaria: i Vivi.  

I Vivi

Ecco che fuori dal mondo cresce e germoglia, invisibile come il micelio, la seconda aristocrazia. Con la meccanopatia trionfante nella sua distruzione dell’umano sorge il desiderio di ritrovarlo, l’umano. Se non puoi batterli, ignorali, confidando nella loro autodistruzione. 

Quando Odino e la sua stirpe piegarono la tecnica (magica) per diventare degli dei, si caricarono sulle spalle la responsabilità di sostituirsi alle leggi di natura. Quale affronto! Non fecero altro che dare avvio al Götterdammerung, all’apocalisse dalla quale sarebbe rinato il mondo. 

Se non puoi essere parte dell’aristocrazia vincente devi scommettere sulla sua sconfitta, ovvero la vittoria della sua negazione. Giorno dopo giorno si arricchisce la tribù dei rotti di palle che hanno deciso di uscire. Esci, che ti frega. Esci dal circuito digitale e macchinico, nega i tuoi dati ad Alphabet e alla piattaforma dello SPID; esci da una cultura che non sa più che farsene di sé stessa. Discendi con i tuoi Fratelli nelle catacombe e aspetta che l’Impero corrotto si corroda e sbricioli come una torre residenziale cinese.

Senza di te, senza il giovane dagli occhi aperti e dal piè veloce, non basterà nessuna quantità di capitale, nessun prestigio politico, nessuna nuova tecnologia per tenere la società in piedi. La società non è null’altro che persone unite semanticamente – senza sangue nuovo non può esistere. Puoi decidere tu di tornare ad un mondo in cui la psiche e la psicologia non esistono, perché la vita non è una astratta scissione di mente e corpo in un tornado di mediazioni, ma una partecipazione olistica alla complessità del corpo e della natura – come voleva Dio, come (s)consigliano i darwinisti, come te lo augura Jünger. 

"Quando tutte le istituzioni divengono equivoche o addirittura sospette, e persino nelle chiese si sente pregare ad alta voce per i persecutori, anziché per le vittime, la responsabilità morale passa nelle mani del singolo, o meglio del singolo che non si è ancora piegato"

Una coorte di zoomer e genalpha sempre più nutrita ha capito che bisogna distaccarsi dal disastro che gli viene venduto come mondo e società, perché là fuori si può ri-edificare l’umanità. E hanno quasi tutti una età specifica in quanto hanno vissuto sin dall’inizio l’incubo internautico e sentono di essere stati privati della propria vita. I più anziani sono stati ingabbiati quando oramai la loro vita era matura, e o non se ne sono accorti o hanno deciso di lasciar correre. Alla fine ogni disastro odierno è nato almeno 40 anni fa, quando la prima generazione postmoderna decise abbastanza idioticamente che A) chiunque poteva fare tutto B) quello che era stato ricevuto in eredità era inutile C) tecnologia = bello D) soldi = unico valore ed infine E) amoralità > moralità.

Il punto è ricostruire daccapo la propria esperienza, mutilata dalla più avanzata caverna di Platone mai esistita. Ci sono da riscoprire la guerra, la morte, la comunità, il viaggio nell’ignoto, le arti e la libertà… Insomma, l’uomo vero, nei suoi disastri e nelle sue glorie. E se voi credete che esista, e che si sia ingabbiato da sé, basterà negare l’esistenza della gabbia e questa svanirà. Questo è sì un atteggiamento criptocristiano, ma ancor più barbarico.

Roma si avvizzì prima di tutto culturalmente: non aveva più nessun obiettivo da raggiungere, la vita aveva perso di senso, e c’era già allora una eccessiva proliferazione e autorappresentazione culturale. Il contatto con l’ager ed il bellum e l’amore della Cosa Pubblica degli antichi romani repubblicani erano svaniti. Nel frattempo il germanico che vagava nelle foreste assieme ai suoi pochi compagni era guidato da druidi e capostipite visionari e aveva una mente aperta alla conquista e alla violenza. Quella forza grezza incontrò la raffinatezza logica dei mediterranei, e il miracolo fu fatto.

La Nuova Roma, ovvero l’Occidente allargato, si sta astraendo su vette oramai intangibili di immondizia culturale, e le sue genti vivono su piattaforme antropiche di scarsa stabilità e dall’intento corruttivo. Un terzo Occidente può essere plasmato dai catacombari barbari che lentamente riconstruiscono la storia dai brandelli e dalle tracce dei grattacieli di cemento armato e dagli indecifrabili server.

Wagner: Di fedelmente conchiusi / patti le rune / Wotan incise / nell’asta della lancia: / cui egli tenne, guarentigia del mondo. / Ardito un eroe / spezzò in tenzone la lancia; / balzò in frantumi / la sacra guarentigia dei patti. / Comandò allora Wotan / agli eroi del Walhalla, / del frassino del mondo / che i disseccati rami / insieme col tronco tagliassero a pezzi: / precipitò la pianta, / inaridì in eterno la fonte! / [...] Brucia la legna / in sacro incendio chiara, / la vampa arde / e consuma la splendente sala: / degli eterni dei la fine / ecco spunta, crepuscolo eterno. 

1) Entra a far parte non della resistenza, ma dell’aristocrazia che coltiva la vita; 2) Risali lentamente a tutto quello che abbiamo perso semplicemente vivendo, e prendi in prestito dall’umanità solo quello che è fertile: un po’ di tecnica agricola, la scrittura, dei miti. 3) Rifonda tra le rovine. Chi ha detto che l’aristocrazia sia solo quella dei più forti? Che sia dei più umili e saggi. Poi i Vivi, una volta usciti dalle loro caverne, si scazzotteranno per trovare il credo del Terzo Occidente – ma questa è roba da XXII secolo.

Ma quindi?

In ogni caso, blastide, scegli, non rimanere in mezzo. Se rimani in mezzo verrai divorato e deteriorato dai Tecnici, e quando (se) i Vivi compariranno dai loro ricoveri tu verrai massacrato o fatto schiavo perché poco più che uno zombie. In un mondo di guerra silente e stellare tra aristocrazie, scegline una e buttatici dentro: o governi i droni automatici, o vivi in una dimensione talmente altra che questi non ti potranno dominare. 

Non credere ai cadaveri, ovvero coloro che da 250 anni immaginano che si possano coniugare progresso tecnologico e dignità umana. L’utopia è finita, la ragione ci ha portato quanto più lontani dall’uomo si possa immaginare. Tutto quello che fu chiamato sinistra e progressismo – l’illuminismo, il liberalismo, il movimento operaio, l’ecologismo… che vedeva l’accelerazione tecnologica a fin di bene e l’elevazione del popolano È FINITO. Siamo vivi più a lungo e sani e belli ma non abbiamo un cazzo da fare e ci guardiamo attorno smarriti. Il progresso in Occidente è finito.

Politicamente ci sono solo due filoni vivi, entrambi destre: quella liberale e centrista che apprezza il corso attuale, e che sfocerà nel governo dei Tecnici, e l’estrema che sa di voler salvare il mondo dal crepuscolo o prepararsi al dopo ma non sa bene come. È una sfida tra le domande “come” e “perché”. 

woke right

O continueremo così e diventeremo schiavi degli anarco-capitalisti / neoreazionari digitali, o vincerà una reazione wagneriana e antimoderna post-apocalittica. In bocca al lupo blastide, vedi però di scegliere già ora, finché l’illusione della democrazia è ancora in piedi e, per quanto ti confonda, ti da ancora della vita e del tempo. C’è solo un modo di prevedere il futuro: guardare il mondo. Questa è la conclusione del Blast, pirata culturale: è l’ultimo mass media che devi toccare,

poi si ascende

o attraverso la macchina

o abbattendola

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