MILEI CEO DEL COLLASSO

MILEI CEO DEL COLLASSO
Ha vinto Milei - Ha vinto Nick Land

Con una motosega taglia gli scatoloni della burocrazia argentina!

Milei

La filosofia di Nick Land si può riassumere brutalmente  in una manciata di punti:

  1. IL MONDO NUOVO STA ARRIVANDO – il mondo tradizionale è finito, governano macchine e tecnoscienza
  2. RESISTERE È INUTILE – anzi bisogna accelerare e portare il sistema alle estreme conseguenze se vogliamo disinnescarlo
  3. LA DEMOCRAZIA È UN ARNESE DEL PASSATO – è un sistema parassitario e corrotto, che ha fatto il suo tempo
  4. IL FUTURO È DEL GOVERNO-AZIENDA

Liberiamo il capitalismo e le sue energie, premiamo sull’acceleratore.

Javier Milei è un profeta landiano: tra  “conservatorismo”, anarco-capitalismo e tecnocrazia si fa strada tra i cadaveri putrescenti degli statalisti di Massa. Via gli orpelli passatisti, via lo Stato e le sue storture.

Questo ci dice Milei. Ieri notte l’Argentina è approdata al Futuro. Bye-bye Novecento, peronismo, BRICS, addio sovranità, moneta, a mai più rivederci Banca Centrale!

Il desiderio macchinico, della libertà, della liberazione attraverso l’oppressione totale. Il sistema diventa tutto per dissolversi in un niente. Questo, più o meno, ci aveva detto Marx. Questo ci aveva annunciato Nick Land.

Questo ci dice Javier Milei, presidente dell’Argentina – futuro CEO del mondo. Ci promette che si libererà dello Stato, il più possibile. Crucianesimo di governo. Ebbene a questa mistica libertaria noi crediamo che Milei debba aggiungere una proposizione.

Noi crediamo debba sprigionare finalmente le forze dell’Uomo Nuovo, che l’uomo nuovo debba imbracciare il piccone – o la motosega – per demolire la Cattedrale del Politicamente Corretto, del Perbenismo, disintegrare l’Egualitarismo, l’Universalismo e le sue spregevoli creature.

Questo vogliamo da Milei. L’Argentina diventi avanguardia internazionale, il primo stato pilotato consapevolmente verso il superamento di sé stesso. Verso la propria completa, definitiva, abolizione.

Javier Milei, il primo sincero e trasparente neo-cameralista al potere: vuole fare tutto ciò che serve per distruggere definitivamente il Paese. Svuotarlo del potere politico – e dunque democratico – consegnarlo alla maxi-azienda.

Ma è ovvio: lo Stato non si suiciderà mai, non può. Il suo scopo è proprio l’autoconservazione. Mettersi al timone di una nave non le farà cambiare rotta se il vento soffia al contrario. Ma Milei ci proverà lo stesso: è testardo, sicuro di sé, ha persino una kippah e sostiene(/è sostenuto dal)lo Stato d’Israele, l’unico non-Stato/superstato di successo planetario.

milei

Nei piani del Presidente allora intravediamo la volontà, qualora abolire lo Stato si rivelasse impossibile, di curarlo quantomeno dalla piaga democratica, che vende ai propri sudditi il mito-fuffa universalista ed egualitarista di un potere diviso equamente, attraverso il voto, fra tutti i cittadini, e di consegnare il potere nelle mani di grandi feudatari, magari riuniti in assemblea.

Solo chi ha una proprietà può essere realmente interessato alla gestione dello Stato: un vecchissimo adagio, mutuato dal liberalismo più classico dell’800, e tornato inaspettatamente in voga nel tardo-capitalismo.

Per un neocameralista uno Stato è un'azienda che possiede un paese. Uno Stato dovrebbe essere gestito, come ogni altra azienda di grandi dimensioni, dividendo le proprietà formali in azioni negoziabili, ognuna delle quali produce una frazione precisa del profitto dello Stato. (Uno Stato ben gestito è molto redditizio) Per ogni azione un voto, e gli azionisti eleggono un consiglio che assume e licenzia i dirigenti. I clienti di questa azienda sono i residenti nello Stato. Uno Stato neocameralista gestito con profitto, come ogni altra azienda, servirà i suoi clienti con efficienza e dedizione. Malgoverno equivale a cattiva gestione
- Mencius Moldburg

Una bella piroetta geopolitica lo consacra all’accelerazionismo più puro. È sotto gli occhi di tutti: gli USA sono in crisi, la Cina avanza e il mondo multipolare si fa strada come teoria e, soprattutto, come prassi politica.

Ebbene? Allearsi col passato, se in casa è una bestemmia, in politica estera rappresenta invece una mossa geniale! Ma è chiaro: per implodere si deve imparare dai migliori, usare la loro moneta, adottarne le politiche terminali.

In barba a decenni di ostruzionismo agli Stati Uniti, di terzoviismo, nonallineamento, autonomia strategica e interventismo statale: alfiere di una politica turboatlantista, Buenos Aires sogna di essere la punta di diamante di un Blocco Occidentale proiettato verso la propria distruzione.

Javier Milei

Non ha tutti i torti… 40% di povertà, inflazione fuori controllo… Le critiche mosse all’ex presidente Fernàndez hanno una base di verità. La calderoliana voglia di bruciare tutto e fare la secessione si sente.

Se però quel bonaccione di Calderoli aveva in mente una piccola misura correttiva, che al di là dell’estetica tamarra, mirava solo ad aggiustare il tiro della burocrazia italica, Milei propone una vera e propria, drastica, rottura col passato.

Quello che rischiamo, e che non vogliamo assolutamente, è un altro governo neoconservatore. Non dubitiamo però che el Presidente abbia già in mente delle exit-strategies (tanto se fai qualche cazzata puoi sempre scappare in  ̶A̶r̶g̶e̶n̶t̶i̶n̶a̶ Germania…)

Milei
  1. GLI UBERMENSCH RINGRAZIANO E SALUTANO! – Nick Land dice: “cosa se” tutto va male

Serve allora pensare ad un’alternativa. Mentre i multimiliardari cercano di colonizzare Marte o di fondare colonie anarco-capitaliste fuori dalla giurisdizione internazionale, per esempio in mare aperto, Milei si è cimentato nel tentativo di creare un paradiso (o un inferno) terrestre, profondamente ancorato alla realtà.

Per fuggire dalle gabbie della Cattedrale landiana, Milei ha deciso di prendersi l’ottavo stato più grande della Terra.

Non escludiamo che si avvalga di esperimenti transumanisti per tenersi sul proprio scranno di CEO-monarca, esattamente come Land aveva predetto. D’altronde, non sarebbe la prima volta che in Sudamerica si fanno test di bioingegneria ed eugenetica…

Nicolás Gómez Dávila

Eccolo, Javier Milei, il presidente rivoluzionario, che a cavallo della motosega cerca di cambiare l’Argentina e il mondo. Noi, che il mondo lo vogliamo veder bruciare, tifiamo per lui (e invitiamo tutti coloro che vogliono vederlo collassare a fare lo stesso), l’unico che può seriamente disintegrare tutto ciò che fu e permetterci finalmente di ricostruire da zero.

A patto, però, che si assicuri di non lasciare niente in piedi.

Falklands incluse.

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