Mediocri controllano la nostra estetica
Diabolik, Tutti Fenomeni
L’indie oggi è uno stile estetico, se credete che con questa parola si intenda un genere musicale vivo, vi sbagliate. L’indie musica nell’italiosfera, nato tra il 2015 e 2016, è morto con la vittoria dei Pinguini Tattici Nucleari a Sanremo. Quindi, ci dispiace, ma non parleremo di questo. L’indie che oggi vive nei profili Instagram e nella quotidianità di noi zostili è un altro, forse Tutti Fenomeni è rimasto l’unico rappresentate in musica, chi lo sa, a voi l’ardua sentenza.
Una mera tendenza fra i giovani corrotti, potrebbe dire qualche mainstream media, ma l’indie che ci piace è molto di più. Vi vogliamo far vedere il mondo attraverso i nostri occhi, che si fingono i più ricercati facendo foto alle stronzate che passano inosservate.
L’estetica del brutto è il nuovo bello, ma famose a capì: non è il brutto in sé o il bello ricercato, è la spontaneità che vuole catturare chi fa foto, post, storie in stile indie.
Trasfigurare il brutto è l’essenza dell’indie estetico.
Questa trasfigurazione deve avere un unico obiettivo: l’identità.
La formazione della nostra personalità non è un fatto meramente soggettivo, ma del singolo, nella società, in ciò che fa, ciò che possiede e quindi nella sua estetica. L’estetica influenza chi siamo e chi siamo influenza la nostra estetica
, come diceva anche il buon Aristotele con la teoria delle virtù come abiti razionali. E allora il proprio personality trait è l’autenticità
.
No, non ce ne frega niente che la donazione di Costantino sia un falso o che la stele di Rosetta sia autentica, con i nostri profili vogliamo forzare il mezzo social alla nostra volontà.
Fuggire dall’algoritmo è la soluzione di alcuni.
Noi lo vogliamo
trollare.
Foto apparentemente randomiche, ma da cui chi ci conosce non può che ritrovarci e sorridere con noi apprezzando il momento. Il nostro venerdì sera pazzo (ricordiamo che il venerdì sera è fra i momenti più indie della settimana dopo il giovedì)
Niente mercolespritz per noi, dateci la technofusion tra jazz-prog e house
. Il giorno dopo, in tarda mattinata magari, vedrete le nostre storie con gli occhiali da sole e cropped top fatte la sera stessa. In due parole: poser buoni
. Anche questa è arte.
Bella Hadid & John Cena
Loro probabilmente non lo sanno, ma sono i nostri modelli. Due profili così differenti, ma così simili. Rispecchiano noi e l’indie tutto. Bella posta foto dov’è scaciata, sembra non curarsi di tutto ciò che dovrebbe competere ad una fra le più seguite top model americane.
Foto letteralmente da 2015, sfocate e con luce pessima simile alla fase post-Retrica. È letteralmente me. Questa è anche la forza dell’indie che lo avvicina al meme:
La possibilità di identificarsi in una foto tendenzialmente paradossale, ma con un significato semplice e autentico.
Non sono le grandi costruzioni, ma le piccole cose a dire chi siamo.
Johannesburg Cena su questa è un maestro; leggiamo insieme la sua descrizione di insta:
Foto senza contesto, l’interpretazione sta a voi! Quando al singolo Cena va di postare, posta. E posta ponfate che sono noi.
A noi! Non piegarti all’algoritmo!
È tutto così basato.
L’indie è la pillola viola, conoscere le cose ma invece che combatterle osservarle mentre si beve un caffè preparato rigorosamente con la moka, per sentirci più vicini ad una tradizione di cui facciamo parte ma che non ci appartiene, tornando ad un passato analogico per portarlo sul digitale. Indie non vuol dire indipendente, ma è l’abbreviazione di indieretto
. La comunicazione indiretta, come insegna Magister Kierkegaard, per portare ad oggettivare l’assoluto della propria esperienza e arrivare all’Assoluto con la A maiuscola.
Mai contenti dei social, mai contenti delle rappresentazioni (come articolazioni) della realtà che vi portiamo, mai contenti dell’Assoluto, ma mai contenti quindi arrabbiati, e quindi le foto con più flash, con più sporco e sempre più decontestualizzate.
La profezia si realizza: il superuomo è creatore dei propri valori
, eccolo in azione: il contesto siamo noi, i nostri post, il nostro angolo di intimità in luogo di cui ci siamo giustamente e prepotentemente appropriati. Il Poeta errante senza τελος; una vita, una generazione, condannata in un percorso senza meta che trova sul social la propria dimora.
IG-dimora, IG dimora nei nostri dispositivi, IG dimora nelle nostre tasche, IG è quasi giunto al nostro cuore, MA invece siamo stati noi a mettere lì la nostra dimora. Il quieto vivere non c’è, ma c’è il senso. Il senso di questo cazzo di social è una funzione di rimando alla vita vissuta, con il suo caos, che stona con la compostezza apollinea del codice binario, per questo siamo indie – per questo siamo veri – per questo mettiamo in atto un eterno ritrolling nei confronti della nostra immagine percepita attraverso lo schermo.
Clean up your room!
Jordan Peterson feat. Ghandi
Ricostruirsi, apparentemente, ma l’ordine c’è.
Incontrarsi, capirsi, decriptarsi – questa è la missione. L’identità non è un codice a barre, non è un galateo, l’identità è l’autarchia immaginativa.
Aristotele, Metafisica XII
Come dice il poeta: il governo dei molti non è buono, sia uno il comandante
Il pescatore non segue la corrente, ma getta l’amo. Il seminatore pianta il riso e aspetta la stagione. Entrambi raccoglieranno, entrambi vinceranno
Sun Tzu, L’arte della guerra o qualcosa di simile
Cercate il vero, non il nuovo
Sofia Vanni Rovighi
Non sconquassati, ma trasportanti.
La moda la seguiamo per modo di dire…
l’indie è solo la manifestazione contemporanea di ciò che c’è sempre stato: sottocultura
.
Nel senso che sotto la cultura ci sono persone che amano, credono, sperano.
E questo è l’opposto dello stabilitismo, della stasi. Ogni epoca ha avuto i suoi indie: da Socrate ad Alessandro Magno, da Annibale ad Attila, l’Impero romano? Dai, quasi tutti gli imperatori erano degli scappati di casa, ma già Romolo e Remo lo erano letteralmente, e se non è indie questo…
Cristoforo Colombo ha dato avvio ad una nuova era: ha scoperto le Indie. La rivoluzione francese è stata indie, la Controrivoluzione pure di più.
La Rivoluzione industriale ha tentato di uniformare tutto, ma con l’unico risultato di concimare il terreno perché i nuovi fiori dell’Indie potessero sbocciare – dai maestri del socialismo ai poeti maledetti, i ragazzi del ’99 e la seconda guerra mondiale. Il secondo novecento, con la tendenza a globalizzarsi ha creato fenditure perché sorreggessero altre icone indie – [inserire a piacimento personaggio controverso] – e il duemila siamo noi! Sta a noi raccogliere l’eredità e reinventare lo stile.
Guardare INDIEtro per entrare nel futuro.
Tiziano Ferro, indietro
Il bene più segreto sfugge all'uomo che non guarda avanti, mai
Non ti uniformare! Crea la tua armonia disomogenea, soprattutto se appare stonata!