7 mesi

ESPERIENZE HENTAI: Una risposta a Not

Come Georges Bataille e gli hentai formarono una mente perversa.

ESPERIENZE HENTAI: Una risposta a Not
Lettura boomer
Partiamo dalla premessa, una premessa personale: io faccio largo uso di materiale hentai.

Ho quella dualità, tutta maschile, nel passare dal parlare di theosismonachesimo al distruggere l’umanità e il suo sporco giogo materiale; al farmi le peggio masturbazioni, mentali e non.

Sempre con l’idea maschile di una sporca e bistrattata hikki-chan, che, sinceramente: mi ami.

Io sì che posso parlare, non solo per esperienza, ma perché alle medie e superiori, forse pure alle elementari, me lo menavo sulle ragazze disegnate, con occhioni, senza occhioni, con oppai spropositate, pettanko, lolicon, addirittura: io non penso di aver mai desiderato altro che soddisfare le mie voglie. 

Edonismo da fine dell’Occidente.

Eppure, Not è un bel progetto. Dai su, diciamo le cose come stanno:

Per portare la crème della crème dell’accelerazionismo di sinistra in Italia ci vuole coraggio. Forse è per questo che hanno un posticino nel mio kokoro.

Io rispetto Not, solo non rispetto i suoi redattori. 

Non credo leggerò mai Iconografie e l’articolista della confessione di HENTAI ♡ Il mio desiderio senza nome, sembra pure bravo, ma porcaputtana come al solito lasciamo ai normies la vita, morte e miracoli di un fenomeno che solo un disagiato sociale, può analizzare nel dettaglio.

Nessun italiano sano di mente leggerebbe Not, infatti per questo sarei un loro ottimo redattore.

Finita la premessa, l’articolo parla di voglie. Voglie dell’autore e, un po’, di hentai. Io non sono il signor Freud, ma secondo me l’articolista vuole una futanari, una full-package, visto che continua a far riferimento a quella mentalità queer che, anche solo accennandola, porta il discorso sul sociale, dove prima valeva più che altro il coito anale.

E chi sono io per giudicare? Georges Bataille?

Ho formulato, una mia insana quanto blastica teoria. Da uno zòstile che parla a un millennial, da BLAST a NOT

HENTAI = SODDISFAZIONE DELLE VOGLIE MORTALI E INUMANE

Bataille Hentai

Poso lo sguardo sull’ingombrante figura di Georges Bataille, filosofo francese di metà Novecento, attivo nell’ambito della trasgressione, misticismo ed erotismo.

Insomma, Bataille sembra l’uomo giusto per questo l’articolo.

Il sesso, visto come antipodo-pari alla morte per la liberazione della prigione-carne.

D’altronde avere un orgasmo è un po’ come morire, e d’altronde io (Anonimo Milanese) posso solo immaginare di morire per trascendere questa vita infame, frutto di un demiurgo che tutto scorge. Sembra facile, quasi sereno il trapasso. Ma io, come voi di NOT, sostengo di volere di più: io voglio morire e trovarmi nel magico mondo del piacere eroguro, mixando il dolore al piacere, la morte all’atto.

Hellraiser, ma io sono il cenobita.

La trasgressione, modalità che replica nella nostra mente psichiatrica quello che dovremmo odiare.

Mai pensato: perché lui scopa, incula e viene, e io sono qui col pipino in mano?

In effetti, lui (l’attore pornografico, il protagonista di questo o quel doujin), è abbastanza stressato. Stressante la vita, stressante l’atto.

Forse il suo unico compito è compiacerci dall’altra parte dello schermo, che dico forse: è la verità. Lui da dietro lo schermo ci deve soddisfare, deve dirci: se ce la faccio io, brutto e panzone ugly bastard, dovrai farcela pure te. E l’attore vive ogni giorno, ogni secondo, ogni visualizzazione del suo contenuto hentai: un ciclico venire-morire, un torturante Eterno Ritorno nietzschano.

La restrizione dell’economia, sessuale e materiale, in modo da esplicitare il godimento.

Segarsi meno, scopare meglio.

Sapevatelo: il porno provoca disfunzione erettile e mancanza di autostima!, ahah! Ve l’ho fatta!

Ma forse l’uomo, occidentale e orientale, vuole solo essere amato, più che scopato e abbandonato, nel buio della cameretta imprigionato, pipo macerato.

Serve perciò una vera educazione sessuale, non progressista, ma totalmente arcaica. Servirebbe solo che scopassimo meglio, distruggendo sfinteri e sfornando bambini a tutto spiano, e questo dai 15-16 anni, fino all’andropausa, alla menopausa, alla pausa caffè.

I bambini, dopotutto, saranno le nostre spalle della vecchiaia, e vi dirò di più:
Rilanciare la moda del concubinaggio, delle donnacce, delle vigliacche.

Meno hentai, più harem.

Siamo circondati da pornografia. Ogni giorno vediamo:

  • Social: influencers mezze nude (parlo a un pubblico maschile), culi, tette, coperti!, questo mi fa rabbrividire, il vedo-non-vedo tale da suscitare fantasie libidinali e seratoninergiche in ogni maschio, virile, costretto ad assoggettarsi a vedere pixel-su-pixel, vedo-non-vedo: non la vera carne, non il vero coito, solo una simulazione, in vista mentale, del grande balzo in avanti: farcire una.
  • Televisione: forse qualche anno fa pure peggio, oggi vediamo vecchie decrepite, ciccione culone, distruzione di quella che è la bellezza giovane, per far spazio alla Bertè che a 8000 anni ancora sculetta, modelle di 50 anni rifatte per sembrare graziose adolescenti. Ne abbiamo già parlato di immortalità, ma questa è accusa contro la mia futurista persona.
  • Porno: ce n’è di ogni tipo, basta generare nel nostro cervello parole, frasi e algoritmi-preghiere per ottenere quello che vogliamo. Trombare?, quello mai. Ma solo un ennesimo simulacro, cornificati dal Rocco Siffredi o dal Pelato di Brazzers di turno. Cornificati, perché a noi è concesso solo il guardare, ma non toccare.

Infine gli hentai, capaci di stimolare ogni sorta di bel piacere finto, illusorio, per un attimo, potremmo ridere in faccia a Kirito, mentre Asuna ci fa bellamente un boccaciccio.

Ma non siamo lì, è distante Gensokyo con le sue belle donnine, per lo più giovani e innocenti. È distante il mondo degli anime, dei manga, della cultura giapponese, siamo alienati anche nella masturbazione. E forse è per questo che l’autore di NOT sembra scandalizzato, quasi imbarazzato a parlarne.

Lui vorrebbe essere lì, invece noi siamo ancora qui.

Il mio parere probabilmente non varrà un cazzo, ma vorrei dirgli: 

Fratello, non sei solo.

Vorremmo tutti svegliarci in un altro mondo, senza lavoro, buttando un grosso love-egg nel culo di Rei, mentre qualcosa, o qualcuno, ci spinge a dire: ma quanti altri ne possono entrare in quel giovane ano?

Forse fin troppi, come le nostre illusioni.

Forse è proprio vero: il mondo non ci renderà cattivi, ma gli hentai sì.

Io non tollero una cosa, sapere che siamo distanti, cari amici di NOT. Io i vostri libri li leggo, forse conosco pure qualcuno di voi, forse voi mi conoscete, ma cavolo: è così dura stare da due lati opposti.

Ma per oggi veniamoci incontro, non letteralmente, veniamo incontro a una ragazza anime, veniamole addosso mentre corre per strada, con il toast in bocca, mentre fa tardi per scuola.

Perché d’altronde, il desiderio trasgressivo della nostra generazione è l’amore.

E solo l’amore ci salverà.

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