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PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DEL DOGE

Repubbliche marinare, Elon Musk, Città-Stato e DOGE.

PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DEL DOGE
Lettura boomer
L'ascesa di Elon Musk come Ministro dell'Efficienza negli USA, apre una necessaria rivalutazione del paradigma democratico in tutti i paesi occidentali, e non solo.
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Siamo cresciuti con Berlusconi e l’ammirazione per le democrazie scandinave. Oggi, a vent’anni di distanza dal pallone d’oro di Shevchenko, ancora non mi sono abituato ad atterrare all’aeroporto Berlusconi, a pensare che il Cavaliere non è più con noi e che un bambino di 5 anni oggi chiederà: “papà chi era Berlusconi?”. Le democrazie scandinave, intanto, continuano a trovare estimatori tra i miei coetanei, qualcuno – quelli che hanno viaggiato, che hanno fatto almeno un erasmus o un tirocinio non retribuito in terra Scandinava – me le propongono come un modello ideale.

Io in Scandinavia non ci sono mai stato quindi non posso parlare…

Tuttavia.

Siamo veramente sicuri che seppellita la seconda Repubblica e abortita in partenza la terza, possiamo ancora basarci su questa dicotomia Nord vs Sud (Europa)? Assieme a Berlusconi non dovremmo forse salutare anche le utopiche democrazia scandinave? Non possiamo partorire qualcosa di nuovo? Qualcosa di autentico? Una nuova dottrina, nuove idee, o elaborare quelle che si stanno facendo strada nel mondo? (no, non mi riferisco al Wokismo)

My wok.

Nell’economia de’ iservizzzi (modo carino di dire che i cinesi prima o poi ce la metteranno nel culo, ma finchè la barca va…) potrebbe quasi sembrare che il sistema social-democratico scandinavo in cui lo stato intermedia il 50% degli scambi economici, funzioni. L’Italia è già una democrazia scandinava, ma solo dal punto di vista fiscale, e come notiamo non funziona un cazzo.

Se la tua ottica è lavorare per una multinazionale e portarti il marmocchio in ufficio, il profondo nord fa al caso tuo. Ma noi vogliamo fare gli albanesi. Sinceramente poco ci interessa il congedo parentale di 6 mesi, e tutto sommato l’infante in mezzo alla polvere del cantiere o a respirare la miscela bruciata del decespugliatore bene non sta: meglio che stia a casa con la mamma, coi nonni, o che vada all’asilo a stringere amicizie durature coi compaesani che si porterà fino alla tomba. Per portarcelo in cantiere possiamo aspettare l’età in cui sarà idoneo al lavoro: 8 anni.

Insomma, a noi delle democrazie scandinave interessa molto poco,

di Berlusconi morto e sepolto e del suo aeroporto ancora meno, tra Schlein e Meloni ci chiediamo solo chi faccia l’uomo, e questo mondo lo sentiamo estraneo. Eravamo rimasti con la vecchia convinzione che lo Stato più di tanto non doveva rompere i coglioni in economia e che noi lavoravamo per tirare quattro soldi e farci una famiglia; non per una società inclusiva, non per migliorare l’empowerment femminile, non per salvare il mondo. Al più coi soldi che restavano ci saremmo comprati il Deltone, ma questo è un altro paio di maniche.

Illusi dal Berlusca, credevamo che l’Italia si basasse ancora su questi sani principi che in fin dei conti hanno reso grande la nostra civiltà: ci sbagliavamo

Disillusi ma non per questo meno incazzati, noi allo Stato chiediamo soltanto una cosa: tasse basse ed efficienza. Strano che un miliardario oltreoceano con cui apparentemente non condividiamo nulla proponga le stesse cose. 

Elon Musk manda missili nello spazio firmando fior fiore di contratti governativi, noi montiamo impalcature, tagliamo giardini e gestiamo attività in proprio che per il momento hanno lo stesso giro di affari del bangladino col negozietto di alimentari: all’incirca qualche milione (di vecchie lire).

L’asilo a lavoro non lo vogliamo,

delle città utopiche con i cessi in cui si può pagare con la carta non ci interessa, primo perché paghiamo solo in contante, secondo perché l’obiettivo è sempre quello di comprarsi la casa in campagna e vivere allegramente cagando in mezzo ai campi. 

Elon Musk sarà ministro degli Stati Uniti d’America.

Il personaggio si presta a interpretare paure e aspirazioni non solo degli americani ma anche di una fetta di europei: il disprezzo per gli USA che ci hanno ridotto a colonia e costretto ad accettare le sanzioni contro la Russia, contro ogni ragionevole interesse europeo, si fonde con l’inconscio collettivo intriso di americanismo anni ‘80. Il risultato è il rapporto di amore e odio che ispira il sior Musk.

Può quest’uomo salverà i destini d’Italia?

A giudicare da quanto se l’è presa Mattarella per il tweet di Musk sulle toghe rosse, pare di sì. Musk dà fastidio: avesse mandato qualche Optimus a mitragliare le basi italiane nessuno avrebbe detto niente.

Department Of Government Efficiency

Se lo aspettava forse Moldbug, mentre scriveva su Unqualified Reservations, che nel 2024 i suoi sogni bagnati avrebbero iniziato a prendere forma? Non possiamo saperlo,

come non sappiamo dove sia esattamente Nick Land anche se possiamo immaginare che se la stia ridendo sotto i baffi.

Per quanto Musk non sia un conservatore e sia indubbiamente distante dalla galassia alt-right americana, la sua nomina in un ministero inventato appositamente, che si propone di controllare la spesa del governo e la sua efficienza, suona come qualcosa di profetico: siamo davanti all’alba dell’Illuminismo Oscuro.

L’interesse dei cittadini comuni, domani (o già oggi?), potrebbe non essere più incarnato dallo Stato di matrice Ottocentesca basato sui vincoli solidaristici, ma da miliardari che lo controllano direttamente gestendolo come se fosse la propria azienda.

Questa visione peraltro va a braccetto con il concetto di minarchismo, lo Stato minimo proposto da Milei: 

AFUERA!

Detta in soldoni, l’anarchismo rimane un’utopia impraticabile pertanto teniamo le strutture statali minime che servono a garantire una vita abbastanza civile. Ma la lettura libertaria Mileiana non è la sola sviluppabile in questo ambito e il sior Musk, che comunque rimane al più il Ministro dell’efficienza (qualsiasi cosa significhi), non pare accodarsi all’estremismo di Milei. Il burocrati, anche quelli che si consideravano “intoccabili” verranno giudicati in base al loro lavoro, né più né meno di quello che accade nelle aziende private.

Se acabo el curro de la politica.

Sono finiti gli affari della politica.

Se lo stato è un’azienda, i cittadini – totalmente deresponsabilizzati dal punto di vista civico (la Gen Z ne sa qualcosa) – sono i clienti che domandano servizi e pagano per riceverli, nulla di più e nulla di meno.

Libertà o democrazia?

Perché abbiamo bisogno del DOGE.

Contrariamente a quanto propinato da Gioggia e dalla destra italiana in genere, in un regime di libero mercato convivono micro aziende, PMI e grandi imprese. Incancreniti nella retorica intorno alle PMI da un lato e sulle multinazionali dall’altro, una volta principali nemiche e ora patrocinatrici delle campagne elettorali della sinistra, dall’altro, ci siamo forse dimenticati le sfumature che la realtà economica assume.

E quale scienza sociale, l’economia può spiegare perfettamente le relazioni tra gli stati, l’esistenza stessa di Russia e Lichtenstein, di USA e Malta, di Cina e Hong Kong come dovremmo leggerla se non come la (auto?) regolazione del mercato che fa convivere Multinazionali e PMI? Chi l’ha detto che in un mondo dominato da Stati-Azienda l’estensione territoriale debba essere continentale (USA e Argentina)? Di più, non sarebbe forse meglio tornare all’epoca comunale delle città-Stato secondo la logica “una città, un’azienda”, per una spesa più puntuale delle risorse? Oggi USA e Cina si guardano in cagnesco, minacciano guerre commerciali e non solo, Hong Kong è sempre lì, Singapore pure, città affariste come delle moderne Repubbliche marinare: le uniche, vere, Repubbliche – Popolari? – Italiane (senza dimenticarci dell’epopea comunale).

Se da un lato questo sistema potrebbe portare alla fine della Democrazia, aprendo una finestra su prospettive Landiane e Yarviniane su l’inconciliabilità di libertà e democrazia, dall’altro potrebbe portare alla rifondazione della stessa, sovvertendo l’ordine attuale e tornando alle sue origini: la Città-Stato.

Il voto coi piedi, come leggerete nel prossimo Proiettili 3, è vecchio quanto l’Italia unita e sta accelerando sempre più: la camminata è diventata una corsa…

La vera domanda è: siamo pronti al tractor pulling per tirarci fuori dalla merda?

L’Emilia-Romagna vuole diventare una democrazia scandinava? Benissimo, il Veneto sarà pronto ad accoglierne i profughi fiscali. Milano non riesce a garantire adeguati livelli di sicurezza? Fugatti, dopo aver sparato tutti gli orsi del Trentino, è passato a pacificare l’area urbana di Trento che ora è diventata una smart-city alpina. Napoli finalmente assume il ruolo che le spetta di diritto: città pirata del Mediterraneo. Palermo butterà giù i palazzoni per piantare siepi di Gelsomino? Chi può dirlo, Sicilia ai Siciliani. Roma capitale non gioca e conterà sempre meno in questo schizo-mondo, tornerà la Roma Papale?

Mentre Salvino è impegnato a inasprire le multe per fare cassa e sparando cazzate più del solito su Israele, non sapendo che ho già seguito il consiglio del fra napoletano facendo immatricolare l’auto in Polonia, qualcuno dall’altra parte dell’oceano si pone degli obbiettivi e li realizza.


Musk salverà l’Italia? Certo che no, ma le idee che stanno alla base del DOGE ci servono più dell’aria che respiriamo.

MAKE SERENISSIMA GREAT AGAIN.

P.S. I più shitcoiner tra voi avranno buyato il top e sellato il deep, divorandosi la paghetta settimanale, la pensione della nonna e la poltrona da gaming di Lino Sonego, per cercare di guadagnare qualcosa dalla volatilità di DOGEcoin, la criptovaluta (che di valore pare averne poco) fondata dal neoministro statunitense: l’unico Doge di cui non abbiamo bisogno.

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