VOTARE, CHE GIOIA

VOTARE, CHE GIOIA
Lettura boomer
Kamala o Trump? Kamala o Trump? Il collasso vincerà...

L’arena è una piazza immacolata, un bianco accecante appena spezzato da sprazzi di rosa neon e risate registrate. Sotto le luci troppo intense, una folla satura, ammassata, si muove in sincrono, come un’unica superficie di pelle e sudore. Al centro, una figura emerge tra schermi e cartelloni, il volto proiettato ovunque, la folla segue compatta il suo ritmo incalzante, replica il sorriso come un tic, ormai presa da un’estasi convulsa e contagiosa che sembra ingigantirsi, diffondersi.

Dal centro dell’arena, la figura scandisce il ritmo di quel momento prendendo la parola:

“So let us choose. Let us choose our truth, let us choose our honor, and let us choose joooooooy!”

La voce, sicura e calcolata, pronuncia parole che non raccontano, non spiegano, ma sembrano cucite su misura per riempire il vuoto di quel momento.

“I have a plan, I have an incredible plan for our economy, if you laugh, the inflation is gone!”

Ridono tutti, una risata che diventa un crampo, un ghigno doloroso, poi una smorfia, infine maschere di carne.

La figura al centro alza le braccia come in una grottesca benedizione, sacerdotessa che promette gioia e tempi migliori di quelli attuali.

Il rituale sta per volgere al termine ma, sul palco, qualcosa si spezza: la custode della gioia percepisce una dissonanza, un tremito. Lei alza le braccia ancora una volta ma il movimento adesso è incerto, c’è attrito, il gobbo si è spento.

Esitazione. Il gobbo si è spento.

Le braccia sono ormai cadute lungo i fianchi, senza più direzione. Il ritmo si è spezzato, la sua presenza sembra vacillare. La folla, ancora febbrile e ammassata, continua a ridere, le bocche aperte in una smorfia di gioia ormai slegata da qualsiasi emozione.

“Joy… let us… my choice…”

Ogni parola si infrange sulle cape disarmate, che non avvertono l’assenza dietro quel riso sforzato.

Il gobbo si è spento. Ora, cosa si deve dire?

La figura si raddrizza, scava nel suo repertorio, il sorriso si fa solido, e la voce risuona decisa e ipnotica. “Strength through joy. Joy through strength!” ripete, e il coro si riaccende. “Freedom is… freedom. And when people have freedom, they’re free. That’s what freedom’s all about!” La folla sembra riprendersi, un brusio d’approvazione risale da ogni bocca, che torna a spalancarsi in applausi ciechi.

“When we empower, we give power, and that empowers our feeling of self-empowerment in our community, I love communities! My mother raised me in a community, and these communities will have beautiful electric buses… they even have USB and Wi-Fi!”

Un’onda di esaltazione si solleva, la piazza torna a infervorarsi. Gli occhi brillano, come se il senso delle parole si fosse impresso su ogni volto.

“Hope isn’t just a word. It’s hope in our hearts, because with hope, we can hope for the hope that hope gives us!”

Il riso si trasforma in un boato, le mani applaudono meccaniche, unite nella promessa che sembra sensata.

[Nessuno si accorge del vuoto. Nessuno sente l’assenza]

Il gobbo si è spento, ma Kamala è ancora lì.

Perché è tutto così… finto? È la psyop del secolo, uno scenario costruito per suonare pieno ma che a ogni parola rivela solo l’eco di ciò che manca. Toni accoglienti e una sassy attitude, mentre parla della forza, della gioia, della libertà, come fossero formule magiche.

Strategia micidiale.

Non sarà che la democrazia favorisca Kamala anche per motivi magico-propiziatori? L'assonanza Kamala-Cabala magari è un segno, un ammicco di sistema! I veri burattinai dietro il teatro dem ci hanno visto lungo...

Si costruiscono campagne sulla “gioia” per una ragione: è una categoria morale, è una qualità che appartiene solo a chi riesce a costruire con te un buon feeling. Se ridi con lei, se condividi la sua “gioia”, allora “sei uno dei buoni.”  È una trappola che sfrutta i riflessi più automatici della psicologia identitaria.

Tu sei una persona gioiosa, sei benevolente, devi, devi! essere gioioso con noi!

Sei invitato a identificarti in un gruppo, su ricatto morale,  per costruire il mito del “noi contro loro”: riducono la questione a dinamiche di potere, il classico balletto tra privilegio e oppressione. Il bene è inevitabilmente tutto dalla tua parte e chi non è vittima nella stessa maniera in cui lo sei tu è automaticamente altro, nemico.

Nelle olimpiadi della sofferenza, gli orizzonti di senso sono stati tolti a forza. L’animale politico non parla di gioia, ma… È chiamato a parlare di identità, di valori comuni, di un senso collettivo attorno al quale possiamo unirci. La gioia, se arriva, è la reazione, un riflesso di questo valore, non puo’ essere il punto di partenza.

Hai hackerato il linguaggio, hai costruito il nemico, hai tolto il senso, Big W.

Allora mentre la Harris si mette alla prova con l’ultimo dei suoi esotici e camaleontici accenti, preacher kamalaalla faccia sua noi preghiamo… però con gggioia.

Vorrei lanciare una schizoteoria:

E se la Harris non fosse affatto l’amichevole ally di quartiere che crediamo?

Kamala potrebbe essere il politico un po’ sgamato, già consapevole che la sostanza non le serve più. È tutto superato, roba vecchia. Lei sa che il pubblico, già in uno stato d’animo di panico, preso dal riconoscimento che qualcosa è terribilmente sbagliato (l’Occidente in disfacimento), ma che ha difficoltà a individuarlo, è in cerca di una causa sopportabile nelle vicinanze (la minaccia di Trump), un balsamo rapido per la propria crisi.

È il panico di chi vede il “cielo cadere” e corre per salvarsi: se stesse cadendo davvero, muoversi non avrebbe senso.

Kamala, liberaci dal male, dacci la gioia. Funziona abbastanza bene.

Se Kamala non fosse in realtà tutto questo?
E se Kamala Harris… hear me out… Fosse letteralmente il Joker?

Classe di laurea ’86, esposta alle battaglie contro l’apartheid, che guadagnavano trazione nell’opinione pubblica americana, ha vissuto la crisi dell’AIDS, si iniziava a parlare di ‘sostenibilità’ e si tentava di costruire un dissenso contro la conservatrice Reaganomics. La nostra diversity hire alla vicepresidenza è stata formata dai four horsemen dell'apocalisse of wokeness. E finora, niente di troppo strano.

Già da Procuratrice inizia a droppare indizi: il profilo della Progressive Prosecutor, paladina di giustizia sociale, che però ostacola l’abolizione della pena di morte (in California, davvero? Classic Joker…). O possiamo anche citare l’abitudine di chiudere uno (o due) occhi nei casi eccessivi di uso della forza nelle operazioni di polizia: non ha indagato sulle sparatorie mortali di due uomini disarmati da parte dello stesso agente di polizia di Anaheim a meno di un anno di distanza l’una dall’altra; quest’uomo è rimasto nelle forze dell’ordine e ha continuato a uccidere.

Alcune controversie sono anche divertenti: come quando decise di arrestare e detenere i genitori dei figli che non andavano a scuola, negandoli dei genitori stessi (Smart Prosecutor stocazzo).

Nel 2020, si lancia alla presidenza per inserirsi come alternativa “volemose bene” a Trump (che quattro anni dopo definisce minaccia nazi-fascista). La campagna stentò a decollare tra ambiguità e confusione ideologica (ci sorprende?). Dopo il ritiro, arriva l’endorsement per la vicepresidenza. Joe magari in quel momento pensava di aver buttato il carico per giocarsi tutto sulla “Drago Bianco Occhi Blu” della wokeness che avrebbe portato sulle spalle la redenzione americana.

In realtà i due nemmeno si sopportano!

Durante un dibattito delle scorse presidenziali, Biden e Harris sono stati tra quelli ad avere i momenti più caldi, prima che Joe la chiamasse tra le sue fila.

Secondly, she (Kamala) also was in a situation where she had a police department when she was there, that, in fact, was abusing people's rights.

And the fact was that she in fact was told by her own people, her own staff, that she should do something about and disclose to defense attorneys like me that you, in fact, have been — the police officer did something that did not give you information that would exculpate your client.

"She didn't do that. She never did it. And so, what happened? Along came a federal judge and said enough, enough, and he freed 1000 of these people. If you doubt me, Google ‘1000 prisoners freed Kamala Harris.’"

Non solo questo: a pochi giorni dalle elezioni, Biden si è riferito ai Trumpiani come ‘’bidoni dell’immondizia’’; seppur questo intervento ci confermi dell’esistenza dell’arcitalianosfera, non so come potesse pensare di fare un favore alla propria candidata. Lei, che continua a prendere le distanze da lui, è apparsa su SNL in uno sketch che derideva il presidente come senile, ziopera… way to go kamala…

Con questi presupposti, non possono che sorgere dubbi circa questa scalata verso il potere.

La migliore cartina al tornasole dell’agire della Harris così schizzato è proprio qui in Italia, dove i sondaggi la mostrano in netto vantaggio rispetto a Donald persino tra le fila di Fratelli D’italia.

Mi sa che le cose sono due: o gli elettori italiani si sono confusi e intendevano mandare la Schlein al posto della Meloni al governo, oppure sarà che la Harris segretamente non è nera solo fuori, ma anche dentro.

Ha tutto senso!

Quattro anni di governo segnati da: 2 nuove guerre, inflazione alle stelle, immigrazione illegale, quell’Afghanistan che, a democrazia ormai esportata, è stato abbandonato alla carlona. In tutto ciò, per 4 anni lei si è sganasciata dalle risate a ogni occasione buona, senza un apparente motivo. A forza di blaterare è anche riuscita a rincoglionire definitivamente il POTUS, ormai simbolo della demenza (senile) del nostro tempo. Così, non ha lasciato altra scelta ai democratici che presentare lei come candidata per queste elezioni! 

È il piano perfetto, ci sta facendo lo scherzone! 
Ed è riuscito!
Caciara ‘till you make it. (non faceva così?)

Oltreoceano alcuni illuminati zostili hanno subodorato la cosa: nel caso in cui perda, alcuni dicono che la mossa sarebbe andare di 25th amendment, per trasferire il potere a Kamala, che in un paio di mesi potrebbe fare quello che le pare, ma storicamente non è mai stato usato per scopi opportunistici negli ultimi giorni di un’amministrazione, anche se dalla vicepresidente sappiamo che non possiamo fare previsioni: in ogni caso è chiaramente troppo banale fare così per una vera trickster come Kamala.

Nick Fuentes, chiaramente il più zostile of the bunch, accelera e trova la teoria più interessante (e plausibile) delle tante:

Malgrado la teoria degna del ciarru Platone, se il Fuentes si aspetta che gli USA arriveranno allo stato di Gotham City, per noi è già chiaro che lo sono già. 

Prima nasce Gotham, poi Batman e Kamala, che è chiaramente il Joker.

E in quanto tale, il punto non è il potere, come suggeriscono le varie fantastizioni già esistenti, ma è burlarsi di noi. Non è spinta dall’ambizione ma dal puro piacere di riderci contro, di vedere fin dove la può sfangare senza essere scoperta.

Lunedì, 20 Gennaio, 2025

60th Presidential Inauguration Ceremony

L’ala ovest del Capitol Building è gremita, la folla in attesa, e Kamala sale sul palco, il volto sui maxischermi, in lontananza il Washington Monument e il Lincoln Memorial. Sorride, un sorriso largo, quasi eccessivo.

"Cari americani, io sono Kamala Harris, She/her e sono una donna vestita con un completo verde e viola, ho un fondotinta bianco e intorno alle labbra, ho disegnato un grazioso sorriso rosso.”

Applausi per il più che virtuoso saluto, al regime piace.

“Oggi siamo qui non solo per celebrare, ma perché è stata fatta una scelta. È stata scelta la gioia!”

Tutti immediatamente esultano, poi una lunga pausa della speaker, la folla rimane ipnotizzata mentre attende il prossimo scivolo di parole.

“Miei cari, fedeli americani! Difensori della democrazia più luminosa al mondo! Ah, oggi celebriamo qualcosa di davvero incredibile! Stiamo festeggiando… il trionfo del nulla. Il vuoto assoluto."

La folla applaude a stento, c’è un nervosismo palpabile. Kamala-Joker osserva e un ghigno beffardo si allarga sul suo volto.

“E io sono qui, proprio grazie a questo vuoto, e solo per il gusto di essere qui.”

Pausa

“Non c’è mai stato un programma, non c’è mai stato un piano. Avete riso e gridato gioia, avete sbraitato alle vostre marce i miei slogan sconclusionati e ve ne siete nutriti ai miei comizi, avete creduto che potessi darvi la gioia, perché siete assetati di non sapete più che cosa.“

Incalza.

“io non ho un piano. Non ho un programma, non l'ho mai avuto e voi lo sapete, infatti non sapreste nominare neanche un punto del programma di governo. Perché non c'è. Nulla di vero. Vi ho solo dato la mia adesione, totale e incondizionata, a questa grande opera che chiamate democrazia – quella macchina che pensate vi protegga da tutti i mali,e vi assicuri tutti i vantaggi di cui credete di aver bisogno.”


“A gigantic, huuuge joke, come direbbe Donald, caro. Spero lo troviate divertente quanto me” - Ridacchia - “Oh, non fate quella faccia. Pensavate forse che la democrazia fosse qui per darvi potere? No, amici miei, vi invito a chiedervi se state partecipando veramente a un discorso inaugurale. Voi in realtà non siete solo spettatori, pubblico pagante? Questa non è alla fine una commedia? Allora ridiamo! Recitiamo! Sono qui per intrattenervi, ho scelto il mio personaggio: il matto.”

Stringe i pugni attorno al leggìo.

“Non avete ancora capito la punchline? Ho seguito le vostre regole io! Nella terra della libertà, della democrazia, siete stati voi a farmi strada.”

“Ecco cosa prometto come vostra presidente: riderò. Starò seduta sulla mia bella poltrona a fare esattamente quello che abbiamo fatto durante gli ultimi 4 meravigliosi anni: niente. Stavolta però non servirà inventarsi stronzate da portare ai comizi, mi basterà continuare a ridere. Riderò alla faccia del fallimento della democrazia! Riderò in faccia alla fine dell’Occidente, che ha deciso di suicidarsi sull’altare delle strutture umane”

Con un ultimo sguardo, Kamala-Joker si inchina beffarda davanti alla folla, mentre lo sparuto applauso di pochi matti si fa strada nel silenzio attonito. La farsa della democrazia si è consumata.

Si volta, e per un attimo il suo sorriso si trasforma in un’espressione vuota, quasi stanca, ma solo per un istante. Si ricompone, volta le spalle, scompare dietro il palco. Un proiettore si accende sul Washington Monument e una scritta gigantesca compare sulla sua superficie:

WHY SO SERIOUS?

Dopo il colpo, il joker dà fuoco alla montagna di soldi: non è quello a contare. 

Siamo con Kamala, se vincerà, affinché il joker col tailleur possa trascinare gli USA alla follia. 

E a noi, tutto sommato, questo scenario non dispiace.

It's the edge of the world 
and all of western civilization  
The sun may rise in the east, 
at least it settles in a final location

(Californication, Red Hot Chili Peppers) 

1
ELON MUSK ACCELERAZIONISTA DI SINISTRA
2
Intervista a SillyElly - Gli spari sopra i polpi
3
Internet è morto!
4
PERCHÉ ABBIAMO BISOGNO DEL DOGE
5
SIETE E SARETE SEMPRE DEI POVERI PASSATISTI

Gruppo MAGOG

ODE A PRIGOZHIN
Mattualità

ODE A PRIGOZHIN

Prighozin è morto, e noi ne scriviamo la lode. Questo è un articolo in collaborazione con Grand Hotel Codreanu, che ci ha ispirato.
1 anno
Uomini Piccioni
Psicopolitica

Uomini Piccioni

I piccioni come uomini, gli uomini come piccioni. Un mondo di briciole, disarticolato, ritorto contro l’essere stesso che lo vive, collassato sulla volontà che esprime.
2 anni
Brama: La Setta Artistica
Monografie

Brama: La Setta Artistica

Il Blast si aggira trottolante e cangiante nell’italiosfera alla perenne ricerca di singolarità acceleranti.
2 anni
IL BIPOLARISMO HA ROTTO LE PALLE
Psicopolitica

IL BIPOLARISMO HA ROTTO LE PALLE

Avete letto bene.Ci siamo rotti le scatole del BIPOLARISMO. DESTRA/SINISTRA RUSSIA/UCRAINA Chi più ne HA/ più ne METTA. Anche no grazie
3 anni
Recensione Vampire Survivors - COSA SE IL MOLISE FOSSE STATO EPICO
Psicopolitica

Recensione Vampire Survivors - COSA SE IL MOLISE FOSSE STATO EPICO

Cosa se fossimo un giornale di informazione videoludica?! Ma che scherzi...?
3 anni