Sono sincero, come sempre coi miei blastìdi, vi sembrerà un inizio che potevo tenere per recensire Il Padrino, ma no, lo voglio usare per questo, per SLC Punk!
Dio solo sa quanto le delusioni superino l’arrivo effettivo di quell’emozione, ma non serve a nulla smettere, che cerchiate una risata, un pianto o una rivelazione, sapete che la troverete, prima o poi. Quando ricordi qualcosa, ma non lo ricordi bene, stai solo guadagnando a tua insaputa il pretesto per toccare nuovamente con mano quello che devi conoscere per averne un’opinione chiara e semplice.
Sia un libro, il profumo di un fiore, la versione di un tuo amico su un accaduto, o un film. L’avevi già visto, ma è troppo il tempo che separa la prima impressione dalla nuova che va creandosi. Così lo fai e ti accorgi che avevi ragione, che in fondo il tuo giudizio è rimasto immutato, che i tuoi ricordi conservati da una memoria che non ti aveva tradito, suggerivano l’esistenza di una quasi dimenticata sostanza, ma di una forma ancora apprezzata.
Di cosa parlo oggi è della casualità inaspettata di trovare l’emozione quando non l’hai cercata, quando non te lo aspetti, quando persino voi avete abbassato la guardia e mettete su un film per il puro gesto che ne precede la visione.
Nessuna pretesa, nessuna ricerca, nemmeno vi ricordate del sottile momento di speranza che dà corpo al doppio click su un file che da troppo tempo è nel vostro laptop.
È il caso di un film, perchè per quanto vorrei riprovare se una ragazza effettivamente era brava a letto, non tutto è on demand per la riappacificazione della memoria con la versione di noi oggi.
“SLC Punk!” tradotto in italiano col titolo “Fuori di Cresta”, lo vidi intorno all’età dell’Odio e poi me ne dimenticai per anni.
Flashback
Il riassunto di una storia che, come per tutte le altre religiosamente non spoilero, è tutto qui.
Dalla scena iniziale all’ultima, la strategica narrazione del regista è quella di andare indietro nel tempo. La variabile e quarta dimensione attraverso cui le storie di questi ragazzi vengono raccontate, sei mesi, due anni, o un decennio prima, vediamo i racconti del protagonista che espone con ironia fatti e minibiografie da farci capire un mondo quasi incapibile altrimenti.
Pensateci, chi di noi alza la mano se dico Punk? Io! Io sono stato punk, ma oggi è diffuso?
Cerco di parlarvi solo di film che possiedano una, anche solo una, piccola brillante goccia di magia la quale gli dona un momento, un attimo che possa emozionare. L’approccio a questo film dev’essere quello di chi vede una commedia, cominciarlo già col sorriso, perchè questo è il suo obiettivo: far ridere.
Quel finale però, quello che racconta, come i tanti flashback di cui è fatta la pellicola, come tutto è iniziato, è proprio il cristallino e luminoso attimo magico, che basta a un film perchè ci dia l’emozione.
È questo? È questo.
Emozionare tramite un mondo che visiteresti nemmeno ti pagassero un milione di dollari. Non è poi così lontano da un film di mafia che pur non essendo mafiosi vi partecipiamo tanto attivamente alle cose che combinano i suoi protagonisti. Perché è ben narrato. Io non ho mai sniffato, ma quando vedo Wolf of Wall Street mi sento parte di una compagnia milionaria con un problema di droga. Forse più è lontano il mondo descritto nella pellicola dal vostro passato e presente e più è bravo il regista se vi diverte con esso.
Matthew Lillard, a destra, che forse conoscerete già, è il narratore/protagonista. A sinistra James Merendino, il regista e sceneggiatore di SLC Punk!. Una foto del ’98. Il film venne presentato al Sundance.
Regia
Merendino rimane un regista incompiuto, forse qualcosa non ha funzionato, forse ci ha creduto un po’ troppo.
Fatto sta che per un film del genere oggi Hollywood ti rapirebbe e forse Netflix ti farebbe CEO per avere la tua regia sul loro catalogo.
Perché Fuori di Cresta è un capolavoro? No, ma perchè c’è un gran talento mostrato nel parlare di due punk nello Utah nell’85, sarebbe come narrare di un francescano che ha come missione iniziare Giuliano Ferrara al digiuno, sarebbe come narrare di Berlusconi che inizia una rivolta tra gli operai in un baito trentino nel ’59.
A tratti, mi prendo la responsabilità, la narrazione, la regia e il montaggio sono dello stile scorsesiano di Casinò.
In una scena viene detta in meno di 10 secondi la parola f****o tre volte, che non sia un vanto è chiaro, ma nemmeno lo è proibirla ai fini di una storia con un senso, senza che sia raccontato un episodio di omicidio ai danni di un gay.
Fuori di Cresta non solo è un film cult, ha anche avuto un sequel pochi anni fa, sicuramente molto meno fortunato.
Il film è un grande insieme di storie tutte ben esposte, la massima espressione perchè ci si affezioni a più personaggi se la storia è corale.
Corale, sì.
Avete l’impressione che il protagonista sia un protagonista, ma rompendo in continuazione la quarta parete dalla prima scena è più un narratore sdoppiato in un personaggio e gli aneddoti condivisi girano anche, non solo, intorno a lui.
È la storia di una riflessione, di un passato descritto non come una scusa ma come Motivazione sul perchè il presente sia così, e come ci si è arrivati. Potete vederlo gratis su YouTube qui:
Sono stato nella stanza, come nella fine del film, dove arriva il mio amico e porta con sé il futuro. Sono stato sulla panchina capendo che era diventato passato.
Me ne dimenticai per anni perchè ero come i protagonisti del film, perchè quel finale è scritto nelle nostre vite, di tutti quelli che hanno sposato una corrente intensa ed effimera per il solo scopo di poter crescere lasciandosela alle spalle.
Me ne dimenticai, ma non del tutto.
Conservavo ancora quel piacevole, da rispolverare, ricordo. Un ricordo che una volta a galla mi ha lasciato un sorriso, lo stesso che avrete quando farete due parole col vostro passato, fatto di leggeri e allegri tempi che non torneranno più, ma che ci sono stati.
Ora vado ad ascoltare le Pornoriviste! Anarchia nel pavese!