IlBlast :“Quando, come e soprattutto perché nascono Boysdontcry e la sua musica?“
Boysdontcry:“Boysdontcry è un progetto di musica romana, nato dall’ispirazione di tante altre realtà, sempre romane, con cui molti di noi sono cresciuti, sto parlando di tutto quel filone di rap underground romano che ci ha accompagnato nel corso degli anni ’10. Ecco, Boysdontcry nasce per tentare di raccogliere il testimone lasciato da questa scena”.
IlBlast :“Ci hai tenuto a specificare che la tua è musica romana. Quanto Roma ha formato la tua poetica, e in particolare Roma nord, i cui quartieri e strade sono spesso citati nelle tue canzoni?”
Boysdontcry:“Beh, se uno cresce a Roma inevitabilmente ne viene plasmato, è una città che forma la tua identità; ma d’altronde sono romani, come ti dicevo prima, anche molti degli artisti che mi hanno formato. Per non parlare poi della Roma cinematografica: io sono un grande appassionato di cinema, e anche in questo ambito Roma ci ha dato tantissimo, registi, attori ma appunto la città stessa come soggetto. Roma nord poi in particolare è l’area in cui abito, e mi ha dato una cosa in particolare, che tra l’altro ho sentito dire anche dai miei colleghi di Ostia: la variabilità sociale. È una zona in cui, se si riesce ad essere un minimo aperti mentalmente, ci si può interfacciare contemporaneamente con la persona meno abbiente e col molto ricco. Mi ha permesso insomma di stare sempre col piede in due scarpe”.
IlBlast :“A proposito dei diversi ambienti della capitale: di recente ho visto che in una tua storia su Instagram hai detto “Io non c’ho avuto tutto apparecchiato, mica andavo al Virgilio (famoso liceo del centro storico frequentato da numerosi cantanti contemporanei, ndr)”. Ecco, tu come ti collocheresti in questa geopolitica della scena emergente romana?“
Boysdontcry:”Guarda, in realtà io sono pieno di amici che andavano al Virgilio, anche la mia ex-ragazza andava a scuola lì, per cui è un ambiente che conosco bene, è stato naturale farci un po’ di ironia sopra. Diciamo che la differenza tra me e molti di questi artisti ex-Virgilio appunto è che loro erano già un po’ delle superstar a prescindere, era gente popolare che in giro tutti conoscevano anche prima che facessero musica; per loro poi suonare è stato all’inizio quasi solo un di più, un ennesimo progetto. Per me invece la musica è sempre stata la mia passione, l’aspetto centrale e fondamentale e credo proprio che continuerà ad esserlo. Ora che quel mio piccolo spazietto nella scena, posso dire di essermelo preso, quello che voglio fare nei prossimi quattro-cinque anni almeno è pubblicare ancora dischi su dischi per difenderlo quello spazio”.
IlBlast :“Come nasce invece il sodalizio con i Grill Boys e tutta quella schiera di altri outsider con cui collabori?“
Boysdontcry:”Quella in realtà nasce dapprima con la Garage Gang, tramite cui ho conosciuto i Grill. E poi devo dire che è diventato un sodalizio fruttuoso, di cui sono molto contento, che sta unendo Roma e Milano. In generale devo dire che io essendo, anche un singolo, a differenza di molti gruppi riesco anche a muovermi in maniera più dinamica tra tutti questi altri progetti a me affini. Pochi giorni fa, ad esempio, sono stato a Milano al concerto dei Grill. Ma anche con i vari Garage Gang, Kinder Garden, Farco700, è tutta gente con cui, si può dire, siamo cresciuti insieme, e tutt’oggi riusciamo spesso a vederci e a collaborare”.
IlBlast :“Le basi musicali dei tuoi pezzi, così come ovviamente il tuo nome, sono di evidente ispirazione post-punk. Pensi che stiamo vivendo una rinascita di questo genere e di questa estetica?“
Boysdontcry:”Sì, ovviamente il mio è un grande tributo ai Cure. Io in particolare lavoro su questi suoni un po’ post-punk o darkwave, o come vogliamo chiamarla, ma in generale vedo che in Italia stiamo attraversando una seconda ondata per l’indie-rock in generale. Tanti artisti che stanno uscendo adesso stanno riproponendo questo tipo di generi, poi alcuni mi piacciono, altri meno, ma devo riconoscere che in molti stiamo riscoprendo questo stile. Se ci pensi anche i Grill, o Stefano (Farco700 ndr) che abbiamo citato prima rientrano in questo discorso. In fin dei conti lavoriamo anche con gli stessi produttori per cui ha senso che il sound abbia delle somiglianze. Cerchiamo di portare avanti un immaginario condiviso”.
IlBlast :“Oltre al post-punk quali sono i tuoi altri ascolti, sia italiani che esteri?“
Boysdontcry:”Davvero molti, perché mi ritengo un amante della musica, ma ne voglio citare due in particolare: il punk-rock inglese e americano, in particolare californiano; e poi l’hip-hop old school americano, come Prodigy, i Diplomats, sta roba di New York. Sono due generi che mi sono sempre rimasti molto vicini, e che alla fine trovo anche simili tra loro, sono entrambi hardcore come attitudine”.
E’ quasi una frase fatta dire che il rap è il nuovo punk; io a questo punto aggiungerei che il post-punk sta diventando il nuovo rap
IlBlast :“E adesso passiamo alle questioni più spinose e più interessanti, quelle di politica.“
Boysdontcry:”Molto bene, qui trovate una persona di cultura” (ride, ndr).
IlBlast :“In che senso sei mezzo di destra e mezzo di sinistra?“
Boysdontcry:”Ma a dire la verità nasce come uno scherzo, specialmente la parte del mezzo di destra. Però mi piaceva il gioco di parole, che prende spunto da un film degli anni ’80 sul calcio intitolato Mezzo destro, mezzo sinistro di Andrea Roncato, secondo me un film bellissimo. La mia personalità politica invece è forgiata dal tradimento della sinistra. Mi sono sentito tradito dal PD, così come magari mio padre si è sentito tradito dal PCI. Ho un risentimento nei confronti della sinistra dettato dal fatto che ha preso per il culo i suoi elettori negli ultimi 30/40 anni, in particolare da dopo Mani Pulite. Per cui il fatto di andarmi a definire come anche mezzo di destra è una provocazione verso una classe politica in cui semplicemente non riesco a trovare delle brave persone”.
IlBlast :“Dunque contro chi è che combatti questa guerriglia discografica?“
Boysdontcry:”Innanzitutto è una guerriglia che chiamo discografica e non politica, perché se fosse politica farei la fine dei P38. Da quel punto di vista mi attengo ad essere un osservatore esterno, un commentatore, ma non faccio politica in prima persona. Il titolo del disco però trae spunto dal libro di un rivoluzionario brasiliano, Carlos Marighella, si chiama Piccolo manuale di guerriglia urbana. E’ un libro che forse non conviene troppo citare, è ovviamente molto schierato ed ha ispirato tanti movimenti terroristici di sinistra, anche in Italia, però vabbè, il titolo è bello, mi piace molto il concetto. Delinea bene quel modo di fare un po’ hardcore che abbiamo in pochi, ma che non si può arrestare, e non si arresterà neanche nella seconda parte di questo disco. La cosa fondamentale poi di questa guerriglia è che nulla di quello che facciamo cerca di seguire l’industria musicale. Tutto ciò che pubblichiamo è a nostro puro e semplice piacimento, cosa di questi tempi non scontata. Vedo tanta tanta gente che fa musica in un modo in un altro solo per ricevere un piccolo tornaconto”.
IlBlast :“Attenzione, mi hai citato una parte due del disco, questo è uno scoop. Parlacene un po’ a questo punto, così come di eventuali altri progetti futuri.“
Boysdontcry:”Allora, intanto questo disco che è già uscito lo porteremo un po’ in giro, in questa primavera ed estate; una sarà sicuramente al FuoriFestival a Spoleto, un festival molto bello a cui ho già suonato la scorsa estate e in cui mi sono trovato davvero bene. E poi sì, lo annuncio, ci sarà una seconda parte del disco. Se la prima parte non conteneva feat, questa invece sarà di soli featuring. Ci sarà la Grill, ci sarà Stefano, ci sarà, attenzione attenzione, Bartolini… Insomma, ve lo garantisco, sarà un bel progetto di ragazzi romani e milanesi. Metterà un punto fermo su questa scena musicale di miei amici, e ormai colleghi, che facciamo roba simile, quindi… chi vivrà vedrà”.